Così violenze e leggi colpiscono la libertà religiosa dei cristiani in Europa
Nel 2022 i crimini d’odio anticristiani sono aumentati del 44%, e gli attacchi incendiari alle chiese hanno fatto registrare addirittura un aumento del 75% rispetto al 2021.
È quanto rivela il Rapporto annuale dell’Osservatorio per l’Europa sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani (Oidac).
Con sede a Vienna, l’organismo europeo di vigilanza contro la violenza e le persecuzioni anticristiane da più di un decennio denuncia gli attacchi violenti contro i cristiani e le leggi anticristiane in Europa.
In una sintesi del rapporto, l’osservatorio afferma che emergono due tendenze: una è l’aumento degli attacchi incendiari, passati da 60 nel 2021 a 105 nel 2022; la seconda è l’aumento dei crimini d’odio perpetrati da membri radicalizzati di gruppi ideologici, politici o religiosi anticristiani.
Il rapporto annuale dell’Oidac per il periodo 2022-2023 è stato pubblicato il 16 novembre, Giornata internazionale della tolleranza. Nel 2022, l’osservatorio ha documentato crimini d’odio anticristiani in trenta paesi europei. “Trentotto sono stati i casi di aggressione fisica e tre cristiani sono stati assassinati”. Gli attacchi sono “incendi dolosi, graffiti, profanazioni, furti”, ma anche “attacchi fisici, insulti e minacce”.
“Abbiamo anche riscontrato un aumento degli attacchi durante le festività cristiane, come Pasqua e Natale”, afferma il rapporto. “Gli attacchi sono più probabili quando la visibilità dei cristiani è maggiore, come durante le processioni, le celebrazioni pubbliche e gli eventi con simboli esposti pubblicamente”.
Ma i cristiani non sono perseguitati soltanto da estremisti violenti. Anche i governi e le leggi determinano forme di persecuzione.
Il rapporto spiega che le cosiddette “zone cuscinetto” istituite intorno alle cliniche in cui si effettuano aborti sono una forma di regolamentazione statale che nei fatti ha portato alla criminalizzazione dei cristiani che pregano in silenzio, come si è visto nel caso di Isabel Vaughan-Spruce, arrestata nel Regno Unito per aver “pregato mentalmente” all’interno di una di queste “zone cuscinetto”.
Un’altra forma di persecuzione avviene mediante leggi ambigue che criminalizzano genitori, sacerdoti e insegnanti se esprimono opinioni controcorrente su questioni relative alle comunità LGBTIQ o scoraggiano bambini e ragazzi dal sottoporsi alle “terapie ormonali” motivando le loro opinioni sulla base delle convinzioni religiose.
“I dati relativi al 2022 – afferma il rapporto – contengono undici casi di violenze che hanno mostrato un background satanico, sedici attacchi sono stati identificati come provenienti da gruppi antifa o anarchici di estrema sinistra, undici sono stati perpetrati da gruppi islamici, nove da gruppi femministi o LGBTIQ e quattro da gruppi genericamente anticlericali”. Inoltre, c’è stato un caso perpetrato da attivisti climatici, e nove attacchi sarebbero stati causati da pregiudizi etnico-religiosi, per la maggior parte legati alla guerra tra Russia e Ucraina.
Forse i crimini più eclatanti sono gli attacchi incendiari che hanno distrutto bellissime chiese cristiane, a volte molto antiche. I paesi con i numeri più alti sono stati la Germania (37 attacchi dolosi), Francia e Italia (ciascuna con 16 casi) e Regno Unito (nove casi).
Il rapporto segnala anche la criminalizzazione delle pubbliche espressioni di fede messa in atto da parte dei governi europei con il pretesto di contrastare l’incitamento all’odio. “Come risultato del linguaggio vago utilizzato nella legislazione sull’incitamento all’odio, un numero crescente di cristiani è diventato vulnerabile in materia di violazione della libertà religiosa, e tutto ciò solo per espresso pubblicamente il proprio credo religioso”.
Colpiti dal fenomeno sono stati, ad esempio, alcuni predicatori di strada, ma anche insegnanti nelle scuole.
Un altro capitolo riguarda le pressioni dei governi su medici e professionisti del settore medico per partecipare agli aborti. “Nel settembre 2023 il governo tedesco ha annunciato una riforma del curriculum che renderebbe l’aborto una parte obbligatoria degli studi di medicina. Secondo la proposta del governo, qualsiasi studente di medicina – anche proveniente da settori estranei alla ginecologia – per poter ottenere la laurea dovrebbe completare corsi sulle tecniche di aborto. Diversi politici e comunità cristiane hanno espresso profonda preoccupazione per questa proposta, che bandirebbe completamente dalle professioni mediche i cristiani che si oppongono all’aborto per motivi di coscienza”.
Il rapporto segnala che nel dicembre 2022 “il Congresso dei deputati spagnolo ha approvato una nuova legge sull’aborto in base alla quale i medici che rinunciano a questa procedura per motivi di coscienza saranno inseriti nell’elenco degli obiettori e quindi esclusi dalle commissioni mediche che si occupano di problemi prenatali”.
L’Oidac critica l’Unione Europea e le Nazioni Unite per la mancanza di una risposta adeguata alla violenza anticristiana e alle minacce legali alla libertà religiosa sia in Europa sia in altri focolai di persecuzione, come Armenia e Nigeria.
Fonte: lifesitenews