Ho letto da qualche parte che camminare all’indietro fa bene. Notizia curiosa, che mi ha strappato un sorriso perché ho pensato subito a papa Francesco e alle sue frequenti invettive contro noi amanti della tradizione, da lui beffardamente definiti indietristi.
Sentite qui: la camminata all’indietro attiva il cervello e coinvolge molti più muscoli rispetto a quella in avanti. Camminare all’indietro migliora la stabilità e l’equilibrio, può aiutare contro le forme di artrosi, intensifica la capacità di resistenza e migliora il funzionamento delle articolazioni E così, assicura uno che se ne intende, la salute ne guadagna da tutti i punti di vista.
Che dire? Dubito che qualcuno a Santa Marta farà leggere questa notizia a Francesco. Ma noi indietristi possiamo farne tesoro e trarne consolazione. E magari qualche editore amico potrebbe prenderne spunto per una pubblicazione. In risposta alla vuota retorica del camminare e dell’accompagnare propalata dalla chiesa sinodale e “in uscita”, che ne direste di un saggio del tipo Stabilità, equilibrio, resistenza. Vuoi essere un bravo cattolico? Cammina all’indietro!
Il titolo mi è venuto così, sui due piedi (ah! ah!), ma penso di aver reso l’idea. Potremmo anche adottare l’immagine del gambero (animale tanto bistrattato eppure alquanto intelligente) come nostro emblema.
Indietristi di tutto il mondo, facciamoci coraggio. Se il papa non ci conferma nella fede, ci pensa la fisiologia. Del resto, lo sappiamo: il nostro punto di riferimento non può che essere indietro. Di duemila anni, all’incirca.
A.M.V.