Il deserto, le nostre paure e il Bambino che verrà
di Rita Bettaglio
Quid exístis in desértum vidére? Cosa volevate vedere andando nel deserto?
Cristo interroga ognuno di noi. Chi cercate? Cosa volete? Lo chiede per ben tre volte.
San Giovanni Battista, il più grande tra nati di donna, attirava molti nel deserto. Ma perché andavano a vederlo? Forse solo per curiosità verso un personaggio enigmatico, sopra le righe, che vestiva in modo strano e mangiava solo locuste e miele selvatico. Quello che oggi definiremmo un fenomeno, da ammirare, magari, ma da cui poi tenersi alla larga.
Il Battista viveva nel deserto. I primi monaci vivevano anch’essi nel deserto. Ma perché? Perché proprio lì, in un ambiente tanto ostile e inquietante?
Questa scelta ci disturba sottilmente, anche se ci dichiariamo certi che la cosa, in fondo, non ci riguardi affatto. Ne siamo sicuri? Non è forse che la nostra anima capisca assai di più di quanto siamo disposti ad ammettere?
Sappiamo che per ognuno di noi c’è un deserto preparato apposta, un deserto a cui non possiamo sfuggire e dove, prima o poi, saremo portati. Questo spaventa terribilmente e perciò ci frastorniamo di attività, interessi, impegni, progetti. Ma il deserto, come la croce, resta là e ci attende, strumento di redenzione.
Il deserto è sconfinato, inospitale: caldissimo di giorno, freddissimo di notte. Il deserto ci sbatte in faccia, senza complimenti, la nostra piccolezza, la nostra irrilevanza, i nostri limiti.
Non ci sono distrazioni nel deserto, ed è per questo che i primi monaci ci andavano. Un orizzonte sconfinato, senza vedere nessuno, senza sentire una voce: la condizione ideale per un confronto reale con sé stessi e con Dio.
Chi può pretendere di comandare nel deserto? Nessuno. È il deserto che comanda.
I primi monaci vi fuggirono per non sfuggire più dallo sguardo di Dio. Deserto come luogo d’incontro con Dio, dopo aver superato lo shock di vederci miseri, piccoli e bisognosi di tutto.
Questa cosa non ci piace affatto, ma è la grazia più grande che possa farci Dio: chiamarci nel deserto. Questa grazia Egli non la fa solo a gente come il Battista o sant’Antonio il grande. La offre a ogni cristiano.
Nel mondo d’oggi il deserto per i cristiani è quasi ovunque, in una società e in una chiesa che non lo vuole, come non vuole ascoltare la voce di san Giovanni Battista.
Vox clamantis in deserto: parate viam Domini, rectas facite semitas eius. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.
Il deserto ci fa capire che siamo veramente piccoli e questo non è un problema agli occhi di Dio.
Cum essem parvula, placui Altissimo, recita un responsorio dell’ufficio della Beata Vergine Maria, pur essendo piccola sono piaciuta all’Altissimo.
Perché il Signore ha nascosto le sue delizie ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai piccoli.
Vogliamo essere tra questi piccoli? San Benedetto ce ne indica la via fin dalle prime parole della sua Regola: Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore.
Per ascoltare ci vuole il silenzio, il deserto appunto.
Accettando questo deserto con tutte le sue conseguenze, saremo veramente pronti ad accogliere il Bambino che nascerà, il piccolo Salvatore.