La Cappella Sistina “razzista” e il suicidio dell’Occidente
Si vorrebbe far finta di niente e tirare dritto. Ma una parola va pur detta.
Negli Stati Uniti la sociologa (?) Robin DiAngelo, dedita a programmi di inclusività e all’educazione alla diversity nonché autrice del libro White Fragility, Fragilità bianca, bibbia della Cancel Culture, se n’è uscita con la seguente dichiarazione: “La Cappella Sistina è essenza del suprematismo bianco. Dio è bianco, David è bianco, non c’è neanche un uomo di colore. La perfetta convergenza della supremazia bianca e del patriarcato. Michelangelo era un razzista. Andrebbe modificata”.
Gentile signora DiAngelo, prendendo spunto dal cognome che porta viene spontaneo rivolgersi al suo angelo custode perché abbia pietà di lei e l’aiuti a uscire dalla follia in cui è precipitata.
Ma il problema non è la follia di un singolo. Il problema è che questa sociologa viene presa sul serio e un libro come White Fragility ha venduto migliaia e migliaia di copie. E intanto – per dirne un’altra – in Gran Bretagna, nell’università di Westminster, non si potrà più rivolgersi all’uditorio dicendo “ladies and gentlemen”, perché l’espressione sarebbe discriminatoria nei confronti degli studenti non-binari. Un provvedimento che la British Airways aveva già preso tre anni fa, sostituendo “ladies and gentlemen” con “passengers”, e la metropolitana di Londra idem.
La chiamano “cultura woke”. È lucida follia collettiva. Il suicidio dell’Occidente è a buon punto.