I sacerdoti e i fedeli non accettino di eseguire e ricevere qualsiasi forma di benedizione di coppie in situazione irregolare e di coppie dello stesso sesso.
La richiesta, formulata in una dichiarazione datata 19 dicembre e inviata a tutti i sacerdoti e alle parrocchie della sua arcidiocesi, l’arcivescovo Tomash Peta di Santa Maria ad Astana, in Kazakistan, insieme al vescovo ausiliare Athanasius Schneider, spiega che la nuova dichiarazione Fiducia supplicans è un “grande inganno” e che le benedizioni per le coppie omosessuali “contraddicono direttamente e seriamente la Rivelazione divina, la dottrina e la pratica ininterrotta e bimillenaria della Chiesa cattolica”.
Nel comunicato in risposta alla dichiarazione vaticana Peta e Schneider avvertono sacerdoti e fedeli: “Questo sforzo di legittimare tali benedizioni” avrà “conseguenze distruttive di vasta portata e distruttive” e nei fatti trasformerà la Chiesa cattolica in un “agente di propaganda” dell’ideologia omosessualista.
Anche se il documento, scrivono i due prelati, non autorizza il “matrimonio” di coppie dello stesso sesso non deve rendere ciechi pastori e fedeli di fronte al grande inganno e al male che risiede proprio nell’autorizzazione a benedire coppie in situazioni irregolari e dello stesso sesso. “Benedire coppie in situazione irregolare e coppie dello stesso sesso significa abusare grvemente del Santissimo Nome di Dio, poiché questo nome viene invocato su un’unione oggettivamente peccaminosa di adulterio o di attività omosessuale”.
Nella nota firmata da Peta e Schneider si legge: “Come successori degli Apostoli e fedeli al giuramento solenne, fatto in occasione della nostra consacrazione episcopale, di conservare il deposito della fede in purezza e integrità, secondo la tradizione sempre e ovunque osservata nella Chiesa fin dai tempi degli Apostoli, esortiamo e proibiamo ai sacerdoti e ai fedeli dell’arcidiocesi di Santa Maria in Astana di accettare o eseguire qualsiasi forma di benedizione di coppie in situazione irregolare e di coppie dello stesso sesso. Va da sé che ogni peccatore sinceramente pentito e con la ferma intenzione di non peccare più e di porre fine alla sua situazione di peccato pubblico (come, ad esempio, la convivenza al di fuori di un matrimonio canonicamente valido e l’unione tra persone dello stesso sesso) può ricevere una benedizione”.
“Con sincero amore fraterno e con il dovuto rispetto -concludono i due prelati -, ci rivolgiamo a Papa Francesco, il quale, permettendo la benedizione di coppie in situazione irregolare e di coppie dello stesso sesso, non cammina rettamente secondo la verità del Vangelo (cfr. Gal 2,14), per riprendere le parole con cui san Paolo Apostolo ammonì pubblicamente il primo papa ad Antiochia. Pertanto, nello spirito della collegialità episcopale, chiediamo a papa Francesco di revocare il permesso di benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie dello stesso sesso, affinché la Chiesa cattolica possa risplendere chiaramente come colonna e fondamento della verità (1 Tim 3, 15) per tutti coloro che cercano sinceramente di conoscere la volontà di Dio e, adempiendola, di raggiungere la vita eterna”.