Nuovi diritti avanzano. Addio a Fido o Fufi? Sia congedo retribuito
di Vincenzo Rizza
Caro Valli,
i nuovi diritti avanzano in maniera imperiosa e dopo il diritto a essere seppelliti con il proprio animale domestico un nuovo diritto si profila all’orizzonte: il diritto al congedo retribuito per lutto in caso di morte di un animale domestico [qui].
La proposta di legge non viene per una volta dall’Occidente ma dal Cile. Non si tratta di una novità, considerato che un paio di anni fa sempre in Sud America (in Colombia) era stato presentato un progetto di legge (“purtroppo archiviato”, scrive il giornalista) che di fatto equiparava il congedo per la morte di un animale domestico a quello per la morte di un familiare.
Nel caso cileno il congedo sarebbe limitato a un giorno ma sarebbe applicabile sia ai lavoratori sia agli studenti.
In verità anche in Italia, per non farci mancare nulla, nel 2022 erano state proposte modifiche alla legge di bilancio che prevedevano, tra l’altro, un assegno annuale di 150 euro per ogni animale d’affezione che vive in famiglia ed è iscritto nella relativa anagrafe (per un importo massimo annuale pari a 450 euro) e il diritto per il lavoratore di usufruire di un permesso retribuito di due giorni lavorativi all’anno in caso di decesso o di documentata grave malattia dell’animale d’affezione convivente [qui].
Ancora il grado di civiltà della nostra era non ha raggiunto il sufficiente livello di decadenza, ma i tempi sono ormai maturi e presto ci arriveremo. E già che ci siamo potranno essere estese le prerogative di cui alla legge 104 (per l’assistenza ai familiari disabili) agli animali: perché non equiparare il padre o il figlio gravemente malati al cane paralizzato o al gatto cieco? La discriminazione è evidente e va sanata. Per arrivare, infine, al veterinario di famiglia, pagato dal servizio sanitario nazionale. È solo questione di tempo.
Pare che un potente cardinale, molto attento all’opinione pubblica e ai sondaggi che vedono con favore questi nuovi diritti (tanto paga pantalone), appresa la notizia si sia dispiaciuto per essersi dimenticato nella recente dichiarazione Dignitas infinita di chiarire che per la cura del creato e dell’ambiente sia necessario estendere i diritti della persona garantendo congedi retribuiti per curare e seppellire gli animali. Qualcuno gli ha poi ricordato che il Santo Padre ha più volte criticato chi considera gli animali domestici alla stregua di figli e familiari e si è rasserenato.
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P.S.
Se tre indizi fanno una prova, la catechesi del Papa di mercoledì sulla temperanza [qui] conferma che chi gli scrive le omelie si diverte a metterlo in difficoltà su aspetti ambigui e discutibili dell’attuale pontificato. Dopo i richiami alla prudenza e alla giustizia, come interpretare altrimenti il riferimento contenuto nel testo sulla temperanza alla rivendicazione dei “valori non negoziabili”?
Esistono ancora? O forse il riferimento riguarda solo l’autorità papale, insindacabile anche perché, come ricorda il potente cardinale di cui sopra, papa Francesco possiede un carisma unico che il Signore ha dato solo a Pietro e ai suoi successori?