Sulla lettera di Luxuria / Fede in Gesù o fede nel papa?
di Vincenzo Rizza
Caro Valli,
ieri Avvenire ha pubblicato la lettera di Vladimir Luxuria, che racconta la sua “storia con la fede” [qui].
È la storia di una persona che ha vissuto un dramma nel non riconoscersi nel suo corpo, nell’essersi sentita per questo rifiutata dalla Chiesa; di una persona che ha, quindi, ferocemente combattuto il Vaticano e si è convertita al buddismo per trovare un equilibrio; di una persona che, grazie all’aiuto di alcuni sacerdoti e all’avvento di papa Francesco, racconta di aver ritrovato la fede.
Grazie a papa Francesco, infatti, la Chiesa avrebbe finalmente imboccato una strada “tortuosa” e “in salita” per una “piena accoglienza”, anche perché “ognuno dovrebbe avere il diritto alla Fede che non è incompatibile con l’orientamento sessuale o con l’identità di genere”.
Spero sinceramente che Vladimir Luxuria (così come ogni persona che vive il suo dramma) possa trovare accoglienza, pace e conforto nella fede; il problema è quale fede.
Troppo spesso riteniamo di avere il “diritto” a una fede costruita a nostra immagine e somiglianza, senza considerare che la Fede, almeno per noi cattolici, dovrebbe essere un dono che comporta anche responsabilità: Fede è riconoscere la presenza di Gesù, credere in Lui e in ciò che ha insegnato. I suoi insegnamenti non sono sempre facili da seguire: siamo tutti peccatori e solo la misericordia di Dio potrà salvarci; ciononostante dobbiamo sforzarci di portare ognuno la nostra croce nella sequela del Cristo.
Compito della Chiesa, pertanto, non è assecondarci nelle nostre debolezze, nei nostri vizi e nei nostri errori, ma indicarci la strada che ci conduca verso chi è “la via, la verità e la vita”, senza pericolose e inutili scorciatoie che possono portarci altrove. Nessuno ha mai messo in dubbio che la Chiesa debba accogliere tutti: Gesù non è venuto per pochi ma per salvare l’intera umanità. Tuttavia, il libero arbitrio che ci è stato donato ci consente di rifiutare l’invito, e Gesù ci ricorda che la porta è stretta.
La lettera di Luxuria è stata commentata ieri in un articolo pubblicato sul sito del Corriere della sera [qui]. Nel titolo Luxuria sembra dire “credo in papa Francesco”. Francamente non ho trovato nella lettera ad Avvenire questa affermazione, verosimilmente frutto della creatività del titolista del Corriere. Tale creatività è stata, tuttavia, inevitabilmente stimolata dalle parole di Luxuria, che sembra a tratti confondere la Fede in Gesù con la fede in un papa che nel tentativo di avvicinare chi si è allontanato dalla Chiesa, rischia seriamente di disperdere l’intero gregge conducendolo lontano dalla Verità. Il rischio è di sostituire il culto verso Dio con il culto verso il papa; una francescolatria che non fa bene ai fedeli e non fa bene al papa.