di Laura Liberini
Carissimo Valli,
ho letto il testo del suo intervento [qui] al Festival di Fede & Cultura e, man mano che procedevo nella lettura, non potevo fare a meno di pensare che stava parlando di me e non di lei: con la sua “confessione pubblica” stava descrivendo quasi nel dettaglio il mio essere cattolica.
Anch’io ho iniziato a sentirmi estranea quando, alla riapertura delle chiese dopo il terribile lockdown per Covid, mi recai di nuovo alla Messa. Il mio parroco a noi, primi pochi “fedeli” presenti, fece trovare una sorta di percorso di guerra con frecce che indicavano da dove si dovesse entrare e dove uscire. Dove sedersi. Dove sanificare le mani. Di rigore la mascherina ffp2. Tutte regole ferree la cui osservanza sarebbe stata controllata da incaricati con tanto di pettorina. Attorno all’altare c’erano tutti i sacerdoti della parrocchia, una decina di concelebranti. Il parroco, prima di iniziare, ha fatto un'”omelia sanitaria” raccomandandoci, al momento della distribuzione dell’Eucaristia, di sanificare bene le mani, di non inginocchiarsi, di rimanere scrupolosamente immobili al proprio posto, lui avrebbe detto da lontano “il Corpo di Cristo!” e noi avremmo dovuto rispondere dal nostro posto “Amen” per poi ammutolire fino alla fine della funzione! Ci disse che sarebbe passato il ministro dell’Eucaristia tra i banchi. Chi avesse voluto comunicarsi sarebbe rimasto in piedi, gli altri si sarebbero seduti!
Con un’assemblea di pochi “cristiani” impauriti e una decina di sacerdoti concelebranti, il parroco trovò necessario far distribuire le particole da una “ministra straordinaria” laica. Io e mio marito ci sedemmo sconsolati e confusi.
Il giorno dopo scrissi una mail al parroco chiedendogli perché avesse fatto distribuire l’Eucaristia da una ministra straordinaria essendo così pochi i fedeli presenti e così tanti i concelebranti che, invece, rimasero al loro posto. E poi gli dissi che tra tante importanti raccomandazioni sanitarie al fine di scongiurare il contagio non sarebbe stato male raccomandare ai fedeli, che prendevano l’Eucaristia, che almeno controllassero le loro mani al fine di scongiurare l’eventualità di una caduta accidentale di frammenti della Particola in terra. La sua risposta fu che aveva chiesto la distribuzione a una ministra straordinaria dal momento che i sacerdoti, tutti stranieri, non parlavano italiano (primo: falso, conoscevo bene la maggior parte di loro e sapevo che parlavano un buon italiano; secondo: ma quale conversazione in italiano avremmo dovuto tenere dal momento che ci aveva ordinato il silenzio dopo aver pronunciato il nostro amen?!). Ma la risposta peggiore è stata la seconda! Mi disse infatti, riguardo all’eventuale controllo delle mani per non disperdere in terra frammenti della particola, con un tono che tradiva un certo risentimento unito al compatimento: “Credimi, non è importante!”. E continuò dicendo: “L’importante è che facciamo comunione tra noi!” Tradotto: Gesù Cristo non è essenziale (ha fatto il suo tempo), è fondamentale solo l’uomo!
Come non sentirsi estranei in questa situazione? Quando trovi sacerdoti, e non solo il cattivo papa che attualmente “governa” la Chiesa, che non ti confermano nella fede, che si deve fare? Io dal giorno dopo ho cominciato a cercare dove andare a Messa ed è da allora che vado alla Messa apostolica officiata dai sacerdoti della FSSPX.
Sono “indietrista”, “tradizionalista”, “rigida”, “sgranarosari”? Boh! Fate voi, io in realtà non mi sento tanto forte nella fede da poter affrontare serenamente il novus ordo ogni domenica. C’è chi mi ha detto che anche questo sacrificio accolto con umiltà può essere offerto a Dio. Ma questo, io credo, è vero solo per chi ha una fede robusta. Io sono debole e mi piace “vincere facile”! Come lei, mi trovo a “casa” nel solenne silenzio adorante del vetus ordo che mette al centro proprio Nostro Signore Gesù Cristo che per qualcuno, invece, non è importante.
Cor Iesu Sacratissimum
Miserere nobis!