di Robert Lazu Kmita
Quale dono ci ha fatto il Cielo con il pontificato di papa Benedetto XVI? Molti potrebbero pensare soprattutto alla lettera apostolica Summorum Pontificum del 2007. In realtà, tale dono potrebbe essere completamente diverso e stupefacente. Mi riferisco alla proclamazione di santa Ildegarda di Bingen Dottore della Chiesa, avvenuta il 7 ottobre 2012. Ma perché mi spingo a dire che un tale evento è un dono celeste?
Se vogliamo comprendere la crisi in cui sono letteralmente immersi il mondo contemporaneo e la Chiesa stessa, il significato delle opere di santa Ildegarda può risultare di cruciale importanza. Lo possiamo capire dal discorso [qui] pronunciato proprio da Benedetto XVI il 20 dicembre 2010 alla Curia romana.
In quell’occasione, nel pieno della lotta contro i gravissimi scandali di abusi sessuali commessi da sacerdoti, il Santo Padre citò una visione descritta da santa Ildegarda in una lettera a Werner von Kirchheim e alla sua comunità sacerdotale, visione che il papa collegò inequivocabilmente allo stato attuale della Chiesa:
Nella visione di sant’Ildegarda, il volto della Chiesa è coperto di polvere, ed è così che noi l’abbiamo visto. Il suo vestito è strappato per la colpa dei sacerdoti. Così come lei l’ha visto ed espresso, l’abbiamo vissuto in quest’anno.
La visione di santa Ildegarda, risalente a ottocento anni fa, fu collegata da papa Benedetto XVI a una situazione che si è verificata negli ultimi cinquant’anni e molto probabilmente, così facendo, il Santo Padre non solo volle sottolineare il ripetersi di un dramma causato dai peccati dei membri degli ordini sacri, ma intese anche richiamare l’attenzione sull’attualità delle visioni di santa Ildegarda. E per questo motivo proclamò la famosa mistica Dottore della Chiesa.
Proprio in quest’ottica, e senza dilungarci in troppi commenti, presenteremo alcuni dei tratti più significativi dell’anticristo così come viene rappresentato in due opere della santa: Scivias, completato probabilmente tra il 1151 e il 1152, e il Liber divinorum operum (Libro delle opere divine), terminato nel 1173. I nostri lettori potranno così valutare se gli scritti di Ildegarda possono davvero essere applicati alla crisi attuale.
In primo luogo notiamo che, riferendosi alla storia universale, santa Ildegarda la decifra in un modo che ricorda san Beda il Venerabile, utilizzando il numero simbolico sette derivato dal Libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo [1]:
In sei giorni Dio compì le sue opere e il settimo giorno si riposò. Che cosa significa? I sei giorni sono sei epoche; e nella sesta epoca sono stati compiuti gli ultimi miracoli nel mondo, poiché Dio ha terminato la sua opera il sesto giorno. Ma ora il mondo è nella settima epoca e si avvicina alla fine dei tempi, come nel settimo giorno (Scivias, p. 498).
Il settimo e ultimo periodo della storia si divide in altre cinque epoche, ognuna delle quali è associata a un animale che ha un significato simbolico: un cane, un leone giallo, un cavallo pallido, un maiale nero e un lupo grigio. Le ultime due bestie rivelano i principali vizi che si diffonderanno nelle ultime due epoche dell’intera storia umana, epoche che si collocano prima della seconda venuta di Gesù Cristo descritta nel capitolo 19 dell’Apocalisse.
Il maiale e il suo colore, il nero, rappresentano i vili vizi sessuali a cui i capi politici ed ecclesiastici (rectores) del mondo si abbandoneranno in una misura mai vista in tutta la storia. Il lupo grigio, il cui colore è un misto di bianco e nero, simboleggia l’astuzia del furto diffuso tra coloro che si depredano a vicenda. Come ladri della stessa banda, si mostreranno amichevoli l’uno con l’altro solo per trovare occasioni di depredazione. In questa atmosfera completamente corrotta di ladrocinio, “l’errore degli errori salirà dall’inferno al paradiso”. E il portatore di questa abominevole dottrina ha un’identità: è l’Anticristo.
