Cari amici di Duc in altum, poiché nella lettera [qui] firmata “Un gruppo di fedeli e sacerdoti”, a sostegno di monsignor Viganò, dell’associazione Exsurge Domine e di Familia Christi, si fa riferimento a una precedente lettera “di un fantomatico gruppo di sacerdoti e laici”, qualcuno di voi mi ha fatto notare che per meglio comprendere l’intera vicenda sarebbe stato opportuno conoscere anche i contenuti di questa lettera, risalente all’ottobre 2023. Ho deciso dunque di pubblicarla, per fornirvi tutti gli elementi utili a formare, per quanto possibile, un giudizio.
Giustamente voi mi chiedete: va bene, ma tu come la pensi? Domanda legittima, specie alla luce di notizie recenti, e non confermate dall’interessato, secondo le quali l’arcivescovo sarebbe stato riconsacrato da parte di monsignor Richard Williamson (il vescovo inglese ordinato da monsignor Marcel Lefebvre nel 1988 ma poi espulso, nel 2012, dalla Fraternità sacerdotale San Pio X per dissidi con i superiori).
Mi chiedete anche che cos’è esattamente Exsurge Domine, l’associazione fondata da monsignor Viganò, che cosa si sta realizzando nell’eremo viterbese della Palanzana – che l’arcivescovo ha visitato a piu’ riprese – e chiarimenti circa la vicenda delle monache di Pienza, che a lui si erano rivolte dopo essere state sfrattate dal loro monastero e che Monsignore ha aiutato con interventi pubblici, con l’assistenza canonistica, materiale e spirituale, e con il progetto di un villaggio monastico, patrocinato da Exsurge Domine, in cui accoglierle. Molti sono rimasti un po’ disorientati per le notizie circa l’abbandono del progetto da parte delle religiose. Sono le stesse domande poste [qui] dalla Nuova Bussola Quotidiana.
Precisato che io ho sì un rapporto di amicizia (penso di poterlo definire così) con il monsignore ma non sono mai stato una sorta di suo addetto stampa o portavoce (d’altra parte, Viganò non ne ha mai avuto uno, dato che ha sempre gestito direttamente i rapporti con i mass media di tutto il mondo), faccio notare che per quanto riguarda Exsurge Domine basta andare nel sito dell’associazione [qui] per trovare una serie di risposte, anche dalla viva voce dello stesso monsignor Viganò. Lì sono precisati anche i contatti, per cui, se si desidera avere ulteriori notizie, ci si può rivolgere ai responsabili. Alcuni di voi mi dicono di aver scritto ma di non aver ricevuto risposta. Posso presumere che la mancata risposta alle singole mail sia dovuta alla volontà dei responsabili di Exsurge Domine di dare una risposta ufficiale.
Quanto alla notizia riguardante la riconsacrazione dell’arcivescovo da parte di Williamson e le richieste di chiarimento circa le persone ospitate alla Palanzana, ho fatto come faccio sempre: sono andato direttamente alla fonte, cioè mi sono rivolto a monsignor Viganò. Ed ecco quanto mi ha risposto:
«Il moltiplicarsi di casi di abusi e di vera e propria persecuzione nei confronti di tanti sacerdoti, religiosi e seminaristi si è accompagnato ad azioni di vera e propria intimidazione verso Vescovi che hanno espresso le loro legittime critiche all’azione distruttrice del Vaticano. L’illusione che la Santa Sede agisca con correttezza e nel rispetto del Diritto è sconfessata dal trattamento indegno riservato alle stesse Monache di Pienza o a quelle del Carmelo di Arlington, assieme a decine di altri casi analoghi. Credo che nessuno possa rimproverarmi di aver taciuto o di essermi sottratto al confronto, esponendomi in prima persona; ma in questi frangenti non posso agire come se fossi da solo, dovendo proteggere e dare assistenza spirituale e materiale – tramite Exsurge Domine – a tanti sacerdoti, religiosi e seminaristi perseguitati. Occorre dunque la massima