Sul caso dei sacerdoti del canale “La sacristía de La Vendée”
“Io prego molto per il papa. Affinché possa andare in cielo il prima possibile”. Così ha detto in un incontro online un sacerdote spagnolo, raccogliendo l’adesione degli altri preti presenti. “Vediamo allora se riusciamo a pregare più forte”, si sente dire da un altro partecipante. Durante l’incontro, trasmesso sul canale di YouTube La Sacristía de la Vendée, il desiderio di vedere papa Francesco “in cielo quanto prima” è stato espresso da don Gabriel Calvo Zarraute, mentre l’invito a “pregare più forte” in tal senso è arrivato da don Delgado Martín. “Siamo in molti con questa intenzione”, è stata la replica di don Calvo Zarraute.
In un comunicato, la diocesi di Toledo si è detta “assolutamente non responsabile delle dichiarazioni espresse su quel canale di YouTube”. Nella nota si prendono le distanze da “qualsiasi manifestazione di disaffezione verso la persona e il ministero del Santo Padre” e “non si escludono altre misure correttive” nei confronti di “coloro che sono chiamati a essere ministri di Cristo”.
In merito alla vicenda, ecco il commento di The Wanderer.
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di The Wanderer
I media digitali hanno ampiamente sostituito quelli tradizionali. L’Osservatore Romano, anche se continua a essere quotidianamente stampato, ormai non viene letto da nessuno, mentre portali come Infocatólica o Infovaticana, o blog come Duc in altum di Aldo Maria Valli e Stilum curiae di Marco Tosatti hanno decine di migliaia di visite giornaliere.
Qualcosa di simile accade con i canali di YouTube, dove quelli che professano idee conservatrici raccolgono decine di migliaia di iscritti e visualizzazioni, mentre i media audiovisivi diocesani, che costano una fortuna ai vescovi disposti a sostenerli, hanno un pubblico irrisorio. Questo accade in tutto il mondo. Basta guardare, ad esempio, all’Argentina, dove è abissale la differenza tra il numero di visualizzazioni del canale ufficiale della Conferenza episcopale e quello dei canali veramente cattolici che tutti conosciamo.
È logico pensare, quindi, che l’invidia e il furore clericale, di solito più feroci di quelli dei comuni mortali, si scatenino non appena se ne presenta l’occasione. Proprio ciò che è successo nei confronti del canale La sacristía de La Vendée, che riunisce in incontri settimanali un gruppo di sacerdoti dell’arcidiocesi di Toledo.
In queste occasioni i sacerdoti discutono in un’atmosfera di tertulia, come si dice in spagnolo, cioè conviviale, senza copioni e in conversazioni spontanee e genuine, su ciò che sta accadendo nella Chiesa e su una situazione che, nessuno lo può negare, è di una gravità mai vista prima. I partecipanti utilizzano argomenti veramente cattolici, cioè tratti dalla dottrina della Chiesa, che è vecchia di secoli e non è uscita da un concilio degli anni Sessanta. Ecco il motivo per cui hanno quasi settantamila iscritti e ogni loro video fa registrare decine di migliaia di visualizzazioni.
Ecco così che i media ideologizzati del progressismo ufficiale, come Religión Digital e Vida Nueva, nell’intento di lanciare una feroce campagna contro questi sacerdoti, hanno sfruttato un brevissimo momento dell’ultimo video in cui, con la spontaneità tipica del sito, uno dei partecipanti dice di pregare affinché “il papa vada in cielo il prima possibile”.
Curioso. Questi media digitali che ora difendono a spada tratta la figura del romano pontefice e si scandalizzano per una battuta, sono gli stessi che in passato non hanno mai risparmiato critiche feroci contro Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Notiamo che Vida Nueva, che in passato difese il fondatore del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello quando auspicava la morte di Benedetto XVI, ora si strappa le vesti per le osservazioni di circostanza di un sacerdote della Vendée.
In risposta agli attacchi i sacerdoti de La Sacristía hanno pubblicato una dichiarazione in cui riconoscono che si è trattato di un’affermazione infelice, presa fuori dal contesto. In effetti, nessuno guardando il video può prendere sul serio il commento, nient’altro di un fugace inciso. Ma tutto fa brodo per i nemici della vera fede che si accaniscono contro i sacerdoti cattolici. Niente che non si sia già visto in passato, e niente che non si sia già visto in Spagna meno di un secolo fa. La differenza è che in quelle circostanze coloro perseguitavano e uccidevano i sacerdoti erano comunisti e anarchici, mentre oggi sono i cattolici stessi. Oggi vengono perseguitati i sacerdoti che non fanno altro che insegnare la dottrina di sempre, mentre i colleghi che predicano qualsiasi tipo di eresia godono della protezione episcopale. Di tutto ciò si parla in articoli come questo o questo.
Anche l’arcidiocesi di Toledo ha rilasciato una dichiarazione. Confidiamo che l’arcivescovo comprenda appieno la situazione e non si lasci condizionare dai nemici della fede. È un uomo cattolico che conosce e rispetta i suoi sacerdoti. Ed è anche ben consapevole dell’enorme beneficio portato in tutto il mondo da questo gruppo di suoi figli che si preoccupano di donare luce alle anime in tempi di confusione. Sarebbe davvero un danno per la fede e la religione se, cedendo alla pressione dei media, l’arcivescovo prendesse una decisione che danneggiasse l’apostolato dei sacerdoti de La Sacristía.
Mi permetto quindi di rivolgermi a monsignor Francisco Cerro Chavez, arcivescovo primate di Toledo, e invito tutti a unirsi a questa richiesta (potete farlo qui), affinché possa confermare l’atteggiamento paterno e cattolico che ha caratterizzato il suo ministero e protegga questo gruppo di sacerdoti – i suoi sacerdoti – in modo che non cadano preda di coloro che vogliono danneggiare il Deposito della Fede che a lui è stato affidato.
Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com
Titolo originale: Un ataque a los curas de la Sacristía de La Vendée
Traduzione di Valentina Lazzari
Nella foto, i sacerdoti del canale La Sacristía de La Vendée