“Il figlio della perdizione” (II Tessalonicesi 2:3) non dominerà attraverso la magia e la stregoneria, ma attraverso il potere persuasivo delle sue parole ingannevoli. In sostanza, sarà un manipolatore del linguaggio, e ingannerà i suoi interlocutori in modo paragonabile all’opera del suo maestro, “il padre della menzogna” (Giovanni 8:44). Questo il primo tratto notevole del nemico di Cristo, come descritto nel Liber divinorum operum [3]:
Ma coloro che sono stati perfezionati nella fede cattolica aspetteranno nella loro profonda angoscia ciò che Dio ha ordinato nella sua volontà. E queste crisi continueranno ad avanzare in questo modo finché il figlio della perdizione non aprirà la bocca per insegnare le sue opinioni contrarie. Ma quando avrà offerto le false parole della sua menzogna, cielo e terra tremeranno insieme” (Liber divinorum operum, pp. 463-464).
La diffusione della perversam doctrinam dell’anticristo porterà alla giustificazione di peccati estremi come la pedofilia e l’incesto. E santa Ildegarda lascia intendere che un numero significativo di battezzati seguirà l’anticristo su questa strada.
Ancora una volta, nell’arco di poche pagine, la diffusione di un falso insegnamento viene sottolineata in modo sempre più netto, contemporaneamente alla descrizione del contenuto di questa dottrina perversa:
L’anticristo sarà effettivamente infuso dal diavolo quando aprirà la bocca per insegnare la perversità, come descritto sopra. Distruggerà tutto ciò che Dio ha stabilito nell’antica e nella nuova legge e affermerà che l’immoralità sessuale e altre cose simili non sono affatto peccati. Affermerà infatti che non è peccato se la carne riscalda la carne, così come non è peccato se una persona si riscalda al fuoco. Affermerà anche che tutti i comandamenti sulla castità sono stati fatti nell’ignoranza, perché se una persona può essere calda e un’altra fredda dovrebbero moderarsi a vicenda con il loro calore e il loro freddo” (Liber divinorum operum, p. 466)
Se riflettiamo su questa citazione, tutto diventa chiaro. Il nucleo degli insegnamenti anticristici riguarda direttamente la legge morale. Più precisamente, il nemico della nostra salvezza postula che ogni tipo di azione che la legge morale e la Tradizione cristiana considerano peccato non lo sia.
Essere “servi del peccato” (Romani 6, 17) è uno stato spirituale che oscura l’intelletto e ostacola il discernimento e senza dubbio questa è una delle cause principali della diffusione di una dottrina anticristiana. Tuttavia, c’è un’altra spiegazione che potrebbe essere ancora più importante: il disprezzo per la Tradizione ascetica e morale degli antenati. Istigati dal falso vangelo dell’anticristo, ecco cosa diranno i suoi seguaci:
Oh, guai ai miserabili che vissero prima di questi tempi! Perché hanno reso la loro vita miserabile con dolori atroci, non conoscendo, ahimè, l’amorevolezza del nostro Dio! (Scivias, p. 504).
Questo modo di pensare antitradizionale si accompagna nelle loro menti a una totale perversione degli insegnamenti teologici e rivelati. L’immagine di Dio, il Creatore dell’universo, viene profondamente distorta. Sono eliminati i riferimenti alla giustizia e all’ira divina. Per coloro che seguono la dottrina dell’anticristo, non solo Dio è esclusivamente “misericordioso”, e dunque non è il vero Dio, ma l’usurpatore cerca di sostituirsi a Dio, ottenendo la gloria e l’adorazione che appartengono solo al nostro Salvatore, Gesù Cristo:
Acquisterà per sé molte persone, dicendo loro di fare la sua volontà (Scivias, p. 504).
Se contempliamo l’oceano di peccati in cui è immerso il mondo di oggi, ci rendiamo conto che questa è la spiegazione più profonda e coerente della situazione. Incoraggiare gli abitanti del mondo postmoderno a seguire il corso della loro vita, soddisfacendo costantemente la propria volontà, è il motore che guida il declino rapido e crudo della nostra cultura e civiltà occidentali.
L’aspetto più interessante delle visioni e degli insegnamenti di santa Ildegarda sull’anticristo è anche il più sorprendente. Così sorprendente che persino la stessa santa sembra aver paura di dirlo esplicitamente: l’anticristo è, formalmente parlando, cristiano.
Nell’ambito della vita ecclesiastica, il risultato della politica dell’anticristo è registrato da santa Ildegarda quando menziona “i grandi scismi che verranno con il figlio della perdizione” (Scivias, p. 510). La sua capacità di ingannare e manipolare attraverso il potere delle parole, generando un’illusione che vela le menti di coloro che lo ascoltano, è così grande che molti cattolici lo seguiranno. Di conseguenza, i suoi insegnamenti eretici provocheranno scismi che separeranno lui e i suoi seguaci dalla vera Chiesa.