riservatezza, proprio come in tempi di persecuzione, come all’epoca dei “preti refrattari” che in Francia erano costretti alla clandestinità durante il Terrore, mentre l’Episcopato aveva accettato che il Clero prestasse giuramento di fedeltà alla Repubblica rivoluzionaria. Io stesso ho ricevuto minacce e in più occasioni mi sono trovato a dover vivere in località segrete per non mettere in pericolo la mia vita. Il mio impegno attuale è proteggere coloro che, dall’Italia e da altri paesi, mi hanno chiesto protezione: la mia non è dunque reticenza ma doverosa, indispensabile prudenza; perché se da una parte non temo di morire – Mihi vivere Christus est, et mori lucrum (Fil 1, 21) – dall’altra ho dei doveri nei riguardi di chi si è affidato a me come Pastore e a chi, condividendo le mie posizioni, ha voluto aiutare l’associazione di cui sono patrono con la preghiera, con la fiducia e con donazioni. Questa è una fase molto delicata, in cui divulgare informazioni su Exsurge Domine può compromettere il buon esito dei nostri progetti ed esporre i suoi membri a rappresaglie. Tutta la mia azione di questi ultimi anni è stata improntata alla denuncia degli scandali e della corruzione nella Chiesa: come si può anche solo prestare attenzione a chi insinua che io possa agire in modo non coerente con quello che predico?»
Monsignor Viganò è un punto di riferimento per moltissimi fedeli cattolici: le loro richieste di informazioni sono certamente legittime, ma forse non tengono presente che la sua coraggiosa denuncia lo espone a minacce concrete, davanti alle quali anche la legittima curiosità deve sapersi fermare.
Preghiamo per lui e per le persone che egli aiuta. Il Signore ora più che mai guidi i loro passi.
E qui eco la lettera di cui vi parlavo, datata 17 ottobre 2023.
A.M.V.
***
Eccellenza Reverendissima,
siamo un gruppo di laici e sacerdoti che da tempo seguono con sincero interesse le sue vicende ed i suoi interventi. Ci rallegriamo vivamente che negli ultimi anni Lei abbia raggiunto una posizione di chiara consapevolezza dottrinale circa la crisi della Chiesa nata con il Concilio Vaticano II, caso quasi unico nell’episcopato. Le sue posizioni dottrinali ci sono sembrate aver raggiunto una grande lucidità, anche se dissentiamo dalle Sue recenti prese di posizione sedevacantiste.
Proprio per l’interesse che la sua figura suscita tra i cattolici fedeli all’insegnamento di sempre della Chiesa, vorremmo porgerLe rispettosamente, ma anche con estrema franchezza, una richiesta di necessaria chiarificazione circa il Suo progetto “Exsurge Domine”, rispetto al quale veniamo da Lei invitati a contribuire a livello economico.
In passato alcuni di noi hanno tentato dei contatti costruttivi con Lei, senza alcun esito. Per questa ragione riteniamo ora necessario intervenire con una lettera aperta. Riteniamo nostro dovere esortarLa a fornire al vasto pubblico un’idea esatta (in ogni caso molto più esatta dell’idea che è possibile farsi a partire dalle scarne informazioni rese dall’Associazione da Lei fondata) di quelli che sono i Suoi propositi e i propositi di coloro che immaginiamo essere i Suoi compagni di viaggio in questa iniziativa.
Non siamo tentati di sfiducia nella Sua buona fede. È sui fatti, e non sulle eventuali buone intenzioni soggettive, che si devono basare le valutazioni di un cattolico, soprattutto quando si tratta di favorire o meno con il proprio denaro un’iniziativa che si dichiara cattolica. Non è su ciò che Lei dice, ma su ciò che Lei e i Suoi compagni di viaggio fate che si appuntano i nostri interrogativi.
Dopo aver preso approfondita visione del sito dell’Associazione “Exsurge Domine”, La invitiamo a rispondere in modo pubblico e completo alle seguenti domande.
