Cari amici di Duc in altum, dopo mesi di assenza dal blog (ma non di contatti con il sottoscritto), torna a scrivere il Giovane Prete che in passato intervenne più volte per commentare le vicende (spesso folli) della “chiesa in uscita”. Proprio perché di tempo ne è passato, ora l’autore si firma Ex Giovane Prete, ma il suo sguardo non è cambiato.
Devo dire che proprio oggi, a fronte delle risposte che il papa ha dato ai nuovi dubia dei cinque cardinali, sono andato a rileggermi un mio articolo (del 2016!) intitolato La Chiesa e la logica del “ma anche” [se volete, lo trovate qui]. E oggi stesso il mio amico sacerdote mi manda questo suo contributo in cui parla del maanchismo di Bergoglio.
Le premesse del tracollo c’erano tutte, specialmente a partire da Amoris laetitia. Quindi in fondo non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Quello che è vistosamente aumentato è il tasso di spudoratezza dell’inquilino di Santa Marta.
A.M.V.
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Dell’Ex Giovane Prete
Caro Aldo Maria,
dopo un bel po’ di allontanamento dal mondo virtuale, torno a farti visita per commentare insieme a te i dubia 2.0 che alcuni cardinali hanno rivolto al Santo Padre.
Da dove partire? Ormai sono dieci anni che il popolo cattolico sta facendo i conti quotidianamente con un pontefice che anziché risolvere le questioni che via via si pongono sul cammino della Chiesa ne alimenta ad infinitum le conflittualità, con il risultato avvilente di vedere i suoi figli scannarsi a vicenda, distogliendo le migliori energie dalla vera urgenza, ossia ricristianizzare un mondo divenuto ormai pagano e smemorato delle pur minime conoscenze sulla fede.
Quest’oggi vorrei soffermarmi sul metodo usato sistematicamente da Bergoglio e che mi piace definire come “maanchismo”, quel “sì ma anche” con cui egli da un lato riesce nell’impresa di sfuggire alle accuse di eresia, mentre dall’altro contribuisce a scavare una divisione sempre più profonda tra i fedeli, dimostrandosi in questo un vero princeps fragmentorum (come i medievali definivano Satana).
Leggendo la risposta di Bergoglio ai nuovi dubia, in tutti i cinque punti affrontati emerge lo stesso modo di argomentare: la prima riga conferma la verità cattolica, mentre nei punti successivi apre alla soluzione opposta.
Per chi non avesse avuto tempo né voglia di leggerli, vorrei sintetizzarvi le risposte mostrandovi la presenza costante del maanchismo.
1° quesito: se la Divina Rivelazione vada re-interpretata in basa ai cambiamenti culturali e antropologici del momento.
Il papa risponde che la Divina Rivelazione è immutabile e sempre vincolante, tuttavia è anche vero che essa risente dei condizionamenti del tempo, per cui va distinto ciò che “è stato rivelato per la salvezza di tutti” dalle cose secondarie.
Per cui: la Divina Rivelazione è eterna, ma anche va interpretata.
Qui il papa finge di ignorare che tutte le questioni teologico-antropologiche che sono all’ordine del giorno nel Sinodo sono essenziali per la nostra fede e non sono orpelli secondari.
2° quesito: se è possibile benedire le coppie omosessuali
Il papa subito risponde ricordando che la Chiesa ha una concezione precisa del sacramento del matrimonio, per cui non può accettare quello tra due persone dello stesso sesso. Dice che non è questione di usare una terminologia specifica per evitare di fare confusione, perché sono due realtà diverse e per questo vanno evitati riti alternativi. Tuttavia subito dopo si contraddice aprendo alla possibilità di dare una benedizione (al singolo o alla coppia) con procedure/riti che però non vanno riconosciuti in modo ufficiale.
Tra i dubia, credo che in questo secondo quesito sia stato raggiunto il massimo del cortocircuito, determinato dal fatto di non voler ribadire il semplice giudizio che vede l’esercizio degli atti omosessuali come un peccato, da sempre così giudicato dalla Scrittura e dalla Tradizione della Chiesa. Non si tratta perciò di stabilire se la Chiesa possa “sposare” o solo “benedire” le coppie omosessuali, in quanto è la natura malvagia degli atti che impedisce entrambe le soluzioni.
Fatto sta che la conclusione del Papa, difficile da sintetizzare con un briciolo di logica, sembrerebbe comunque questa: il matrimonio sacramentale è solo tra uomo e donna, ma anche una benedizione per le coppie non è da escludersi, purché fatta senza un crisma di ufficialità… todos, todos!
Tralascio il 3° quesito perché il papa non ha compreso il contenuto oggettivo della domanda, rispondendo altro.
4°: ordinazione sacerdotale femminile
All’inizio il papa ribadisce che il divieto è definitivo, ma subito dopo sostiene che la Chiesa non ha ancora una dottrina chiara su cosa essa intenda con “dichiarazione definitiva”. Per questo la possibile ordinazione sacerdotale femminile non può essere pubblicamente insegnata, ma il tema può ancora essere discusso all’interno della ricerca teologica.
In sintesi: il divieto dell’ordinazione sacerdotale femminile è definitivo, ma anche no, perché non sappiamo cosa la Chiesa intende con “definitivo”… È tutto molto bello, Aldo Maria!
Vivere (e soffrire) in questa Chiesa è come trovarsi costantemente sballottati tra un ospedale – non da campo, ma psichiatrico! -! e l’Accademia della Crusca.
5°: possibilità di assoluzione senza pentimento
Il papa risponde che il pentimento è necessario per l’assoluzione sacramentale, ma poi aggiunge che ci sono molti modi di esprimere il pentimento e siccome per qualcuno dichiararsi colpevoli è una tortura, meglio non chiedergli propositi di emendazione troppo precisi.
Quindi: il pentimento è necessario, ma è anche bene non richiederlo in modo specifico per non urtare la sensibilità del penitente.
Che dire, Aldo Maria? Erano domande così semplici, eppure a nessuna è stato risposto. Non si chiedeva tanto, dai! Almeno sull’ordinazione sacerdotale femminile… Incredibile.
Termino con questa domanda: perché il maanchismo è deleterio per la fede?
Perché impedisce a ognuno di noi di compiere la scelta definitiva per Dio. È un po’ come per il Battesimo: prima di riceverlo, dobbiamo rinunciare esplicitamente al male; il maanchismo impedisce questo allontanamento dalle vie perverse e ci convince di condurre una vita secondo il Vangelo, quando alla fine, se siamo sinceri fino in fondo, non stiamo facendo altro che vivere secondo i nostri gusti, condizionati spesso dai poteri di questo mondo. Il maanchismo diventa così il grande alibi con cui possiamo continuare a fare quel che ci pare, credendoci anche particolarmente intelligenti, perché “bisogna tener presente la complessità della vita”.
Ascoltando e leggendo le parole di papa Francesco mi viene sempre in mente il monito di Gesù: “Il vostro parlare sia sì sì, no no, tutto il resto viene dal maligno”. Mi pare più che evidente quale sia lo spirito che ammorba ormai l’intelligenza e il cuore di tanti pastori che stanno agendo illudendosi di potersi prendere gioco di tutti i fedeli e, soprattutto, di Dio: horrendum est incidere in manus Dei viventis!