Pensierino / In margine a un’apparizione

In questi giorni il cielo di Lombardia, “così bello quand’è bello” secondo l’immortale definizione di Alessandro Manzoni, ci sta regalando giornate memorabili: di un azzurro intenso, è terso come un cristallo e da Milano possiamo ammirare una corona di montagne, molte innevate, avendo la sensazione di toccarle con mano.

E così stamattina, mentre uscivo in auto da un parcheggio in una periferia di capannoni industriali e scali ferroviari, ecco lì, in fondo a un vialone, un’apparizione: il Monte Rosa in tutta la sua magnificenza. Per prima cosa mi è venuto in mente Orazio: “Vidès ut àlta stèt nive càndidum Soràcte…”, “Tu vedi come si levi bianco per la neve il Soratte…”, ma il Rosa è un Soratte al quadrato, una parete che lascia senza fiato per la sua maestosità. E subito dopo ho sentito il bisogno di ringraziare il buon Dio per questo dono, per questo spettacolo.

E siccome sento che con voi, cari amici di Duc in altum, formiamo una famiglia, eccomi qui a condividere questo sentimento di gratitudine. E di speranza.

A.M.V.

 

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