Reali finalità e strutture dell’Associazione
“Exsurge Domine” nasce “per aiutare sacerdoti e religiosi vittime delle epurazioni bergogliane” (comunicato stampa del 1° luglio 2023) ed è presieduta da un laico, Giuseppe Vannicelli Casoni, il quale, come si apprende dal sito, ha accolto il Suo invito di fondare tale Associazione “con un gruppo di laici”. “Exsurge Domine” viene quindi presentata come un’iniziativa di laici per raccogliere aiuti a pro dei sacerdoti, religiosi o religiose perseguitati. In un fugace accenno (messaggio del 28 maggio 2023) Lei dichiara che “nel Consiglio direttivo siedono anche dei sacerdoti”.
Le nostre domande
Perché, tra i membri del Consiglio direttivo, viene reso noto solo il nome del Presidente?
Chi sono gli altri membri del Consiglio, laici e sacerdoti?
Quali sono gli esatti rapporti numerici tra laici e sacerdoti all’interno del Consiglio?
I sacerdoti che siedono nel Consiglio sono sacerdoti canonicamente “regolari”, che desiderano mantenere il loro anonimato per sfuggire a rappresaglie, o sono essi stessi beneficiari degli aiuti che l’Associazione per fine statutario elargisce al clero “epurato”? In questo secondo caso, perché non viene resa nota la loro identità e le circostanze della loro “epurazione”?
Non ritiene inevitabile che in un’Associazione a (dichiarata) trazione laicale, la quale si propone di aiutare il clero bisognoso e perseguitato, l’eventuale compresenza nel direttivo di benefattori e beneficati possa generare discriminazioni e ingiustizie nella distribuzione degli aiuti? Quali sono i criteri oggettivi sulla base dei quali un sacerdote privato del proprio sostentamento verrà aiutato o meno dall’Associazione, e a quali condizioni successive?
Nel caso Lei ritenga di non poter rispondere alle precedenti domande, quali effettive garanzie verrebbero offerte a un eventuale benefattore acciocché i fini statutari siano osservati con equanimità e secondo criteri realmente distributivi?
Sacerdoti e ministero
Nello stesso messaggio del 28 maggio 2023 Lei afferma che “senza buoni sacerdoti non vi è nessuno che celebri il Santo Sacrificio, amministri i Sacramenti, predichi opportune importune”, ed esorta per questo “tutti i fedeli di buona volontà a devolvere i loro aiuti solo a chi davvero lavora nella Vigna del Signore, e non a chi la devasta”; c’è infatti bisogno “che ogni sacerdote possa avere il necessario per provvedere ai suoi bisogni primari (vitto e alloggio, utenze, spostamenti) ed ancor più alle esigenze legate allo svolgimento del proprio ministero”.
Le nostre domande
Dove operano e quale ministero esercitano i “buoni sacerdoti” di cui Lei parla? Siamo da Lei esortati a devolvere denaro “solo a chi davvero lavora nella Vigna del Signore”, ma ciò presupporrebbe un’azione stabile, identificabile e pubblica da parte dei sacerdoti e predicatori in questione. Perché nel sito non si forniscono indirizzi, recapiti, indicazioni pratiche circa gli orari delle S. Messe o altre iniziative che i sacerdoti collegati a “Exsurge Domine” (come si desume non solo dal sito, ma anche da indiscrezioni troppo numerose per essere ignorate) in realtà già pongono in essere (quanto al modo, vedasi infra)?
Quali aiuti concreti ci possiamo attendere, in qualità di fedeli, dai sacerdoti che fanno capo a “Exsurge Domine”, nel momento in cui non sappiamo come e dove rivolgerci loro, né chi siano, né in alcuni casi se siano davvero sacerdoti?
Ci sono giunte diverse testimonianze circa la Sua prassi di effettuare in modo clandestino, sia in Italia che all’estero, delle Sacre Ordinazioni: come sarà possibile sapere con certezza che un ipotetico personaggio in abiti clericali che un giorno ci si parerà davanti e spenderà il Suo nome per accreditarsi come sacerdote, sarà davvero tale? Come potremo essere certi che i Sacramenti che egli ci amministrerà, inclusa la S. Messa, saranno veri Sacramenti?
