L’America Latina è sempre meno cattolica, mentre crescono i protestanti. Lo dice un rapporto di 286 pagine, pubblicato dal Consiglio episcopale dell’America Latina e dei Caraibi (Celam), che fornisce “una panoramica della presenza e della missione della Chiesa cattolica nei Paesi dell’America Latina e ne analizza l’evoluzione nel corso degli ultimi cinquant’anni al fine di identificare i suoi principali punti di forza attuali e le sfide che deve affrontare”.
Lo studio, pubblicato nel 2023, si compone di due parti: la prima propone un’analisi comparativa della situazione attuale nelle regioni in cui è distribuita la Chiesa, ovvero America Centrale e Messico (Camex), Caraibi e Antille, regione Bolivariana o Andina e Cono Meridionale; la seconda descrive l’evoluzione della missione della Chiesa nella regione nel periodo 1970-2020.
I dati provengono dagli Annuari statistici della Chiesa, pubblicati annualmente dal Vaticano, e da Latinobarómetro, che fornisce informazioni sull’autodichiarazione di appartenenza al cattolicesimo da parte della popolazione.
Nel prologo, monsignor Jorge Eduardo Lozano, segretario generale del Celam e arcivescovo di San Juan de Cuyo (Argentina), scrive: “La diminuzione del numero dei battesimi e di altri sacramenti, come cresime e matrimoni, solleva interrogativi sulla sacramentalità nei Paesi latinoamericani”.
Il rapporto afferma che il numero annuale dei battesimi è sceso da 8.197.000 nel 2000 a 5.135.000 nel 2020. Anche le cresime e i matrimoni cattolici sono diminuiti costantemente.
Nella conclusione, gli autori affermano : “È possibile congetturare che il numero dei cattolici nella regione, considerato sulla base del numero di battesimi amministrati ogni anno, diminuirà nel prossimo futuro a causa della concomitanza di due tendenze: il rallentamento della crescita demografica e la diminuzione del numero dei battesimi amministrati annualmente”.
Un indebolimento generalizzato dell’appartenenza cattolica sembra “indicare una perdita di influenza della Chiesa cattolica nella popolazione latinoamericana, un allontanamento dall’istituzione”.
Monsignor Lozano sottolinea che “la diminuzione del numero dei seminaristi pone sfide per il futuro per quanto riguarda il numero dei sacerdoti e la pastorale delle comunità. In passato la vita consacrata, sia maschile sia femminile, è stata un pilastro importante della Chiesa in America Latina, assicurando attraverso le sue opere una costante presenza missionaria e un prezioso servizio sociale. Ora però la vita religiosa, specie femminile, è in declino, sollevando interrogativi sul futuro di queste opere e sulle conseguenze per le comunità più vulnerabili”.
Uno studio del Pew Research Center, Religion in Latin America. Widespread Change in a Historically Catholic Region, pubblicato il 13 novembre 2014, ha rivelato che la Chiesa cattolica in America Latina ha iniziato a diminuire in modo significativo a partire dagli anni Settanta, mentre gli evangelici e coloro che si dichiarano “senza religione” sono andati aumentando.
Già dieci anni fa la Chiesa cattolica registrava perdite nette. Molti latinoamericani hanno aderito alle denominazioni evangeliche protestanti. Quasi un nicaraguense su quattro, un brasiliano su cinque e un venezuelano su sette sono ex cattolici. Gran parte della migrazione dal cattolicesimo al protestantesimo in America Latina è avvenuta nell’arco di una sola generazione.
Gli ex cattolici convertiti al protestantesimo affermano nella maggior parte dei casi di averlo fatto per la necessità di un rapporto più personale con Dio e di uno stile diverso nel culto. Quando si tratta di questioni morali come l’aborto, il sesso extraconiugale, il divorzio e il matrimonio tra persone dello stesso sesso, i cattolici latinoamericani tendono a essere meno conservatori dei protestanti e questo è considerato un altro motivo di conversione del passaggio dal cattolicesimo al protestantesimo: il 60% degli adulti dichiara di aver lasciato la Chiesa cattolica per andare in una chiesa con elevati standard di moralità. L’indagine del Pew Research Center afferma che in quasi tutti i paesi studiati gli evangelici vanno in chiesa più spesso e pregano più frequentemente dei cattolici.
Fonte: fsspx.news