di Eric Sammons
Si avvicinano gli undici anni dall’elezione di Jorge Mario Bergoglio a sommo pontefice della Chiesa cattolica. Se la maggior parte di noi non sapeva quasi nulla di quest’uomo quando salì sul balcone della basilica di San Pietro, ora la maggior parte dei cattolici vorrebbe sapere meno di quanto sa. Dal comportamento del cardinale Danneels, che favorì la pedofilia e si unì a Francesco su quel balcone, fino alla recente approvazione da parte del papa delle benedizioni per le coppie dello stesso sesso, le controversie hanno segnato questo pontificato dall’inizio alla fine; sembra che non passi settimana senza che il papa faccia scoppiare un polverone con una nomina papale, un documento, un’intervista o un commento di circostanza.
Penso di parlare a nome di molti cattolici quando dico che l’intero circo che sta attorno a Francesco è diventato stancante. Probabilmente, a questo punto, nulla di ciò che Francesco potrebbe fare o dire ci sorprenderebbe, sebbene egli si sforzi ancora disperatamente di farlo. Si ripete un ciclo stancante:
Fase 1: il papa dice o fa qualcosa di controverso.
Fase 2: i cattolici conservatori e tradizionali criticano le sue azioni (i tradizionalisti direttamente, i conservatori più obliquamente).
Fase 3: i cattolici progressisti si rallegrano e ritengono che il papa intenda esattamente ciò che dice.
Fase 4: gli interpreti del papa non progressisti prendono d’assalto i social media per spiegare che il papa non intende esattamente quello che dice.
Fase 5: Ritorno alla fase 1.
È come se fossimo bloccati in un loop di causalità alla Star Trek, condannati a ripetere sempre le stesse azioni. Ma dove ci porta esattamente tutto questo? Le anime vengono conquistate a Cristo? La voce morale della Chiesa nel mondo si sta rafforzando? I cattivi protagonisti della vita della Chiesa vengono smascherati e rimossi dal loro incarico? È difficile sostenere che una di queste cose stia accadendo.
Siamo stanchi. Quando vediamo l’ennesima controversia papale, il nostro primo pensiero è “ci risiamo”. Sappiamo che tipo di papa abbiamo: un progressista concentrato quasi esclusivamente su questioni terrene, circondato da yes-men profondamente corrotti e in combutta con le élite globaliste di questo mondo. Aggiungete un’animosità irrazionale verso la tradizione cattolica e avrete papa Francesco.
Inoltre, sappiamo che il papa è un uomo anziano e non è destinato a rimanere a lungo in questo mondo. Se per un uomo che ricopre una carica a vita è possibile che l’ultima fase del suo potere sia caratterizzata da evidenti limiti e segni di crisi, nel caso del pontificato di Francesco possiamo certamente dire che questa la stiamo vivendo in pieno. La maggior parte dei fedeli cattolici ora ignora papa Francesco. Semplicemente aspetta (e prega) il prossimo conclave e l’elezione del nuovo successore di san Pietro.
Quando le generazioni future guarderanno a questo pontificato, la sua eredità sarà un insieme di rumore e furore senza alcun significato. Francesco si è concentrato sulle ultime mode progressiste di questo mondo, e quindi il suo impatto, a lungo termine, in termini storici sarà del tutto trascurabile. Papa Giovanni Paolo II si è opposto al comunismo; papa Francesco gli ha steso il tappeto rosso. Papa Benedetto XVI ha combattuto la dittatura del relativismo; papa Francesco è stato giustamente etichettato come il papa dittatore. Nessuno degli scritti di Francesco supererà la prova del tempo (soprattutto se paragonato ai suoi due immediati predecessori) e la maggior parte degli storici lo relegherà probabilmente a una breve nota a margine nella storia dei papi.
Naturalmente, questo non significa minimizzare il danno grave ed eterno che Francesco ha causato alle singole anime con la confusione, lo scandalo e la corruzione che ha seminato. Tante persone che soffrono di attrazione per lo stesso sesso non hanno lasciato il loro stile di vita peccaminoso e distruttivo perché la Chiesa cattolica ha messo il suo timbro di approvazione su quello stile di vita. Tanti non cattolici hanno evitato di diventare cattolici perché la Chiesa sembra avere un leader che non vuole che diventino cattolici. Tanti cattolici sono rimasti così scandalizzati da questo pontificato da lasciare la Chiesa per l’ortodossia, il sedevacantismo o l’ateismo.
Eppure, questo pontificato ha suscitato anche qualcosa di buono, sia pure involontariamente. Dopo tutto, Dio può trarre il bene da qualsiasi cosa, anche dai peggiori mali. So che molti cattolici sono diventati più consapevoli della loro fede in risposta alla difesa di una dottrina che Francesco continuamente minaccia. Inoltre, molti cattolici hanno iniziato il processo di rimozione delle aggiunte fatte dall’uomo al Deposito della fede riguardo al ruolo del papato. Grazie a papa Francesco, i futuri cattolici saranno più cauti nel creare un culto della personalità attorno a chiunque sieda sulla cattedra di San Pietro.
Negli ultimi dieci anni, Francesco ha fatto molto rumore sui social media cattolici e nelle chiese, ma non posso fare a meno di notare che la sua voce si è indebolita con il tempo. Molti di noi nei primi anni del suo pontificato gli hanno concesso il beneficio del dubbio, ma quel credito è stato sprecato. Chi lo considera più un pensatore serio? Chi guarda a lui come a un vero leader morale? Più abbiamo sentito parlare di questo papa, più il nostro rispetto per lui come persona è diminuito. L’insistenza del papa nel “fare casino” invece di limitarsi a svolgere il suo lavoro lo fa apparire come l’adolescente immaturo che si rifiuta ostinatamente di pulire la sua stanza.
Non siamo più arrabbiati. Siamo solo stanchi. Stanchi dell’ambiguità usata come arma, stanchi degli scandali, stanchi dei rapporti del papa e del Vaticano con le persone peggiori del mondo. La forma di questo pontificato è chiara e la storia non sarà gentile con Bergoglio. Sebbene Francesco possa ancora fare danni prima di presentarsi al giudizio di Dio, la maggior parte di noi sta aspettando di avere un nuovo papa che speriamo aiuti a ripulire tutto. Fino a quel momento, continueremo a vivere la nostra fede nel segno della resistenza, perché “la sofferenza produce resistenza, e la resistenza produce carattere, e il carattere produce speranza” (Romani 5:3-5).
Fonte: crisismagazine.com