Sana dottrina? No, auditel. Così ragiona la chiesa in uscita
di Vincenzo Rizza
Caro Valli,
vorrei soffermarmi su un paio di dichiarazioni rese dal cardinale Fernández durante la conferenza stampa di presentazione di Dignitas infinita [qui].
Stuzzicato su Fiducia supplicans, il cardinale non ha resistito a difendere la propria creatura facendo presente, con compiacimento, che i sondaggi darebbero ragione a papa Francesco se è vero che i rilevamenti sul gradimento per le benedizioni alle coppie gay mostrerebbero percentuali vicine al 75% tra i giovani sotto i trentacinque anni e che solo una minima percentuale sarebbe contraria. Ha fatto poi presente, con altrettanto compiacimento, che la dichiarazione avrebbe avuto oltre sette miliardi di visualizzazioni sul web domandando retoricamente: “Di quanti altri documenti noi non ricordiamo nemmeno il nome?”.
Appena qualche giorno fa ironizzavo [qui] su un possibile papa eletto con il televoto: forse non siamo tanto lontani da quel risultato se i più alti vertici vaticani pretendono già oggi di misurare la bontà di documenti ufficiali sulla base del gradimento. Cosa contano il Vangelo, la Rivelazione, i Dottori della Chiesa, la sana dottrina? L’importante è riscuotere consenso da parte della gente. L’auditel, i like, i sondaggi e le visualizzazioni sono i nuovi parametri per giudicare il successo delle iniziative promozionali messe in campo dalla chiesa in uscita. Un bel traguardo, sicuramente coerente con il nuovo magistero, meno con il Magistero di sempre.
Suscita tenerezza, ancora, il tentativo di accreditare il successo dell’iniziativa con il fatto che, a differenza di tanti altri documenti pontifici, molti ricordino il nome di Fiducia supplicans: è come compiacersi del fatto che la notizia di un terremoto che ha scosso tutti i continenti abbia fatto il giro del mondo.
Nell’articolo che ho citato si legge che Fernández, sempre nel corso della conferenza stampa, ha “messo in chiaro che il ‘matrimonio gay non sembra accettabile’”. In realtà la posizione del cardinale non è così chiara, se è vero che ha sostenuto non che il matrimonio gay è accettabile ma non sembra accettabile. Non c’è bisogno di troppe spiegazioni per capire la differenza tra l’essere e il sembrare, soprattutto ai giorni nostri, in cui l’apparenza è più importante della Verità.