Sull’udienza del papa a suor (?) Jeannine
Alcuni amici mi scrivono, sconsolati, perché il papa ha ricevuto in Vaticano (udienza di cinquanta minuti) la suora (?) cattolica (?) Jeannine Gramick, attivista americana, sostenitrice dei “diritti” di lesbiche, gay, bisessuali e transgender, un tempo censurata da un certo cardinale Joseph Ratzinger (questo nome vi dice ancora qualcosa?).
Con padre Robert Nugent, suor (?) Jeannine Gramick ha fondato New Ways Ministry, gruppo di difesa LGBTQI secondo il quale, come si legge in un comunicato, l’incontro con il papa “rappresenta una nuova apertura all’approccio pastoralmente motivato e alla ricerca della giustizia che suor Jeannine e la sua organizzazione praticano da tempo”.
“Pastoralmente motivato”? “Ricerca della giustizia”? Bah…
In ogni caso, non trovo affatto strano che Bergoglio abbia ricevuto questa suor (?) Jeannine. Mi sarei stupito, piuttosto, se avesse ricevuto una monaca legata alla tradizione e al vetus ordo.
Ciò che mi chiedo è come suor (?) Jeannine Gramick possa dichiarare seriamente quanto segue: “Dal giorno della sua elezione, ho amato e ammirato papa Francesco per la sua umiltà, il suo amore per i poveri e per coloro che sono rifiutati dalla società. È il volto umano di Gesù nella nostra epoca. Papa Francesco ti guarda nel cuore e i suoi occhi dicono che Dio ti ama”.
Capito? “È il volto umano di Gesù nella nostra epoca”. Grazie suor (?) Jeannine. Ora è tutto più chiaro.
(Papolatria o, meglio, papalatria. Sostantivo femminile. Composto dal sostantivo maschile papa con l’aggiunta del confisso –latria. Adorazione del papa che arriva a forme di idolatria).
Com’è che diceva Ennio Flaiano? “Non chiedetemi dove andremo a finire perché già ci siamo”.
A.M.V.