Per quanto riguarda un sacerdote “epurato” che si rivolgesse a “Exsurge Domine” in un prossimo futuro, quale tipo di discernimento verrà attuato sulla sua vicenda personale e canonica, e da chi?
In assenza di un’assoluta trasparenza circa l’identità e i trascorsi dei sacerdoti “epurati” che opereranno sotto l’egida di “Exsurge Domine”, come potrà un semplice fedele essere moralmente certo che le sanzioni canoniche che hanno colpito tali sacerdoti siano realmente persecutorie (perché dovute a ragioni esclusivamente dottrinali) e quindi canonicamente nulle, oppure no? Ciò comporterebbe un reale motivo di diffidenza nei confronti del ministro sacro nella sua retta intenzione e moralità personale.
In quale tipo di organigramma ecclesiastico, se ne esiste o ne esisterà uno, verranno inquadrati tali sacerdoti al fine di consentire loro un vigilato proseguimento del loro ministero?
Nel caso Lei ritenga di non poter rispondere alle precedenti domande o anche solo ad alcune di esse, ci chiediamo quali siano gli effettivi benefici per “la Vigna del Signore” in grado di motivare un potenziale benefattore a sovvenire economicamente “Exsurge Domine” e i suoi cosiddetti “buoni sacerdoti”: ci sembra al contrario evidente che, se il contesto rimanesse questo, gli inconvenienti della Sua azione supererebbero di gran lunga gli eventuali benefici.
Formazione dei seminaristi
Ancora nel messaggio del 28 maggio 2023 Lei afferma che serve “una formazione al sacerdozio solida e senza compromessi, e che sia economicamente autosufficiente per non dover temere ritorsioni vaticane”, tale per cui è importante la raccolta di fondi “da destinare alla formazione delle numerose vocazioni che chiedono di crescere e formarsi secondo la Tradizione”. Ci sono quindi alcune ipotetiche “vocazioni” sacerdotali che già si stanno rivolgendo a Lei, e le offerte raccolte da “Exsurge Domine” intenderebbero in parte sovvenire il loro percorso verso il sacerdozio.
Le nostre domande
Dove si trovano attualmente questi seminaristi o presunti tali? Chi sta provvedendo alla loro formazione sacerdotale?
I Superiori da Lei designati sono persone adatte, cioè sacerdoti di specchiata moralità e rettitudine, forniti di scienza ed esperienza adeguate?
Perché non viene resa nota la loro identità?
Il corpo docente di cui Lei dispone è qualificato a condurre corsi teologici di livello accademico?
Il numero di formatori di cui dispone consente di rispettare la distinzione tra discernimento di foro esterno e di foro interno?
In base alle informazioni pervenuteci potremmo dire piuttosto: esiste una qualsivoglia forma di discernimento? È vero, come risulta da fonti plurime e fededegne, che Lei ha ordinato diacono e poi sacerdote un candidato in precedenza espulso due volte da Seminari entrambi “tradizionalisti”, e che sta accogliendo altri reduci da fallimentari esperienze pregresse? In riferimento a casi di questo genere, viene osservato il dovere (cf. 1 Timoteo 5,22) di richiedere ai Seminari interessati le necessarie referenze scritte circa i candidati dimessi?
Il fatto che ci venga attestato che Lei effettui ordinazioni clandestine “a richiesta” in zone e Paesi anche molto distanti è compatibile con quella che Lei chiama “una formazione al sacerdozio solida” e con un discernimento vocazionale degno di questo nome?
Nel caso Lei ritenga di non poter rispondere alle precedenti domande, come può un eventuale benefattore di “Exsurge Domine” essere garantito circa la serietà della formazione sacerdotale che Lei starebbe impartendo, e conseguentemente dell’idoneità dei sacerdoti che di tale formazione costituiranno (o in alcuni casi hanno già costituito) il frutto?
