Elogio dell’indietrista e dell’indietrismo

di Lorenzo Gnavi Bertea* 

Caro Valli,

recentemente papa Francesco ha coniato un indovinatissimo ed efficacie neologismo – quello di “indietrista” – per il quale non possiamo che essergli sinceramente grati.

Il concetto di indietrismo, infatti, ben sintetizza in che cosa si differenzia il cristianesimo rispetto alle altre ideologie mondane, le quali necessariamente devono fare i conti con il trascorrere del tempo, adattandosi “camaleonticamente” al mutare delle mode e ricercando formule sempre più innovative ed accattivanti.

Tutto questo è l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare il buon indietrista cattolico il quale, mentre la Storia procede inesorabilmente in avanti, è chiamato a guardarsi costantemente indietro focalizzando la propria attenzione su quel brevissimo periodo di tempo intercluso tra l’anno uno e l’anno trentatre del calendario gregoriano.

Ogni vero cristiano non può che essere indietrista: egli, infatti, è conscio che giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, la distanza tra il momento della Divina Rivelazione, che sta indietro a lui, ed il momento presente si allontanano sempre di più; per questa ragione, se non vuole perdere di vista la Verità rivelata, dovrà fare uno sforzo sovrumano e guardarsi indietro di ben venti secoli: un’eternità, una folle corsa a ritroso nel tempo!

Ecco perché è opportuno che il saggio indietrista conservi una vista molto acuta ed un udito finissimo che gli consentano di indietreggiare fino a quell’attimo in cui il Verbo irruppe nella Storia per consegnare agli uomini i Suoi insegnamenti immutabili.

Parimenti, se non desidera soccombere e vuole conservare la giusta via, il nostro caparbio indietrista dovrà continuamente voltarsi indietro per abbeverarsi alla fonte salvifica della tradizione plurimillenaria della Chiesa che nei secoli è stata alimentata dalla Fede dei tantissimi indietristi che ci hanno preceduto: sono quei chierici e quei laici che non hanno mai distolto lo sguardo da quell’Uomo-Dio che ostinatamente è rimasto stabile lì dov’era, cioè indietro di oltre duemila anni rispetto al nostro mutevole presente.

Ma esiste una ragione in più per essere grati al Santo Padre per il dono di questo inedito vocabolo che, oltre a chiarire come ogni Buon Cristiano deve atteggiarsi, ci conforma in tutto e per tutto al Divin Maestro.

Chi fu, infatti, il più indietrista degli indietristi se non Nostro Signore Gesù Cristo?

Basti pensare a quanto riportato dell’Evangelo di san Matteo al capitolo 9 (versetti 3-8) allorché Gesù, interrogato dai farisei se fosse lecito che un uomo ripudiasse la propria moglie, rispose che «Quello dunque che Iddio ha congiunto, l’uomo non lo separi»; e  quando costoro gli obiettarono che Mosè consentiva di consegnare l’atto di ripudio, egli li ammonì da perfetto indietrista con le seguenti parole «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio».

Quindi il Figlio di Dio non solo non affidò ai farisei un nuovo insegnamento “progressista” in linea con i tempi che evolvevano, ma neppure ritenne lecita la prassi in uso all’epoca; Egli, invero, fece un doppio balzo indietro del tempo: dapprima di ben tredici secoli per giungere fino a Mosè e precisare che l’atto di ripudio era stato permesso «per la durezza dei loro cuori»; poi indietreggiò ancora di più fino alle origini della storia di Israele per giustificare che «da principio non fu così» e che, pertanto, occorreva ripristinare la Legge antica che considerava il ripudio un adulterio.

Se quello di Cristo non fu indietrismo, cos’altro lo sarà mai?

Occorre a questo punto precisare che il concetto di indietrismo che il Sovrano Pontefice ha saggiamente introdotto nel nostro linguaggio è altamente positivo perché ci obbliga a ritornare alle nostre origini, cioè al Verbo incarnato e alla testimonianza dell’Apostolo delle Genti, il quale tanto si spese – bisogna dargliene atto! – per essere annoverato tra i primi e più convinti indietristi del suo tempo e della Storia successiva.

A san Paolo seguirono tanti altri integerrimi indietristi che mantennero lo sguardo ed il cuore sempre rivolti all’indietro verso il loro Divin Maestro: indietristi furono i dottori della Chiesa, i grandi teologi, i papi, i vescovi e i tantissimi buoni sacerdoti che hanno condotto il vasto gregge del Popolo di Dio attraverso questi duemila anni di Storia.

Confidiamo, pertanto, che anche sua santità papa Francesco si spenda per essere ricordato un giorno quale Sommo Indietrista della Chiesa cattolica come lo furono Nostro Signore, i dodici apostoli, i grandi santi tra cui, per citarne solo alcuni, ricordiamo: Gregorio Magno, Ambrogio, Agostino, Girolamo, Tommaso d’Aquino, Bonaventura, Benedetto da Norcia, Bernardo di Chiaravalle, Alfonso Maria de Liquori, Francesco di Sales, Giovanni della Croce, Antonio da Padova, Teresa d’Avila, Francesco d’Assisi, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, Ildegarda, Giovanni Bosco, Pio da Pietrelcina, Pio X, Pio XII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

*un semplice indietrista alla sequela di Colui che ci invita a tenere lo sguardo sempre rivolto indietro verso di Lui. 

 

 

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