Il clero americano è sempre più conservatore. Ecco perché Francesco lo prende di mira
di John Horvat
Nonostante gli sforzi per adattarsi alle montagne russe teologiche del papato di Francesco, il clero americano si ritrova spesso a essere bersaglio dei commenti offensivi del papa. Un nuovo studio sui sacerdoti e sui seminaristi degli Stati Uniti fornisce alcune informazioni sulle ragioni alla base degli attacchi.
Il liberal Francesco ha invitato i cattolici ad abbracciare posizioni controverse su questioni morali, ecologiche e politiche spesso identificate con quelle della sinistra. I cattolici americani non nascondono la loro preoccupazione e Francesco risponde definendoli arretrati e ideologici. Li ha criticati perché non seguono la via sinodale propugnata dai settori d’avanguardia che si suppone rappresentino il futuro della Chiesa. Sembra spazientito da un clero che non è disposto ad abbracciare le idee progressiste.
Una questione di attesa
Si potrebbe naturalmente sospettare che il problema risieda nei sacerdoti più anziani e nei fedeli laici attaccati agli schemi tradizionali. Dunque la soluzione sembrerebbe quella di aspettare che i tradizionalisti si estinguano per fare spazio ai giovani progressisti che avanzano verso la leadership.
Tuttavia, la vera ragione è opposta. Un rapporto di diciotto pagine pubblicato in novembre dalla Catholic University of America di Washington [Duc in altum ne ha parlato qui] rileva che non i più anziani bensì i sacerdoti americani più giovani si stanno allontanando dagli ideali progressisti.
Chi si sta estinguendo?
I giovani sacerdoti americani abbracciano la tradizione in numero sempre maggiore. I vecchi posizionamenti progressisti stanno andando verso l’estinzione. In effetti, i nuovi sacerdoti cattolici statunitensi che si identificano come teologicamente “progressisti” sono scesi a numeri così bassi che stanno scomparendo dai radar. La tradizione e l’ortodossia sono il futuro della Chiesa cattolica in America.
“In poche parole – si legge nel rapporto – la percentuale di nuovi sacerdoti che si considerano politicamente liberali o teologicamente progressisti è in costante diminuzione dal Concilio Vaticano II e ora è praticamente scomparsa”.
Le cifre sono impressionanti. I risultati di una delle più ampie indagini sul clero cattolico in oltre cinquant’anni si è basata sulle risposte di 131 vescovi e 3.500 sacerdoti e su interviste approfondite con oltre cento sacerdoti.
Un declino costante
Il clero americano non è sempre stato conservatore, come dimostrano le differenze generazionali negli atteggiamenti. I sacerdoti che si sono identificati come “un po’ progressisti” o “molto progressisti” sono scesi da quasi il 70% tra quelli ordinati nel 1965-1969 a meno del 5% tra quelli ordinati nel 2020 o successivamente. Inoltre, nessun sacerdote ordinato dopo il 2020 si è descritto come “molto progressista”.
Gli autori dello studio sono attenti a sottolineare che le etichette si basano sull’auto-percezione degli intervistati. Non rappresentano questioni specifiche. Tuttavia, l’indagine indica la direzione generale del clero e della Chiesa in America.
Niente più vie di mezzo
Una conclusione importante è lo svuotamento della sinistra e del centro teologico del clero americano. Circa l’85% degli intervistati più giovani si descrive come “conservatore/ortodosso” o “molto conservatore/ortodosso” dal punto di vista teologico. Percentuali che si scontrano con quelle del passato.
Un tempo i sacerdoti teologicamente “progressisti” e “molto progressisti” costituivano il 68% dei nuovi ordinandi, si legge nel rapporto. “Oggi questo numero si è ridotto quasi a zero”.
Il declino è evidente e il motivo non è legato alla tendenza della formazione nei seminari. Il carattere preponderante che queste opinioni non sono il frutto di meccanismi adottati per cambiare rotta. Qualsiasi sforzo di questo tipo avrebbe richiesto molti anni per invertire la direzione.
Venerazione per il papato
Il sondaggio rivela che la Chiesa in America si sta dirigendo verso un futuro più tradizionale e il progressismo sta semplicemente morendo. Il disaccordo verso le idee progressiste favorite da papa Francesco non sembra però intaccare la venerazione che questi sacerdoti hanno per la carica papale. I cattolici in America non sono in rivolta contro il papa.
Il sondaggio mostra infatti che “nonostante le truppe di nuovi ordinandi tendano a essere più conservatrici/ortodosse sia politicamente che teologicamente, la stragrande maggioranza di questi sacerdoti più giovani accetta la subordinazione nei confronti di papa Francesco”. Questo rispetto incondizionato per l’ufficio del papa rivela una posizione equilibrata di resistenza che non diminuisce l’amore per la gerarchia della Chiesa.
Perché l’America è presa di mira
L’adesione del clero americano alla tradizione contribuisce a spiegare il duro atteggiamento di Francesco nei suoi confronti. La realtà americana contraddice nettamente la narrazione progressista su come i cattolici dovrebbero comportarsi.
Tutti i miti vengono distrutti. Le idee progressiste, che dovrebbero essere attraenti, non riescono ad attrarre l’America cattolica, sebbene sia stata a lungo promossa come nazione progressista. I giovani, che dovrebbero costituire la fascia d’età più progressista, si dimostrano ora i più tradizionalisti dal punto di vista teologico. Secondo la narrazione progressista, gli americani non dovrebbero anelare alla tradizione, bensì alla “conversione” ecologica e sinodale. Invece avviene il contrario.
Ecco perché i cattolici in America sono un bersaglio. Non è perché alcuni piccoli gruppi conservatori hanno creato polemiche. Abbracciare la tradizione è diventato un comportamento di maggioranza. In America la posizione progressista di papa Francesco non ha futuro.
Fonte: Tfp.org