Bergamo: la curia invita sacerdoti e fedeli a unirsi in preghiera per il ramadan
«Io sono il Signore tuo Dio: Primo. Non avrai altro Dio fuori di me. Secondo …», così ricordiamo le prime lezioni di catechismo, ai tempi della nostra fanciullezza, quando a memoria si imparavano i dieci comandamenti, che «riassumono la Legge donata da Dio al popolo d’Israele», la quale «traccia, per il popolo eletto e per ciascuno in particolare, il cammino di una vita liberata dalla schiavitù del peccato» e «la Chiesa riconosce al Decalogo un’importanza e un significato basilari. I cristiani sono obbligati ad osservarlo» (Catechismo della Chiesa cattolica – Compendio, numeri 436 e 439).
Altri tempi, quando si imparavano queste formule a memoria e i bambini più fortunati già le avevano apprese in famiglia senza dover attendere l’istruzione catechetica in parrocchia!
Altri tempi… Ora anche il primo comandamento cade sotto i colpi apparentemente inesorabili dell’idolatria ammantata da «dialogo interreligioso», ma non più sostenuto da qualche setta, bensì addirittura da un ufficio della diocesi di Bergamo, il cui direttore, su carta intestata e con tutta l’ufficialità, scrive ai sacerdoti – il giorno «23 Shaʿbān 1445» (l’intestazione della lettera reca proprio la data così espressa) – per informarli «dell’inizio del mese di Ramadan, mese sacro per i musulmani», che «quest’anno cade, a Dio piacendo,» (con la «D» maiuscola? quale dio?) «tra l’11 marzo e il 10 aprile».
E da qui è tutto un fiorire di «dialogo interreligioso» per «promuove iniziative di conoscenza reciproca, di condivisione ed anche di collaborazione con le comunità musulmane organizzate presenti sul territorio».
Ma non pago, ecco che si raggiunge l’apice con la più incredibile proposta rivolto ai parroci: sostenere la catechizzazione e la conversione all’unico vero Dio (quello con la «D» maiuscola)? Giammai! La proposta «di informare la tua comunità di questo momento, invitando i fedeli anche ad una preghiera» e «domenica 10 marzo potrebbe essere occasione opportuna per questo ricordo, anche in una preghiera dei fedeli durante la celebrazione comunitaria».
Ecco, nella quarta domenica di quaresima (la domenica lætáre, proprio quella in cui nel breviario si ricorda la liberazione di Israele dalla schiavitù egiziana e la liberazione del popolo cristiano dalla schiavitù di satana e del peccato), durante la Santa Messa, uniamoci tutti insieme in preghiera per l’inizio del ramadan!
E poi condividere con i musulmani il rituale pasto serale (ifṭār) che interrompe il digiuno (ah, ma i cristiani sarebbero in quaresima… roba da «indietristi» e «pelagiani»!) per «favorire la reciproca conoscenza e collaborazione tra i fedeli cristiani e musulmani».
E se non fosse ancora chiaro l’atto di sottomissione, la lettera si conclude con l’invito «a estendere l’augurio di Ramadan Karim anche da parte mia ai musulmani presenti sul territorio della tua parrocchia».
Tutto ciò dopo che – recentemente sempre a Bergamo – in una chiesa parrocchiale si è svolta una cerimonia in onore di due demoni pagani del culto azteco (QUI e QUI) e in attesa di trasformare le chiese ormai desolatamente vuote (ma non quelle in cui si celebra la Santa Messa tradizionale, chissà perché) in moschee (orientate verso la Mecca, ça va sans dire).
Invitiamo i nostri lettori, soprattutto della Diocesi di Bergamo, a scrivere un appello – con doveroso e irrinunciabile rispetto – a monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, affinché disponga la riformulazione della lettera in conformità alla dottrina cattolica, inviandolo alla segreteria vescovile (segrvesc@curia.bergamo.it) o alla curia diocesana (info@diocesibg.it.).
Fonte: messainlatino.it
_______________________
Ecco il testo della lettera inviata ai sacerdoti
Bergamo, 4 marzo 2024 / 23 Shaʿbān 1445
Ai sacerdoti della Diocesi di Bergamo
Carissimo don
mi permetto di disturbarti lungo il tempo di quaresima con questa lettera, per informarti dell’inizio del mese di Ramadan, mese sacro per i musulmani, mese di digiuno e di preghiera, tempo forte per la promozione della propria pratica religiosa, ma anche di festa e di condivisione: quest’anno cade, a Dio piacendo, tra l’11 marzo e il 10 aprile.
Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha sottolineato l’importanza del dialogo interreligioso per dare futuro ad una società come la nostra, sempre più caratterizzata da pluralismo culturale e religioso: “Questo dialogo interreligioso è una condizione necessaria per la pace nel mondo, e pertanto è un dovere per i cristiani, come per le altre comunità religiose” (EG 250). Così anche nei gesti, come la firma di un documento condiviso con l’Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi, o piuttosto l’appello ribadito a conclusione della Fratelli tutti: “Come leader religiosi siamo chiamati ad essere veri “dialoganti”, ad agire nella costruzione della pace non come intermediari, ma come autentici mediatori.” (FT 284)
Ormai da tempo, il mondo che ci circonda sembra esser sempre più segnato da conflitti che hanno nella motivazione religiosa uno degli elementi forti: si pensi alla situazione in Ucraina, o piuttosto la situazione della Terra Santa. Eppure proprio in quel contesto il card. Pizzaballa non cessa di far risuonare il suo appello al ruolo del dialogo interreligioso come uno degli elementi imprescindibili e chiave di volta per il superamento di queste conflittualità.
Per tutto questo, penso che sia importante, da parte mia, scriverti per sottolineare l’inizio del mese di Ramadan come occasione opportuna di incontro interreligioso: da anni l’Ufficio del Dialogo Interreligioso promuove iniziative di conoscenza reciproca, di condivisione ed anche di collaborazione con le comunità musulmane organizzate presenti sul territorio. Ti propongo dunque di informare la tua comunità di questo momento, invitando i fedeli anche ad una preghiera, in vista di una realizzazione continua di tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore e di crescita continua nel dialogo tra i popoli e le diverse fedi. Penso che domenica 10 marzo potrebbe essere occasione opportuna per questo ricordo, anche in una preghiera dei fedeli durante la celebrazione comunitaria.
Desidero anche rilanciare l’opportunità di vivere momenti di incontro durante il mese di Ramadan, come l’Ifṭār condiviso, iniziativa che da anni l’Ufficio Dialogo interreligioso sostiene, momento di condivisione della rottura del quotidiano digiuno. Organizzato da Associazioni o Centri Culturali musulmani, in collaborazione con le Parrocchie e gli Oratori, penso possa favorire la reciproca conoscenza e collaborazione tra i fedeli cristiani e musulmani, nonché concittadini dello stesso luogo. Qualora tu fossi interessato, ti confermo la disponibilità da parte mia e degli operatori dell’Ufficio ad accompagnare iniziative simili, nel momento organizzativo come anche nello svolgimento, per quanto ci è possibile.
Invitandoti a estendere l’augurio di Ramadan Karim anche da parte mia ai musulmani presenti sul territorio della tua parrocchia, ti ringrazio per la disponibilità, dandoci nuovamente appuntamento per la fine di Ramadan, occasione in cui portare gli auguri del nostro Vescovo e quelli di Papa Francesco.
Don Massimo Rizzi
Ufficio per il Dialogo Interreligioso