Monache e fund-raising
Il sito di “Exsurge Domine” informa in dettaglio di “un primo progetto urgente, ovverosia la costruzione di un Monastero da destinare alle Monache Benedettine di Pienza”. In una nota del 26 giugno 2023 si afferma che “alla Comunità è stata offerta la possibilità di trasferirsi in una vasta proprietà in provincia di Viterbo. Questa soluzione ha il vantaggio di offrire sicurezza e stabilità al Monastero, assieme alla non meno importante assistenza spirituale di sacerdoti e chierici per l’amministrazione dei Sacramenti, la celebrazione della Santa Messa e la formazione”. Il contributo richiesto ai fedeli per questo progetto ammonta a 1,5 milioni di euro.
Da alcune immagini e altre informazioni presenti sul sito (almeno alla data in cui scriviamo) si deduce con assoluta certezza che la proprietà di cui si fa menzione è l’ex Eremo cappuccino di S. Antonio alla Palanzana, ubicato in Strada della Palanzana 33 sulle colline viterbesi, e che lo stabile destinato alle monache benedettine è un edificio secondario che si trova all’interno della stessa proprietà. Per quale ragione il sito si dispensa dal segnalare che il tutto risulta appartenere civilmente all’Associazione Vittorio e Tommasina Alfieri, di cui una semplice ricerca su internet rivela la stretta connessione con la ex Società di Vita Apostolica di diritto diocesano Familia Christi, eretta a Ferrara nel 2014-2016 e dissolta ufficialmente dalla Santa Sede all’inizio del 2020? Alcuni membri sacerdoti di tale gruppo, privi di incardinazione e quindi di facoltà canoniche e con i quali Lei intrattiene da tempo stretti rapporti, hanno continuato da allora a vivere nella proprietà.
Le nostre domande
Saranno i sacerdoti ex-Familia Christi ad assicurare alle monache benedettine “l’assistenza spirituale” eccetera?
Le monache sono al corrente delle di tutte le vicende legate allo scioglimento di Familia Christi, oppure si è parlato loro solo di “epurazione bergogliana”?
In generale, cosa è per Lei una “epurazione bergogliana”? Qualsiasi prete che nella sua vita abbia celebrato la Messa antica e che sia stato colpito da sanzioni canoniche sotto il presente Pontificato è un “epurato bergogliano”? Se, al di là dell’auto-narrazione degli “epurati”, si desse il caso che le sanzioni non abbiano per nulla o non principalmente a che vedere con la S. Messa tradizionale e con la professione della sana dottrina, si può ancora parlare di “epurazione bergogliana”?
Sembrerebbe che alcuni sacerdoti ex-Familia Christi stiano attualmente, al di là della più o meno imminente venuta delle monache, celebrando Messa e ponendo altri atti di ministero in contesti privati. In generale, è a questo genere di “epurati” che Lei intende venire in aiuto con “Exsurge Domine”, ed è a questo genere di “apostolato occulto” che verranno indirizzati i sacerdoti che si rivolgeranno a Lei?
Nonostante la nostra umana simpatia possa andare alle monache di Pienza, riteniamo di doverLa incalzare perché si faccia trasparenza sulla realtà di un’operazione per la quale le monache stesse potrebbero sembrare una sorta di pretesto. Il sito di “Exsurge Domine” presenta la genesi della soluzione viterbese come un coup de théâtre della Provvidenza (“Quando l’impresa appariva giunta ad un binario morto… un benefattore provvisto di una proprietà immobiliare adeguata, corredata da ampi spazi verdi, rimesse e locali da adibire a laboratori, si offriva di potersi fare carico di accogliere la comunità monastica. Tuttavia, gli immobili da destinare al progetto apparivano bisognosi di importanti interventi di ristrutturazione”), mentre il cosiddetto “benefattore” è in realtà la sunnominata e a Lei da tempo nota Associazione Alfieri. Tale curioso “benefattore” starebbe quindi beneficando se stesso, in quanto le monache non sarebbero proprietarie di nulla e il milione e mezzo di euro da raccogliere andrebbe a rivalutare una proprietà già stimabile oltre 10 milioni di euro, che rimarrebbe in fermo possesso della medesima Associazione Alfieri. Le spese pubblicate con apparente puntiglio sul sito concernono solo in parte lo stabile che verrà adibito a monastero, mentre varie centinaia di migliaia di euro appaiono destinate alla riqualificazione generale della proprietà stessa. I fedeli che hanno donato o doneranno i loro risparmi “affinché possano cessare le sofferenze delle povere monache” (come recita il messaggio del 15 agosto 2023 del Presidente laico di “Exsurge Domine” Vannicelli Casoni) non hanno a Suo avviso il diritto di conoscere il reale stato delle cose, ovvero che ad essere durevolmente beneficati dalle loro offerte saranno dei sacerdoti irregolari (per quali motivi?) e dei quali non viene reso noto ufficialmente nulla, e che specialmente dopo la Sua morte gli interessi materiali e spirituali delle monache benedettine non potranno essere garantiti di fronte a eventuali mutamenti di assetto?
