di Rita Bettaglio
“Venghino siori, venghino…” diceva il buon vecchio imbonitore da baracconi, per richiamare la gente al circo.
L’omino dal naso un poco rubizzo ci ha sempre strappato un sorriso bonario. Faceva il suo mestiere e ci ricordava l’infanzia, lo zucchero filato e il croccante. Quelle lunghe sere d’estate con le dita appiccicose e una sete feroce.
Ma paludato da vescovo non lo abbiamo mai visto. Fino ad ora, almeno.
Accade invece in quel di Senigallia, dove la locale diocesi ha partorito un’iniziativa dal sapore un po’ fieristico.
L’ora di religione in un mondo che cambia: ecco il titolo della performance andata in scena lo scorso 2 dicembre all’auditorium San Rocco di Senigallia. Almeno il cane del santo ci sarà stato.
Leggiamo sul sito della diocesi: “L’attenzione verso le nuove generazioni ha portato la Chiesa di Senigallia ad una riflessione verso il mondo della scuola, con il proposito di poter contribuire alla crescita integrale delle ragazze e dei ragazzi”.
E fin qui… direte voi. Ma il mercanteggiamento è subito dietro l’angolo. Andiamo avanti: “Su iniziativa di alcuni docenti del nostro territorio, è stata avviata da un paio di anni una discussione circa la natura e le caratteristiche dell’Ora di Religione (Insegnamento della Religione Cattolica), soprattutto in riferimento al mutato contesto sociale, culturale e religioso del nostro Paese di questi ultimi decenni”.
Eh già, se i dogmi evolvono perché non dovrebbe farlo anche l’ora di religione? Perbacco! Non siamo certo dei retrogradi sanfedisti, sostenitori del clericalismo più gretto e reazionario!
San Giovanni Bosco non ha forse fatto scuola a tutto il mondo col suo sistema preventivo, che traeva ispirazione dalla pedagogia che il Creatore stesso adopera con ognuno di noi.
Apprendiamo, però, che – galeotta la revisione del Concordato degli anni Ottanta – l’ora di religione “ha assunto le caratteristiche di un insegnamento culturale e non più catechistico, con la finalità di offrire a tutti ‒ credenti, non credenti, diversamente credenti ‒ un’occasione di conoscenza dei codici spirituali che favoriscono la lettura di sé e della storia”.
Che lavoro di fine cesello! Cultura e non catechismo, credenti, non credenti e diversamente credenti (chi saranno? Quelli che credono agli ufo?), codici spirituali…
Su queste paroline magiche si scivola così dolcemente che si giunge insensibilmente ad affermare che “la trascendenza e la spiritualità sono valori eminentemente laici”.
Laici? In che senso? Come può ciò che è trascendente e spirituale, cioè metafisico, essere miseramente laico? Che vuol dire? Mistero.
Non sarà forse solo marketing per aumentare le iscrizioni all’ora di religione, ormai in picchiata?
Leggiamo ancora: “In questa fase della storia, abbiamo bisogno di una nuova prospettiva umanistica e crediamo che l’Ora di Religione a scuola sia un’occasione preziosa per promuoverla. In questo senso la vogliamo offrire a tutti”.
Ecco, qui fa capolino l’omino rubizzo che strilla accanto al tendone a strisce bianche e rosse: “Venghino…”.
“Vorremmo che questa Disciplina (…) invece di escludere ‒ come a volte accade nei confronti di chi non è cattolico o credente ‒ diventi inclusiva, dialogante ed ospitante”.
A parte la costruzione scorretta (si dice “vorremmo che diventasse”, non “vorremmo che diventi”) ecco fatto, direbbe mia nonna, l’uovo con due rossi: inclusiva, dialogante e ospitante.
Ma chi e che cosa ospiterebbe la nuova, certamente sinodale, ora di religione?
Meglio non dirlo esplicitamente, per il momento. Avete mai sentito l’omino dire che il leone del circo è sdentato e la tigre morta dal sonno?
Certo è necessario “avviare un progetto di sperimentazione didattica dell’Ora di Religione per il prossimo anno scolastico che, senza snaturare la sua identità, la porti ad essere nei contenuti più sensibile all’attuale contesto multireligioso italiano”.
Menù alla carta per il prossimo anno scolastico: scegliete le vivande come meglio vi aggrada, e vi saranno servite.
“Abbiamo pensato di allargare la discussione su questi temi alla Cittadinanza: ci dicano i cittadini cosa troverebbero interessante fosse insegnato nell’ora di religione. Il contributo prezioso dei relatori e le vostre riflessioni saranno sicuramente importanti piste di lavoro per il futuro”.
La Chiesa ha smesso da un po’ di essere mater et magistra, come ancora affermava Giovanni XXIII nell’omonima enciclica: “Madre e maestra di tutte le genti, la Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti, lungo il corso dei secoli, venendo al suo seno ed al suo amplesso, trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza”.
Ora si occupa di “piste per il futuro”. Ma ci sono svariati tipi di piste, alcune anche dannose alla salute.
“Venghino siori, venghino! Più gente entra, più bestie si vedono!”