Sarebbe interessante capire perché il papa riserva sempre espressioni dure ai sacerdoti. Nel discorso ai partecipanti al convegno internazionale sulla formazione permanente dei sacerdoti [qui], Francesco ha usato di nuovo parole aspre.
«Quando noi troviamo sacerdoti che non hanno quella capacità di servizio, forse egoisti, sacerdoti che hanno preso un po’ la via “imprenditoriale”, allora hanno perso questa capacità di sentirsi discepoli, si sentono padroni».
«Un sacerdote amaro, un sacerdote che ha l’amarezza nel cuore è uno “zitellone”!».
«O è del popolo di Dio è un aristocratico che finisce nevrotico».
Egoista, padrone, amaro, zitellone, aristocratico, nevrotico. Che profilo!
O il papa è molto sfortunato e conosce solo pessimi preti, oppure ha una visione del prete, quanto meno, distorta.
Amici argentini mi dicono che in realtà Bergoglio quando parla così parla di sé stesso. Mah.
Certo che risulta strana questa sua visione del prete. Specie se la mettiamo a confronto con la sua richiesta, contenuta anche nel discorso dell’altro giorno, di essere teneri, di “coltivare quella tenerezza che si vede anche nelle persone in difficoltà”.
Ecco, magari un po’ di tenerezza anche verso i preti non guasterebbe. O no?