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Ma Dio è pro o contro il “novus ordo missae? Un’analisi di Enrico Maria Radaelli

di Fernando Galbiati

Ma Dio è pro o contro il “novus ordo missae”? di Enrico Maria Radaelli (nuova edizione) è un volumetto di circa cinquantacinque pagine sulla questione che da molti anni ferisce profondamente la Chiesa, sia per chi è pro novus ordo sia per chi ne è alfiere contrario e auspica il ritorno della messa di sempre, com’era prima della riforma di Paolo VI del 1969.

Grazie allo stile adottato da Radaelli, lo scritto condensa in poche pagine un pensiero monumentale. Comunque la si pensi, tutti possono trarre giovamento e motivo di riflessione da questo testo: la voce di Radaelli suona non certo come un imperioso dettato alla coscienza, quanto come un doloroso invito alla meditazione sul mistero eucaristico.

La centralità della messa è il sacrificio e tale sacrificio trascina con sé l’offerta delle anime a Cristo, “che si fanno presenti a quel cuore così violentemente trafitto, a quel calice che malgrado i loro peccati è ripieno di sangue bruciante versato proprio per loro”.

Suggerisco di iniziare la lettura del testo iniziando dal capitoletto intitolato Come sia mai possibile avere un’oggettiva alta peccaminosità e una soggettiva alta sublimità della neomessa celebrata col “novus rdo missae”, poiché in questi paragrafi è il centro nevralgico dell’opera di Radaelli.

È facile immaginare che, per molti, la lettura del piccolo libro si concentrerà criticamente sulla questione prettamente teologica e nel contempo liturgica che Radaelli solleva ed esamina con la competenza e la professionalità che lo contraddistinguono, ma non sarà né questo aspetto, né quello documentale delle trasgredite direttive liturgiche, ad appassionare l’amante di Cristo. Ciò che appassionerà il lettore è la radicale profusione dell’anima per Cristo, il desiderio inarrestabile di Lui, la passione per la Santissima Trinità, la comprensione amorosa del sacrificio come vero olocausto per la nostra salvezza.

Con onestà intellettuale e per amore di verità, il professor Radaelli, come tutte le menti che si arrendono davanti alla verità, rimane sicuramente impressionato dall’apparente contraddittorietà tra un rito intrinsecamente e oggettivamente peccaminoso e i recenti miracoli eucaristici avvenuti celebrando in novus ordo. Si tocca qui la volontà sacra di Dio e l’anima non può che esserne scossa. I miracoli suonano come approvazione del novus ordo?

Radaelli ne fa un’analisi corretta, mostrando come Dio non privi di grazia le anime anelanti al suo amore anche davanti a un atto di sacrificio eucaristico formalmente imperfetto e anzi oggettivamente peccaminoso.

Altre ipotesi sorgono. Se Dio toglie le grazie delle vocazioni e delle conversioni perché dagli altari si levano preghiere e messe oggettivamente peccaminose, è altrettanto vero che ci si può chiedere: “E se Dio volesse purificare la sua Chiesa, volesse ancora, in un assaggio di giudizio ante litteram, separare i capri dalle pecore, vagliare il grano dalla zizzania?”. Sarebbe allora comprensibile la passio che Nostro Signore sta imponendo alla sua Chiesa per la gran parte infedele; e quale migliore vaglio sarebbe quello che passa per le strette maglie della prova d’amore per un Dio geloso? Che sia questo che Cristo vuole indicarci con i miracoli eucaristici recenti?

Sappiamo che Cristo venne a perfezionare la legge con comandi che superano la fredda oggettività delle norme mosaiche per andare dritto al cuore e alle intenzioni. Ecco dunque che può essere per quelle intenzioni nel “pensare alla sacra liturgia della messa, apostolica o novus ordo che sia, avendo ben presente davanti agli occhi la rossa ferita inferta dalla lancia nel costato di Gesù”, che Cristo salva l’uomo e il credente, in ogni tempo e in ogni luogo, oltre le imperfezioni della Chiesa stessa, anche quando il peccato sembra divorarla.

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Enrico Maria Radaelli, Ma Dio è pro o contro il “novus ordo missae”?, Edizione pro manuscripto, Aurea Domus 2023

Il libro è disponibile anche in inglese. Per tutte le informazioni, aureadomus.emr@gmail.com

Aldo Maria Valli:
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