Andrà tutto bene? No, se non si sta dalla parte della Verità

Se alcuni individui vogliono la guerra e altri la pace,
è percorribile la via della mediazione.
Se interi popoli vogliono la guerra,
otterranno la guerra.

Un monaco

di Niccolò Raggi

Caro Valli,

ringrazio l’amico di blog Vincenzo Rizza che, con la sua proposta di inclusività no limits [qui], oltre a strapparmi un sorriso (opera benemerita) ha aiutato tutti noi a vincere quella che Lanza del Vasto chiama “la rabbia di aver ragione”, che è una delle cause di ogni guerra.

Mi sono trovato di recente a tavola con una coppia di cattolici che vanno (addirittura) a messa e li ho sentiti sostenere placidamente che la pratica omosessuale “non è peccato, se c’è l’amore”.

Mi sono trovato con un prete che sosteneva altrettanto placidamente che se nel Nuovo Testamento si fosse trovata una condanna della pratica omosessuale, quella parte andrebbe espunta. C’era anche una suora che seraficamente sosteneva che la Chiesa si è ormai arresa all’evidenza che l’uomo procede dalla scimmia, e un insegnante di religione che perentoriamente sosteneva sia meglio non relazionarsi con chi, in barba alla dea scienza, ha deciso di non vaccinarsi.

In tutte queste occasioni, oltre a non considerare la possibilità di mangiare meno, la certezza di avere ragione mi ha fatto perdere di vista l’importanza di quelle relazioni, e me ne rammarico.

Per quest’opera di autocritica devo ringraziare anche il relatore di un convegno diocesano che, illustrando come si può diventare adulti nella fede, ci ha confidato lo sforzo che stava compiendo per accettare come volontà di Dio il fatto che suo figlio fosse omosessuale.

Il dolore sincero di questa persona veniva auto-costretto nel diktat tautologico dell'”andrà tutto bene”.
Non è vero, non andrà tutto bene senza un perché e senza che ognuno di noi si impegni per la Verità, dal momento che il Regno dei cieli appartiene ai violenti contro la menzogna, a partire dalle proprie, e mai contro le persone, a partire da se stessi.

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