Le vostre opinioni sul sedemenefreghismo / 2
Cari amici di Duc in altum, dopo la mia richiesta di dire che cosa pensate della tesi “sedemenefreghista” sostenuta dal Gruppo dei nove (il documento si può leggere, o rileggere, qui), le vostre risposte continuano ad arrivare numerose. Ieri una prima selezione (qui), oggi una seconda.
Mi scuso se in alcuni casi ho dovuto un po’ limare.
Per i vostri messaggi: blogducinaltum@gmail.com
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Caro Valli,
forse io sono sedemenefreghista già da tempo, anche se non mi definivo così.
Alcuni anni fa, quando iniziò ad accendersi la questione se Bergoglio fosse o no il papa, feci un semplice ragionamento. Io non so se Bergoglio sia o meno il papa, ma sono sicura di una cosa: non mi sento e non sono in comunione con lui. Allora incominciava a pesarmi molto il fatto che tutte le volte che a messa il sacerdote all’omelia nominava ”papa Francesco” per qualche sua affermazione o azione, mi innervosivo e la messa era rovinata. Ancor di più mi pesava che alla consacrazione, partecipando alle parole del sacerdote, dicessi a Dio, oltretutto in un momento così sacro, la grande bugia di essere lì in comunione col nostro papa Francesco e il nostro vescovo Caio.
Non sono più riuscita a reggere questa bugia, tanto più che, appena uscita dalla chiesa, non mancavano le occasioni per parlare con altri fedeli della tal castroneria o eresia di papa Francesco eccetera eccetera.
Non sono minutelliana. Temo che il cosiddetto “piccolo resto” sia anch’esso su un binario morto. Da parte mia ho rinunciato alla partecipazione e ai sacramenti. Il sedemenefreghismo non può portare ad altro, se non è ipocrita. Restare legati a una ”tradizione” che non ha continuità con una Chiesa viva nel presente mi sembra una sorta di imbalsamazione di un cadavere.
E così sono in una sorta di stand by. Non so se ho perso la fede. Forse nel profondo, in modo semi-conscio, attendo un qualche intervento rivelatore dal Cielo.
Buon Avvento!
Lettera firmata
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Caro Valli,
ho letto con interesse su Duc in altum la proposta del Gruppo dei nove circa il sedemenefreghismo, trovandola affine alla mia, che si riduce essenzialmente a dire che se il papa non conferma nella fede non va seguito. Tuttavia questa mia convinzione, che mi pare semplice se non proprio banale, spesso incontra l’opposizione delle varie tesi che il Gruppo dei nove ben delinea. Di frequente mi trovo a confrontarmi con un cattolicesimo conservatore che anziché porsi in una posizione critica che apra a un agire da veri cattolici, controrivoluzionario, come meritano le iniziative rivoluzionarie anticattoliche poste in essere da Bergoglio, è pronto ad accogliere di tutto (dal mio punto di vista anche il proprio eventuale suicidio) e si logora e si divide attorno a questioni su cui può poco o nulla.
Qualche giorno fa un lettore di Duc in altum ha ventilato l’ipotesi di una opposizione a Santa Marta dal basso, dal popolo. Condivido l’idea, ma più che accorrere a San Pietro con striscioni e cartelli riterrei opportuno iniziare a vivere in prima persona e a testimoniare con fermezza la fede di sempre, laddove ci si trova. Se le azioni rivoluzionarie del concilio e del post-concilio hanno teso a obnubilare, infangare, schernire la fede di sempre, la prima azione controrivoluzionaria sta nel riscoprirla e rimetterla al centro come la tradizione secolare e la fede in Nostro Signore Gesù Cristo impongono.
Voglia il Signore, in questo tempo di Avvento, di attesa, donarci la grazia di riaffermare e difendere la nostra fede di sempre.
Roberto Parisotto
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Caro Valli,
circa il documento del Gruppo dei nove, posso dire che nel mio piccolo è da un po’ di tempo che mi rifiuto di ascoltare quello che dice Bergoglio.
Non voglio entrare nel merito di quanto sostiene, né scindere tra affermazioni buone e cattive. Non lo ascolto proprio, e se qualcuno mi riporta le sue parole, magari per farmi sapere che ha detto qualcosa di cattolico, come condannare l’aborto, faccio finta di niente. Io non ho sentito niente.
