“Il tema mi ha sempre appassionato”. Scrive così Stefano Bisi, dal 2014 gran maestro del Grande Oriente d’Italia, annunciando l’incontro di oggi a Milano, all’Ambrosianeum, Chiesa cattolica e Massoneria, con la presenza dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Incontro “storico”, dice Bisi, perché sarà la prima volta che si troveranno insieme i tre grandi maestri delle tre logge italiane: oltre al Grande Oriente d’Italia, la Gran Loggia d’Italia e la Gran Loggia Regolare d’Italia. All’incontro parteciperanno anche il vescovo Antonio Staglianò, presidente della Pontifica accademia di teologia, il cardinale Francesco Coccopalmerio e padre Zbigniew Suchecki, teologo francescano.
Era il 14 febbraio 2016 quando il cardinale Gianfranco Ravasi pubblicò sul Sole 24 Ore l’articolo intitolato Cari fratelli massoni. Da allora ci sono stati vari incontri, a cura sia delle diocesi cattoliche sia di esponenti della massoneria.
L’iniziativa di oggi a Milano sarà però vietata alla stampa. Gli organizzatori (il Gris, Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa) riferiscono che la richiesta è arrivata dall’arcivescovo Delpini. Incontro a porte chiuse, confermano in diocesi. Quindi niente giornalisti.
Ma perché un nuovo incontro su Chiesa e massoneria, visto che la condanna della massoneria da parte cattolica è stata riaffermata ripetutamente dal XVIII secolo in poi, e l’ultimo pronunciamento in tal senso risale al novembre scorso?
L’impressione è che, al di là dei documenti, ci sia una forte spinta, da entrambi i lati, verso una collaborazione. Nel corso del pontificato di Francesco i segnali positivi da parte massonica non sono mancati. Come nel 2019, quando la massoneria spagnola elogiò pubblicamente Bergoglio per la sua predicazione incentrata sull’idea di fraternità: “Tutti i massoni del mondo si uniscono alla richiesta del papa per la fraternità tra persone di diverse religioni”.
“Tra alti e bassi”, scrive ora il gran maestro Bisi alla vigilia dell’incontro milanese, nell’ultimo mezzo secolo “a tenui aperture sono seguite rigide chiusure. Alcuni vescovi, quelli di Arezzo e di Terni, hanno partecipato a iniziative pubbliche dei massoni e si sono beccati il rimprovero dei vertici della chiesa. Ora a Milano il confronto prosegue”.
“Si riallaccia un dialogo – continua Bisi – che era iniziato negli anni Sessanta tra l’allora gran maestro del Grande Oriente d’Italia Giordano Gamberini e il suo successore Lino Salvini da una parte e, dall’altra, un paolino, padre Rosario Esposito. Riunioni, confronti che poi si sono interrotti. Dal seminario all’ombra del duomo di Milano possono ripartire. In fondo, come ha scritto il cardinale Gianfranco Ravasi in un articolo del 2016, nel variegato panorama massonico si possono riscontrare valori comuni con quelli del mondo cattolico. Sarebbe bene ripartire da lì. Da ciò che unisce”.
Certo che ripartire in segreto, evitando la stampa, non è un bel vedere da parte cattolica. E un fedele cattolico a questo punto ha tutto il diritto di chiedersi (e di chiedere ai suoi pastori): che cosa bolle in pentola?