di Julio Loredo
Il Catholic Project, un’iniziativa della Catholic University of America, dedita allo studio delle tendenze dentro la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, ha pubblicato di recente i risultati di una ricerca condotta sul clero a livello nazionale. I risultati sono a dir poco sorprendenti.
Lo studio, di ventiquattro pagine, mostra una fortissima tendenza conservatrice fra il clero, specie quello più giovane. Intitolato Polarizzazione, dinamiche generazionali e impatto della crisi degli abusi, lo studio conferma e aggiorna le tendenze già riscontrate nel 2010 dal National Study on Catholic Priests, condotto sempre dal Catholic Project.
Il documento attinge a interviste con 131 vescovi e con più di diecimila sacerdoti. Leggiamo nel sommario: “Lo studio evidenzia un espressivo divario tra l’auto-identificazione politica e teologica dei sacerdoti più anziani e quella dei sacerdoti più giovani. In sintesi, la percentuale di nuovi sacerdoti che si considerano politicamente di ‘sinistra’ o teologicamente ‘progressisti’ è in costante calo a partire dal Concilio Vaticano II, e ora è quasi scomparsa. (…) Anni fa, la coorte dei preti ‘progressisti’ o ‘molto progressisti’ contava per il 68% del totale. Oggi queste categorie sono quasi sparite”.
In più della metà dei casi i sacerdoti ordinati a partire dal 2010 si considerano “conservatori” o “molto conservatori”. Nessun sacerdote ordinato dopo il 2020 si è definito “molto progressista”. Oggi ben l’85% del clero più giovane si descrive come “conservatore” o “molto conservatore” dal punto di vista teologico, con solo il 14% che si identifica come “moderato”.
Leggiamo nella conclusione: “Stiamo assistendo a un grande cambiamento nel modo in cui i sacerdoti negli Stati Uniti vedono sé stessi e il loro sacerdozio. I preti più giovani sono molto più propensi dei loro colleghi più anziani a descriversi come politicamente conservatori o moderati. I preti più giovani hanno anche molte più probabilità di considerarsi teologicamente ortodossi o conservatori rispetto ai preti più anziani. I preti che si autodefiniscono liberali o progressisti, considerati sia politicamente che teologicamente, stanno diminuendo con ogni successiva leva da più di cinquant’anni. I preti che si autodefiniscono liberali o progressisti sono quasi scomparsi dalle categorie più giovani dei sacerdoti”.
Su tale sfondo, possiamo capire i timori di certi ambienti ecclesiastici di fronte all’azione pastorale di vescovi come monsignor Joseph Strickland, recentemente rimosso dalla sua diocesi da papa Francesco.
Fonte: atfp.it