Qualcuno sarà chiamato a rispondere del sacrilegio “trans” a San Patrizio?

di John Horvat

Alcune azioni della sinistra woke parlano più delle parole o dei manifesti. Segnano la storia per la loro radicalità e intensità. Sono progettate per affascinare e ipnotizzare il pubblico e preparare la strada a un’eventuale accettazione. I cattolici americani si stanno riprendendo dallo shock di uno di questi atti nefasti. Si tratta di un funerale scandaloso e sacrilego tenuto per commemorare un attivista LGBTQ ateo nella molto emblematica cattedrale di San Patrizio a New York.

Il servizio funebre ha riunito un migliaio di attivisti e simpatizzanti LGBTQ nella navata centrale della cattedrale per ricordare una nota prostituta e attivista transgender che si faceva chiamare “Cecilia Gentili” e che viveva nell’illusione di essere una donna.

In mezzo alla baraonda creatasi, spiccano tre fatti.

La cattedrale è stata teatro di un sacrilegio

In primo luogo, non si trattava di una funzione religiosa, poiché Gentili non professava alcuna religione. Non c’è dubbio che la cattedrale di San Patrizio sia stata la scena di un sacrilegio deliberatamente coreografato da attivisti che hanno visto il procedimento come quello che il New York Times ha definito “un evento probabilmente senza precedenti nella storia cattolica” e “un pezzo esuberante di teatro politico”.

Si è trattato di un evento organizzato con inviti che hanno raccolto un gran numero di persone. La raccapricciante scena assomigliava a uno show di Drag Queen con attori che, vestiti in modo stravagante e immorale, parodiavano un servizio funebre cattolico. La scena non avrebbe potuto essere più offensiva nei confronti di Dio e di tutto ciò che è sacro, dando l’impressione come si fosse scatenato l’inferno per trovare il modo di deridere la Chiesa.

Non è stato fatto nulla per nascondere l’accaduto. I video dei funerali mostrano la folla che grida un riferimento a Gentili come “questa p…”, “Questa grande p…”, Santa Cecilia, madre di tutte le p…!”.

Durante la funzione sono state rivolte a Dio preghiere blasfeme per chiedere “l’accesso a cure sanitarie che rispettino il genere”. Un partecipante ha interrotto l’inno Ave Maria del cantore della cattedrale con un Ave Cecilia mentre ballava nella navata. È stato celebrato lo stile di vita omosessuale o transessuale. Non si è parlato mai di peccato.

Per tutta la durata della cerimonia, la cattedrale di San Patrizio è diventata la piattaforma della blasfemia, del sacrilegio e dell’odio con gli insegnamenti della Chiesa. Una volta iniziato, non c’è stato alcun tentativo di fermare l’oltraggio.

Complicità tra il clero

Il secondo fatto è che c’è stata complicità da parte del clero coinvolto nella cerimonia. Anche altre figure della Chiesa hanno espresso la loro approvazione per lo scandalo.

Quando la portata della blasfemia è diventata pubblica, l’ufficio comunicazioni della cattedrale di San Patrizio ha affermato che “sapeva solo che la famiglia e gli amici volevano richiedere una Messa funebre per un cattolico, e non aveva idea che la nostra accoglienza e la nostra disponibilità alla preghiera sarebbero state degradate in un modo così sacrilego e ingannevole”.

Il cardinale arcivescovo Timothy Dolan ha ordinato di offrire “un’appropriata Messa di riparazione” e in questo modo la questione è stata considerata risolta.

Tuttavia, i due sacerdoti incaricati dalla cattedrale di officiare il finto servizio funebre cattolico, don Edward Dougherty e don Andrew King, hanno incoraggiato i partecipanti nei loro atti osceni, scherzando con loro e riferendosi a Gentili come a una donna.

Il funerale ha avuto il non sorprendente sostegno di padre James Martin, che ha inviato un messaggio prima dell’evento dicendo: “Celebrare la Messa funebre di una donna transgender a St. Patrick è un potente promemoria, durante la Quaresima, che le persone LGBTQ sono parte della Chiesa come chiunque altro”.

Questi e altri messaggi dimostrano che la complicità nella questione dell’agenda LGBTQ trova sostegno a tutti i livelli all’interno della Chiesa, riflettendo tragicamente la sua crisi interna.

Nessuno è responsabile?

Il fatto finale è che nessuno è stato chiamato a rispondere del sacrilegio e della blasfemia. I due sacerdoti che hanno presieduto fanno parte del personale della cattedrale. Nella stessa direttiva della cattedrale che ha ordinato una Messa di riparazione non si prevede nulla per punire coloro che hanno presieduto l’oltraggio.

Il movimento LGBTQ organizzatore di questa farsa non sarà nemmeno chiamato in causa per aver celebrato la funzione in quella che l’ufficio stampa della cattedrale di San Patrizio definisce “la chiesa parrocchiale d’America”.

Niente di meno che il licenziamento del personale, la penitenza e la riconsacrazione della cattedrale sono proporzionali all’indignazione. La mancanza di responsabilità riflette una posizione teologica che vede le cose come se il peccato non esistesse. Tutto deve essere permesso nonostante l’orribile scandalo, come se non ci si preoccupasse della salvezza delle anime scandalizzate.

Il funerale è stato una risposta simbolica della lobby LGBTQ alla reazione massiccia di coloro che si oppongono al recente documento vaticano Fiducia supplicans che incoraggia la benedizione delle coppie omosessuali.

Invece di lasciarsi intimidire dall’insulto omosessuale, i fedeli cattolici devono raddoppiare la loro resistenza, denunciando coloro che spingono questo male all’interno della Chiesa e offrendo una protesta pubblica e una riparazione.

Gli autori di questi sacrilegi e di queste bestemmie, e i loro sostenitori, alla fine saranno chiamati a risponderne da Dio, che giudica tutti. “Non v’ingannate. Dio non si può beffare” (Gal 6,7).

FonteReturn to Order, traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia

 

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