Cari amici di Duc in altum, continuano ad arrivare numerose le vostre reazioni agli articoli di Fabio Battiston [qui] e dell’Investigatore Biblico [qui] sulla questione del che fare davanti all’apostasia nella Chiesa. Chiedo scusa se non pubblico tutti gli interventi e se in qualche caso li ho dovuti un poco sintetizzare.
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Carissimo Valli,
vorrei dedicare due parole di apprezzamento per l’esortazione del presbitero che si firma Investigatore Biblico.
Faccio mie le sue accorate parole perché sono le stesse che rivolgo a chi mi chiede che cosa fare davanti a tutto ciò che sta succedendo dentro la Chiesa.
Ma la domanda che mi è stata rivolta con altrettanta frequenza è ancora più drammatica, se fosse possibile, di quella sul che cosa fare. Infatti, essa viene da un ragionamento logico che, umanamente, pare inoppugnabile: ma se questa (la Chiesa cattolica) è l’unica Chiesa che Cristo ha fondato, quindi l’unica sua, perché Dio non interviene? Forse allora non è la sua Chiesa?
Capisce, Aldo Maria, che il ragionamento non fa una piega, umanamente. E umanamente è difficile dare una risposta, perché, come dice il confratello Investigatore, questa è una situazione che non ha avuto precedenti nella storia della Chiesa.
A tutti coloro che mi interpellano rispondo con le stesse indicazioni di Investigatore Biblico: guardate alla Passione di Cristo!
Tre gli attori del dramma:
– Cristo, che dopo essersi rivelato come Dio si consegna agli sgherri senza un gesto, senza una parola;
– gli apostoli, che scappano lasciando solo il Signore, non per paura, ma perché delusi da Gesù che, anziché incenerire gli avversari, si consegna loro;
– Maria Santissima, che nel silenzio e nel nascondimento rimane fedelissima accanto a Cristo martoriato e reso irriconoscibile tanto è ferito e vilipeso.
In questi tre comportamenti vediamo anche l’oggi.
Il Corpo mistico è ora irriconoscibile e molti si attendono un intervento divino che però non viene. Il silenzio di Dio è assordante e fa paura. Molti, come gli apostoli, si scandalizzano e fuggono verso realtà parallele o addirittura separate.
Chi rimane fedele sta imitando la Madre di Dio, accanto al Corpo mistico, in silenzio, in preghiera, offrendo a Dio Padre il dolore di vederlo così irriconoscibile. Ma sotto le ferite e il sangue c’è il volto del Corpo mistico.
Il confratello Investigatore afferma che il Corpo mistico è ora sulla Croce e chi vuol rimanere fedele deve stare ai suoi piedi.
In realtà, se si segue il parallelismo con la Passione di Cristo, sono portato a vedere il Corpo mistico non sulla Croce e nemmeno nella Via Crucis ma ancora nel Getsemani nel momento peggiore della Passione, nel momento in cui il Signore prende su di se tutti i peccati del mondo, cosa che gli fa sudare sangue.
Manca, oggi, quello che accadde dopo la sudorazione ematica di Gesù: la manifestazione del traditore come tale. Reputo, quindi, che il Corpo mistico oggi sia a sudar sangue, nel suo spirituale Getsemani, per tutti gli scempi che deve sopportare. A breve si manifesterà il novello traditore che catturerà il Corpo mistico e allora sarà Passione e la Croce.
Desidero ringraziarla, caro Valli, per i contributi presenti nel suo blog. E ringrazio l’Investigatore Biblico.
Solo in Cristo il bene!
Ministro Ordinato di Santa Romana Chiesa
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Caro Valli,
sto leggendo con grande interesse gli spunti di riflessione su come il buon cristiano debba comportarsi dinanzi a quella che ormai è comunemente definita “Chiesa in uscita”.
Gli occhi di tanti fedeli ormai si sono aperti, ma una costante ci accompagna: la divisione. Che però non va alimentata. Secondo me ora che il demonio si è manifestato il Signore e le sue milizie sono all’opera nei cuori sia di chi in silenzio prega sia di chi si espone e manifesta. Non mi sento infatti di alimentare la divisione propendendo per l’una o l’altra scelta. Lo strumento di lotta più forte del cristiano cattolico è la preghiera, e io voglio pregare affinché la Santa Madre di Dio interceda presso Dio sia per dare un segno tangibile al mondo sia per darlo a noi singolarmente, perché faccia discendere lo Spirito Santo di cui si sente la mancanza in questo sciagurato periodo storico.
Satana ci vuole divisi, ma noi uniti preghiamo, non abbandoniamo la Chiesa. Qualsiasi rito frequentiamo, portiamo sulle nostre gambe la nostra fede nel mondo.
Il mio riferimento rispetto a come porsi dinanzi a un papa ostile è sempre san Francesco d’Assisi, che fece del Vangelo la sua vita.
Non praevalebunt. Uniti nella preghiera.
