Casarini al sinodo? Funzionale al progetto Bergoglio

Scrive Louis Badilla su ilsismografo: “Fra oltre quattrocento partecipanti, inclusi decine di laici, donne e uomini, la Segreteria generale del Sinodo ha voluto scegliere per il briefing giornaliero il signor Luca Casarini, persona molto conosciuta e discussa in Italia e anche in altri Paesi dell’Europa, per il suo passato di leader sociale e politico estremista”.

Già, perché Casarini? Perché, si chiede Badilla, il Vaticano gli ha offerto questa tribuna “togliendola ad altre voci autorevoli e appropriate al luogo e alle circostanze”? Solo per dire che “la Chiesa è aperta, in marcia, non chiusa e non rigida?”.

Se pensiamo che il sinodo, così come lo volle Paolo VI, dovrebbe rappresentare tutto l’episcopato, “la presenza di questa persona nominata da papa Francesco appare del tutto insensata”.

Mi spiace per Badilla, ma la cosa ha un senso. Nell’opera di disarticolazione e smantellamento della Chiesa, finalizzata a far nascere una nuova religione, queste trovate di Francesco hanno un significato strategico.

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