Vuole a questo punto chiarire quali relazioni esistono tra i sacerdoti ex-Familia Christi e le questioni menzionate nei numeri precedenti di questa lettera aperta? La presenza di sacerdoti nel Consiglio direttivo di “Exsurge Domine” (di cui al numero 1 della presente lettera) va intesa in riferimento ai sacerdoti ex-Familia Christi? Se sì, come può ritenere prudente e opportuno che nel Consiglio direttivo di “Exsurge Domine” seggano sacerdoti che possono influire sulla decisione di beneficare l’Associazione Vittorio e Tommasina Alfieri proprietaria del convento di S. Antonio alla Palanzana, destinandole i fondi raccolti da “Exsurge Domine”? Per quanto riguarda i formatori dei Suoi cosiddetti “seminaristi” (numero 3), è dei sacerdoti ex-Familia Christi che si sta parlando? Nel caso Lei non ritenga di poter rispondere con sincerità e completezza alle precedenti domande, può comprendere la nostra impressione che l’Associazione da Lei fondata non sia molto più che un gioco di prestigio?
Consacrazione episcopale?
Lei, Eccellenza, ha ormai 83 anni. Nel caso in cui morisse senza consacrare un vescovo legato all’Associazione, l’intero progetto di “Exsurge Domine” (comprensivo di formazione seminaristica) rimarrebbe privo di qualsiasi durevole utilità per la Chiesa, ammesso e non concesso che fin da ora le cose stiano diversamente.
Le nostre domande
Ha intenzione di consacrare o di far consacrare da altri (clandestinamente o pubblicamente) un vescovo? Se sì, il candidato sarà scelto tra i sacerdoti ex-Familia Christi?
Nel caso Lei avesse il coraggio di rispondere “no” a entrambe le domande, perché dovremmo finanziare un’impresa destinata a svanire con la Sua morte?
Nel caso in cui Lei ritenga di non poter rispondere, cioè non voglia “presentare” il Suo candidato per la successione episcopale, quali motivazioni dovremmo supporre per una tale reticenza?
Conclusione
Più in generale, e con questo concludiamo, non riusciamo a capire i motivi di tanta segretezza della sua opera. La professione integrale della fede (stante la attuale, gravissima crisi della Chiesa e il conseguente stato di grave necessità) certamente giustifica e richiede un’opera che vada oltre le leggi ordinarie della Chiesa, ma richiede anche che questa sia compiuta pubblicamente. Non è verosimile che Lei o questi sacerdoti agiate in modo occulto per timore di sanzioni canoniche, che sarebbero – se dovute a soli motivi di fede – vuote e nulle, e Lei lo sa e lo dice. Sarebbe poi contraddittorio il restare occulti per timore di ritorsioni economiche, dato che “Exsurge Domine” esiste proprio per evitare questo inconveniente. Non si capisce quindi quali reali ragioni giustifichino tutta questa segretezza di persone, luoghi, apostolato, perfino ordinazioni. Anzi, come le domande che Le rivolgiamo attestano, questa segretezza diventa sempre più fonte di sospetto e potenzialmente dannosa dell’opera della Tradizione.
Chiedendo ogni comprensione per la necessaria franchezza adoperata nel rivolgerci a Sua Eccellenza, invochiamo la Sua benedizione e La preghiamo di accogliere i nostri deferenti saluti.
Un gruppo di laici e sacerdoti
17 ottobre 2023