“Fiducia supplicans”, ovvero la realtà oltre la fantasia
Caro Valli,
tempo fa regalai a un mio parente sacerdote il suo libro Come la Chiesa finì. Sapendolo uomo estremamente intelligente e di spirito, non temevo di offenderne la sensibilità ma, al contrario, contavo di offrirgli uno spunto per una proficua conversazione sulla condizione della Chiesa e sulle sue prospettive future. Così fu.
Oggi, alla luce di quanto spurga dalla penna del prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, le sue cupe previsioni contenute in quel pamphlet sono state ampiamente superate dalla realtà.
Lei, almeno, immaginava sovvertimenti dottrinali che, per quanto inammissibili, presentavano una sorta di (pur perversa) logica del discorso.
Siamo giunti, invece, al punto di vedere l’attuale occupante del ruolo che fu di Benedetto XVI sproloquiare di benedizioni “pastorali”, saltellando allegramente da un errore a una contraddizione, da una generalizzazione a un’omissione. Il tutto “arricchito” da descrizioni untuose e viscide che sembrano presupporre una certa familiarità con il tema trattato.
La saluto con grande stima e viva cordialità.
Lettera firmata