di Vincenzo Rizza
Caro Valli,
la Laudate Deum ha colpito ancora.
È notizia recente l’appello al papa da parte degli eco-vandali che si sono incollati al Gruppo del Laocoonte nei Musei Vaticani: “Il papa ci ha motivati”. Gli eco-vandali condannati si appellano a Francesco”.
I due impavidi eroi hanno fatto ricorso contro la condanna in primo grado (nove mesi di carcere con pena sospesa, oltre al risarcimento dei danni per 28 mila euro) invocando l’assoluzione pontificia: in fondo la Laudate Deum, seppure promulgata mesi dopo il fatto, sembra giustificare i gruppi detti “radicalizzati” che “occupano un vuoto della società”.
Di qui l’appello supportato anche da padre Alex Zanotelli, che loda il gruppo Ultima generazione per l’uso della disobbedienza civile. Secondo il prelato “non c’è altra via. È quella che ci ha insegnato Gesù e poi è stata praticata da Gandhi e da Martin Luther King”.
Premesso che mi pare che la Via insegnata da Gesù fosse un’altra (ma in fondo importa davvero l’insegnamento del Nazareno ai preti rivoluzionari?), non so quanto possa essere definita civile la disobbedienza di chi si diverte a imbrattare monumenti (per non parlare di chi blocca la circolazione).
Posso solo riconoscere un pregio agli eco-vandali: sembrano rimasti tra i pochi estimatori della bellezza. In effetti si guardano bene dall’incollare le loro mani su opere moderne (magari lo facessero sulla Merda d’artista di Manzoni, preferibilmente dopo aver aperto la scatola di latta che contiene il preziosissimo e artistico materiale organico), preferendo invece il Gruppo del Laocoonte ai Musei Vaticani o la Primavera di Botticelli agli Uffizi, o in alternativa i Girasoli di van Gogh alla National Gallery di Londra o La Gioconda al Louvre.
Meno male che ci sono loro a insegnarci come godere della bellezza del creato e delle gioie della vita, salvando il mondo nel tempo libero (evidentemente ne hanno tanto) dall’imminente catastrofe ma non dimenticando, tra una incollata e un’imbrattata, non solo il valore della vera arte ma anche il bisogno di convivialità. Di qui l’invito su Facebook, rivolto a tutti, a conoscere personalmente i novelli eroi nell’imperdibile “aperitivo dopo il ricorso”.