Caro Valli,
leggo sempre con molto interesse (e sofferenza interiore) gli articoli del suo blog.
In merito a quello titolato Il sacerdozio, oggi. Un quadro desolante, di The Wanderer [qui], vorrei sottoporre all’attenzione sua e dei lettori di Duc in altum uno scritto di Luisa Piccarreta del 1918: fa riflettere e aiuta a comprendere lo stato attuale delle cose.
Gesù a Luisa Piccarreta:
“Ah, figlia mia! Quando permetto che le chiese restino deserte, i ministri dispersi, le Messe diminuite, significa che i Sacrifizi mi sono di offese, le preghiere insulti, le adorazioni irriverenze, le confessioni trastulli e senza frutti; quindi, non trovando più gloria mia, anzi offese, né bene loro, non servendomi più, li tolgo. Ma però, questo strappare i ministri dal mio Santuario significa ancora che le cose sono giunte al punto più brutto e che la diversità dei flagelli si moltiplicherà. Quanto è duro l’uomo, quanto è duro!”.
Dal Diario di Luisa Piccarreta, Libro di Cielo, volume 12, febbraio 1918
Con cordialità.
Lorenzo Gnavi Bertea