Con profonda stima
Maria
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Caro Valli,
apprezzo molto le considerazioni dell’Investigatore Biblico e soprattutto mi colpisce quel suo riferirsi alla Passione che Nostro Signore sta vivendo nuovamente, con tutti gli insulti, i dileggi e le malvagità contro di lui in questi tempi di scandali e di apostasia. No, la nostra Santa Madre Chiesa non possiamo lasciarla, perché è la Chiesa di Cristo, non di Bergoglio, né tanto meno dei suoi scagnozzi. È la nostra Chiesa di sempre e la dobbiamo difendere, la Chiesa che lo Spirito Santo guida da duemila anni e che soffre e patisce, ma rimane sempre uguale. E hai voglia a dire da Fazio che l’inferno è vuoto facendo passare per visionari persino i pastorelli di Fatima! Questi impostori passeranno, ma non passerà mai la parola di Dio. Che Dio ci conceda la grazia di rimanere sempre fermi in questa nostra fede e inginocchiati, sì, ai piedi della Croce insieme al nostro più dolce sostegno: la Madonna Santissima.
Antonina Sìcari
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Caro Valli,
no, non è giunta l’ora. Non abbandoniamo il Santo Corpo Mistico della Chiesa! A mio modestissimo avviso, invece, sarebbe giunta l’ora di organizzare rosari periodici in piazza San Pietro e davanti altre chiese. Mi unirei volentieri.
Francesco
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Caro Valli,
rispondo a Fabio Battiston. Capisco il suo stato d’animo, ma non condivido la soluzione. Cosa penserebbe di un san Giovanni che piuttosto che seguire Gesù nell’iter della sua passione fosse andato a provocare e rimproverare il sinedrio, affermando il suo rifiuto dell’autorità di Caifa? E quale sarebbe la reazione di Caifa? Non faccia questa scelta che lo priverebbe dei sacramenti, mentre mai come ora abbiamo bisogno di una intensa vita eucaristica per accompagnare il Signore nella sua passione rinnovata. Serve la perseveranza. Non è tempo di battaglia, ma di compassione. È l’ora delle tenebre, ma passerà. A tempo opportuno il Signore risolverà tutto col soffio della sua bocca.
Un sacerdote
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Caro Valli,
vorrei porre alcune domande all’Investigatore Biblico sulla scorta del suo toccante intervento. In particolare su che cosa significa oggi “restare nella Chiesa”.
È Chiesa quella espressa dal papa e dal Vaticano, nonostante politiche sempre più estranee alla Tradizione, al Magistero, alle Sacre Scritture?
Bisogna frequentare solo i riti ordinari novus ordo (cosa che sconsiglio vivamente) o, al più, quelli straordinari concessi a suo tempo da Benedetto XVI?
La Fraternità sacerdotale San Pio X è Chiesa?
Il sedevacantismo è Chiesa?
Il sedeprivazionismo (Istituto Mater Boni Consilii) è Chiesa?
L’area di riferimento di monsignor Viganò è Chiesa?
Dove si situa la linea di demarcazione per un cattolico che voglia salvare l’anima?
Se la locomotiva tende a deragliare, il viaggiatore non ha tutto il diritto di cambiare treno? Non significa cambiare religione, ma semplicemente salire sul treno che conduce in porto salvando la Fede.
Ivano Gedda
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Caro Valli,
comprendo il giusto sdegno di Fabio Battiston che chiede di essere scomunicato per condividere la passione di Cristo insieme ai confratelli. Ma questa auto-denuncia, con la quale si pensa di contestare l’autorità dell’attuale pontefice, potrebbe essere al contrario un riconoscimento implicito della stessa. Dopo la sua Passione, Nostro Signore non si trova ormai più a Gerusalemme né tantomeno in Vaticano, ma si è recato prima in Galilea, poi si è fatto riconoscere dai suoi apostoli e quindi è salito al Cielo dove siede alla destra di Dio Padre. Pertanto un ipotetico viaggio in Vaticano per farsi scomunicare o a Gerusalemme per farsi crocifiggere potrebbe essere ormai del tutto fuori luogo e fuori tempo. L’unica soluzione che ci rimane è quella di versare le nostre lacrime amare e di convertirci una buona volta. Potremo così sperare di essere presentati almeno insieme al Buon Ladrone e di scampare da una sentenza che sembra ormai inevitabile, e che così recita: “Lontano da me servi malvagi e infedeli, io non vi conosco”.
Giorgio Venturini
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Caro Valli,
vorrei esprimere il mio apprezzamento per l’articolo scritto dal santo sacerdote che si firma Investigatore Biblico. Con poche e giuste considerazioni è riuscito a indirizzare noi poveri fedeli e a ricordarci che la Chiesa non è solo un’istituzione che vanta tradizioni di duemila anni, ma è la Sposa di Cristo! Possiamo disperarci della situazione attuale creata da personaggi deprecabili, ma non dobbiamo mai dimenticare l’aspetto divino che contraddistingue la nostra fede rivolta al Dio vivente, non al papa o ai cardinali.
