di don Marco Porta
Caro Valli,
un amico mi ha segnalato l’articolo di Fabio Battiston Lettera a Bergoglio dalla Normandia, apparso il 29 gennaio sul tuo blog [qui], la cui lettura mi ha profondamente rattristato, perché trasuda acrimonia e irriverenza nei confronti di papa Francesco, a cui viene attribuito, concedendogli un po’ sarcasticamente l’attenuante dell’ignoranza, un pacifismo superficiale e ottuso.
Battiston si riferisce aad alcune frasi pronunciate da papa Francesco nel corso di un’intervista televisiva. Eccole:
Ogni primo novembre vado in un cimitero a celebrare; quando sono andato ad Anzio c’erano ragazzi giovani, tutti morti. L’ultima volta sono andato al Cimitero inglese, guardavo le età e pensavo alle mamme che ricevono quella lettera: “Signora ho l’onore di dirle che suo figlio è un eroe…”. “No, io voglio il figlio, non l’eroe”. E pensiamo a cosa significa una guerra, pensiamo allo Sbarco in Normandia di cui è stato celebrato tempo fa l’anniversario ma sulla spiaggia della Normandia sono rimasti ventimila ragazzi… questa è la guerra!
Battiston ha pienamente ragione nell’esaltare l’eroismo dei ragazzi che sono morti il 6 giugno 1944 sulla spiaggia di Omaha, per liberare il mondo dall’orrore nazista, ma sono certo che anche papa Francesco consideri il loro sacrificio un atto di eroismo. E proprio per questo deplora la guerra, che oltre a divorare la vita di quei giovani e infliggere un dolore immenso alle loro madri, ha rovesciato sul mondo morte e distruzione, fino all’immane tragedia delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Nessuno dubita che furono i nazisti a scatenare quella guerra e nessuno si sogna di negare che la risposta degli alleati fu doverosa e responsabile, e in molti casi valorosa ed eroica (uso l’aggettivazione dell’articolo). Ma Battiston ritiene (su quale base?) che il Papa la pensi diversamente e lo apostrofa così: «Dovere, responsabilità, valori, eroismo; ho usato parole che a te, al tuo modo di concepire la vita ed il mondo, caro Jorge, debbono suonare vuote e prive di senso. A te che vieni da un paese che, a guerra finita, si distinse per aver dato asilo e protezione ad un gran numero di gerarchi nazisti ed SS. Era uno dei passatempi preferiti del tuo amico Peron, non è vero?».
Battiston vuole forse accusare papa Francesco di connivenze e simpatie naziste? Sbaglio se mi permetto di chiedere a Battiston di essere più prudente e di misurare le parole?
Nolite tangere christos meos, ammoniva biblicamente santa Caterina da Siena rivolgendosi a chi attaccava i sacerdoti. Quanto più dovrebbero valere queste parole, almeno per chi si professa cattolico, nei riguardi del Vicario di Cristo, che la stessa santa chiamava il dolce Cristo in terra.
Grazie per l’attenzione e un cordialissimo saluto