Voglio salvaguardarmi perché, essendo ormai la mia fiducia in lui pari a zero, non vorrei che (non accadrà, ma nel caso…) se lui un giorno dicesse che Gesù è morto in croce, io automaticamente comincerei a pensare che sia vero quello che alcuni miscredenti dicono, cioè che Gesù è morto di freddo.
Grazie per la pazienza.
Roberto Di Giannantonio
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Gentile Valli,
una brava suora non si dovrebbe mai spazientire, ma io sono ancora in cammino per diventarlo, quindi lo dico con una certa stizza: il sedemenefreghismo è una boiata pazzesca!
Che Benedetto XVI abbia o no rinunciato al munus petrino non è la stessa cosa! Che Bergoglio sia o no il papa non è la stessa cosa!
Ma chi sono questi nove? Sono cattolici? Davvero a loro non importa se il soglio petrino è stato usurpato o meno?
Veramente Satana regna e confonde le menti di tutti!
Preghiamo! Fortemente! Che il Signore abbia pietà di noi!
Una claustrale
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Caro Valli,
l’idea del sedemenefreghismo mi piace molto. Anche perché noi tradizionalisti (offendo qualcuno?) amiamo l’ironia e anche l’auto-ironia, sulle orme di san Tommaso Moro, san Filippo Neri e san Giovanni Bosco. Solo Bergoglio può pensare che noi si sia cupi e autoflagellanti: ad esempio, i sani tradizionalisti amano, nei tempi leciti, la buona cucina e il buon vino. Don Camillo docet. Ho il sospetto che ad essere emaciati, tristi e sempre-penitenti siano “loro”, non noi. Guardate Zuppi. Inoltre la proposta sedemenefreghista ha i suoi vantaggi pratici che si evincono chiaramente dal nodale punto 11 della proposta.
Essendomi io sempre dichiarato “tradi-ecumenico”, e perseguendo il principio del “nessun nemico a destra”, vedo in questo punto la possibilità di far sospendere ogni polemica tra le varie “scuole” del tradizionalismo, che si accusano a vicenda di essere cripto-moderniste, conciliariste (nel senso di accettanti il Concilio Vaticano II), conciliatoriste (nel senso di ritenere il concilio superiore al pontefice), tradi-protestanti, filo-ortodosse (nel senso di apprezzare le Chiese orientali e in particolare quella moscovita…), filo-benigniniane, anti-benigniniane. Una volta ho udito persino un’accusa terribile e inaudita: “Siete guénoniani!”.
Sospendiamo le reciproche accuse almeno fino quando la Santa Sede non ritornerà in mani cattoliche. Sì, lo so: conoscendo il nostro ambiente, è un auspicio vano, ma lasciateci sognare. Cerchiamo, pur marciando separati, di colpire uniti quello che Solženicyn definiva “il sistema della menzogna” che ora domina incontrastato, violento e beffardo (il ghigno di satana) nella Chiesa terrena e non esita a colpire, nel modo più miserabile, chi ancora si ostina a credere nelle Verità e nella Dottrina della Chiesa di Cristo.
I veri cattolici possono essere pessimisti sul breve periodo (basta guardarsi attorno), ma devono essere ottimisti sul lungo periodo, sulla Storia e sulla sua fine. Ci è stata fatta una promessa: che Lui sarà sempre con la Chiesa, piccolo o grande resto che sia, fino alla fine dei tempi. Quindi, freghiamoci di quello che dice Bergoglio, nel senso di non seguirlo, non ascoltarlo, non considerarlo portatore di Magistero, pur smascherando le sue nequizie e denunciandolo come distruttore della Fede. Sì, il sedemenefreghismo mi piace.
Antonio de Felip
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Caro Valli,
sono convinto che la maggioranza dei cattolici praticanti si disinteressi dei voli pindarici dei rahneriani, figuriamoci del sedevacantismo.
Per questo sono in linea con i sedemenfreghisti e bado a cercare di essere fedele a quanto mi hanno insegnato fino alla quinta elementare, con il famoso catechismo di san Pio X. Non credo che mi abbiano indirizzato al male.
Quanto ai perfezionamenti intervenuti dopo, con il Concilio Vaticano II, preferisco anch’io, prudentemente, farne a meno e andare sul sicuro.
Un cordiale saluto in Cristo
Giovanni Giuseppe Marcolini
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Che cosa penso del sedemenefreghismo?
Che bisognerebbe chiudere Internet.
Francesco Arzillo