Non sono io a dover uscire dalla Chiesa. Semmai sono loro. Noi dobbiamo pregare per la loro conversione.
Mi appello a tutti i buoni sacerdoti in crisi: resistete, pensate al vostro gregge. Che ne sarebbe di noi se voi tutti vi faceste scomunicare? A chi potremmo rivolgerci?
È tempo di usare la prudenza, non di azioni plateali. Ricordiamo che Dio può tutto e senza di lui siamo nulla.
Preghiamo il Signore affinché venga il suo regno. Che il Signore benedica anche lei, caro Valli, e il suo lavoro.
Milena Sansovini
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Caro Valli,
concordo pienamente con la riflessione proposta dell’Investigatore Biblico: restiamo ai piedi della Croce! Perché restare con lui, nostra Via, Verità e Vita, è di vitale importanza! E poi: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!”. Grazie!
Cristiana
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Caro Valli,
l’invito dell’Investigatore Biblico è perfetto: il cattolico deve restare nella Chiesa, ai piedi della Croce. La Chiesa è il Corpo Mistico di Gesù Cristo, Bergoglio e compagni assatanati non sono la Chiesa, ma solo la Gerarchia, così come solo Gerarchia è la pletora di presbiteri che accetta supinamente la scandalosa azione di Bergoglio e della sua cricca, in nome di un inesistente obbligo di obbedienza. La Chiesa rimane, la Gerarchia cambia e sono certissimo che il Signore provvederà a cambiarla. Le porte degli inferi non prevarranno!
Certo, restare ai piedi della Croce porta sofferenza, ma Gesù ci ha chiesto di sopportare la sofferenza e di avere speranza. Non sappiamo quando Egli provvederà a sanare la Gerarchia e a riparare i danni, ma sappiamo che i suoi tempi non sono i nostri. Pertanto non ci resta che pazientare, senza però subire tacendo, ma denunciando in ogni occasione e in ogni luogo chi e come pretende di demolire il Corpo Mistico di Gesù Cristo.
Lei, caro Valli, lo sta facendo egregiamente. Le auguro buon lavoro.
Luciano Motz
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Caro Valli,
a proposito della riflessione dell’Investigatore Biblico volevo rassicurarlo: il suo intervento non è stato né invano e tanto meno fastidioso. Anzi!
Facendo parte, come battezzati, del Corpo Mistico di Cristo, se ce ne andassimo sarebbe come se estirpassimo da quel Corpo degli organi sani (sebbene peccatori).
La settimana ormai prossima in cui si pregherà per l’unità dei cristiani sarà un’occasione per chiedere la grazia di ritrovare questa consapevolezza e il coraggio di portare la Croce insieme a Nostro Signore.
Difficile rinunciare all’amore per noi stessi e all’amore più o meno interessato degli altri, ma certamente non possiamo rinunciare all’Amore di Cristo che ha dato tutto per noi. Senza di lui non possiamo fare nulla.
Sia Lodato Gesù Cristo
Fabio Tesini
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Caro Valli,
concordo pienamente con l’Investigatore Biblico e confermo che il suo messaggio è arrivato limpido al mio cuore. Da sempre vivo con impegno la mia vita di cristiano. In tutte le occasioni di crisi che ho incontrato nella mia Chiesa non è mai venuta meno la mia determinazione di testimoniare la fede operando convintamente al suo interno.
La crisi più grave, che mi provoca dolore e sofferenza, è quella iniziata nel 2013 e continua senza sosta, a causa del papa e di molti prelati che condividono i suoi progetti. Inutile dilungarsi: la situazione è nota e il suo blog la denuncia coraggiosamente. Desidero solo ringraziarla per il suo impegno e salutarla con affetto fraterno.
Franco Cornago (classe 1936)
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Caro Valli,
Scrivo da Buenos Aires. Di fronte allo stato disastroso della Chiesa cattolica anch’io mi chiedo: che fare? Non ho una risposta convincente, ma una cosa mi risulta chiara. A chi dice “stai attento, ti credi il padrone della verità!” va ricordato ciò che stabiliscono il Catechismo della Chiesa cattolica e il Codice di diritto canonico.
I fedeli hanno non solo il diritto, ma talvolta anche il dovere di esprimere ai pastori il loro parere su ciò che appartiene al bene della Chiesa e di farlo conoscere ai fratelli nella fede. E hanno il diritto di esprimere ai pastori della Chiesa i loro bisogni, soprattutto spirituali, e i loro desideri.
Io, semplice peccatore con una preparazione teologica molto limitata, suggerisco che i cristiani restino ancorati al deposito della fede, con il coraggio di affrontare in modo caritatevole tutti i lupi travestiti da pecore tanto comuni nella Chiesa d’oggi.
Che Dio la benedica.
Claudio