Lungi dall’essere considerato, come vediamo in altri santi Padri e Dottori, un rappresentante di una religione diversa dal cristianesimo, l’anticristo è certamente un membro formale della Chiesa. E non sembra essere un membro ordinario. Se consideriamo gli scismi menzionati nelle profezie citate, sembra essere un gerarca di alto rango. In ogni caso, l’identità cristiana dell’anticristo è chiaramente evidente nella parte più raccapricciante della visione:
E vidi di nuovo la figura di una donna che avevo visto prima di fronte all’altare che sta davanti agli occhi di Dio; stava nello stesso posto, ma ora la vedevo dalla vita in giù. E dalla vita fino al luogo che indica la femmina, aveva varie macchie squamose; e in quest’ultimo luogo c’era una testa nera e mostruosa. Aveva occhi di fuoco, orecchie come quelle di un asino, narici e bocca come quelle di un leone; spalancava le guance e batteva terribilmente i suoi orribili denti color ferro. E dalla testa fino alle ginocchia la figura era bianca e rossa, come se fosse stata contusa da molte percosse; e dalle ginocchia fino ai tendini dove si univano ai talloni, che apparivano bianchi, era coperta di sangue. Ed ecco! Quella testa mostruosa si mosse dal suo posto con un sussulto così forte che la figura della donna fu scossa in tutte le sue membra. Una grande massa di escrementi aderì alla testa; essa si sollevò su una montagna e cercò di salire fino all’altezza del cielo. Ed ecco che all’improvviso arrivò un fulmine, che colpì quella testa con una forza così grande che essa cadde dal monte e abbandonò il suo spirito nella morte” (Scivias, p. 493).
La Chiesa stessa è dunque rappresentata attraverso l’icona di una donna maestosa, nella cui area specificamente femminile risiede una testa mostruosa che simboleggia l’anticristo. Ogni dettaglio di questa testa abominevole è significativo. Le orecchie dell’asino indicano l’ostinazione con cui si aggrapperà ai propri insegnamenti eretici, la “dottrina perversa” che diffonderà. Le narici e la bocca del leone alludono sia alla ferocia demoniaca con cui farà a pezzi la fede ortodossa sia alla violenza fisica e spirituale con cui perseguiterà i veri cristiani. L’ascensione al cielo indica il suo orgoglio, che raggiungerà proporzioni inimmaginabili. La violenza interna – la donna è scossa in tutte le membra – indica la separazione (o l’esclusione?) dalla Chiesa che avverrà attraverso gli scismi in cui attirerà i suoi seguaci (la massa di escrementi che aderisce alla testa mostruosa).
Non abbiamo voluto descrivere tutti i dettagli delle visioni di santa Ildegarda di Bingen sull’anticristo. Il nostro obiettivo era quello di evidenziare solo alcuni punti particolarmente significativi, che riassumiamo come segue:
La dottrina anticristica (la teologia perversa)
Il potere ingannatore dell’anticristo mira a un obiettivo preciso: sostituire l’autentico Vangelo di nostro Signore, Gesù Cristo, con un anti-Vangelo che giustifica soprattutto i peccati sessuali. Un aspetto chiave della dottrina perversa dell’anticristo è la distorsione degli insegnamenti teologici su Dio. Proponendo un’immagine di Dio da cui sono assenti la giustizia e la punizione divine (immagine attraverso la quale può attirare un gran numero di adepti cristiani), in realtà sostituisce se stesso al Creatore supremo.
Scismi
La diffusione della dottrina perversa dell’anticristo porterà ad alcuni scismi, che culmineranno in un grande scisma finale che separerà l’anticristo e i suoi adepti dalla Chiesa.
Origini cristiane
L’anticristo è di origine cristiana. Inoltre, la sua capacità di provocare scismi all’interno del corpo ecclesiastico suggerisce la sua appartenenza alla gerarchia ecclesiastica.
Alla fine, non possiamo che invitarvi a rileggere e meditare i testi di santa Ildegarda, tenendo ben a mente le parole del Vangelo del nostro Re e Salvatore, Gesù Cristo: “Chi ha orecchie per intendere, intenda” (Matteo 11:15).
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[1] Utilizzo la traduzione di Madre Columba Hart O.S.B. e Jane Bishop, Scivias, New York, Paulist Press, 1990.
[2] Cito la traduzione di Nathaniel M. Campbell, St. Hildegard of Bingen, Book of Divine Works, The Catholic University of America Press, 2018.