“Non ci faranno tacere. Continueremo a pregare perché la Spagna merita tanti rosari. Noi cattolici dobbiamo solo temere di non vivere nella grazia. Nessuna autorità terrena in carne e ossa ci impedirà di fare la cosa più importante: pregare la Madre di Dio”.
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Già da più di sei mesi, davanti al Santuario del Cuore Immacolato di Maria, in via Ferraz a Madrid, un gruppo di giovani cattolici recita ogni sera il santo rosario in pubblico. La gente si raduna sui gradini della chiesa e tutt’intorno, lungo la strada. Hanno creato il proprio canale YouTube e un account Instagram dove pubblicano le immagini di ogni preghiera quotidiana.
Ogni sera arrivano in tanti. Pregano per “la salvezza della Spagna e del mondo intero”. Hanno organizzato anche un rosario universale e invitano tutti a pregare ogni primo sabato del mese. Sono riusciti a unire gruppi di preghiera in venticinque nazioni nei cinque continenti.
José Andrés Calderón, organizzatore del Rosario de Ferraz, spiega: “Non preghiamo per rovesciare i governi. Il nostro obiettivo è molto più ambizioso. Preghiamo affinché Cristo sia ancora una volta presente nei cuori del popolo spagnolo. Se ciò accadrà, il cambiamento arriverà da solo”.
Nel novembre scorso Calderón ha ricevuto dalla polizia una notifica del delegato del governo di Madrid che gli vietava di pregare sulla scalinata del santuario mariano. Sebbene avesse chiesto il permesso, il governo riteneva che non esistessero “motivi urgenti” per riunirsi in preghiera.
L’organizzatore ha semplicemente ignorato il divieto e ha incominciato a pregare con la folla raccolta intorno a lui. Ha dichiarato: “Dobbiamo obbedire a Dio prima che agli uomini”, sottolineando che “nessuno dovrebbe mai aver paura di fare qualcosa quando sa che è la cosa giusta da fare”.
“Non puoi aver paura delle conseguenze del mostrare il tuo amore alla Vergine Maria e a Gesù Cristo” dice il giovane. In seguito, avvocati cattolici hanno difeso gli organizzatori del rosario.
Quando alcuni agenti di polizia sono stati multati per non aver rispettato l’ordine del delegato del governo che vietava di pregare davanti al santuario, Calderón ha deciso di ricorrere alla Corte costituzionale. Le autorità amministrative, ha sostenuto, non possono avere carta bianca quando si tratta di vietare le manifestazioni a loro discrezione. Se decide un divieto, l’autorità deve dimostrare che esiste un problema di ordine pubblico. Ma quale problema di ordine pubblico può nascere dalla preghiera del rosario davanti a una chiesa?
Qualche giorno fa il giovane ha ricevuto una raccomandata. Il delegato del governo lo ha sanzionato tre volte (il 2, 3 e 4 gennaio) con una multa di 3.600 euro per “disobbedienza e resistenza all’autorità”. Secondo l’accisa, José Andrés Calderón e tutti gli altri fedeli che hanno partecipato al rosario “hanno contribuito a bloccare il traffico in via Ferraz, interessando questa strada nel suo tratto tra Buen Suceso e Marqués de Urquijo”.
Al delegato del governo evidentemente non piace che i cattolici preghino. D’altra parte, è noto che visita le cliniche per aborti per dire che attaccherà tutti coloro che cercano di convincere le madri a non commettere l’errore più grande della loro vita.
“In ogni caso non ci faranno tacere” dice Calderón. “Continueremo a pregare in via Ferraz perché la Spagna merita tanti rosari. Noi cattolici dobbiamo solo temere di non vivere nella grazia. Nessuna autorità terrena in carne e ossa ci impedirà di fare la cosa più importante: pregare la Madre di Dio”.
Fonte: infocatolica.com