La Delegación del gobierno di Madrid ha annunciato una nuova proibizione del rosario di via Ferraz, iniziativa di laici cattolici che si riuniscono in preghiera per la conversione della Spagna. Il prossimo appuntamento è stato fissato per l’8 e il 9 giugno, ma le autorità sostengono che in quei giorni non ci si potrà riunire perché si svolgeranno le giornate di riflessione e di voto per le elezioni europee.
La decisione è stata presa dal Collegio elettorale provinciale di Madrid, l’organo incaricato della questione in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
José Andrés Calderón, promotore del Rosario de Ferraz [di cui Duc in altum ha parlato qui], in un comunicato risponde che a fronte del divieto farà ricorso all’Alta Corte di Giustizia di Madrid perché “non si può vietare una manifestazione in un giorno di riflessione e di elezioni, a meno che non si tratti di un atto politico”.
Secondo la Corte costituzionale una manifestazione può essere vietata nel giorno di riflessione e in quello del voto solo se viene fornita la prova concreta che il suo scopo è direttamente politico. In caso contrario, non ci può essere divieto: “L’esercizio del diritto di riunione deve prevalere, a meno che non sia sufficientemente provato che lo scopo principale della convocazione sia quello di raccogliere voti”. Qualsiasi riunione o manifestazione potrebbe, indirettamente, influenzare il dibattito politico e le decisioni degli elettori, ma questo non è un motivo sufficiente per vietarla.
Calderón, che è già stato multato di 3600 euro per aver organizzato le preghiere del 2, 3 e 4 gennaio di quest’anno, ha dichiarato che non rispetterà il nuovo divieto: “Siamo di fronte a un nuovo oltraggio da parte del delegato del governo. Possono multarci o accusarci di reato elettorale, ma noi continueremo a pregare. Preghiamo per difendere la nostra Fede e per chiedere alla Madonna che il messaggio di suo Figlio sia presente nei nostri cuori. Disobbediremo a tutti i divieti che sono apertamente tirannici e che violano il nostro diritto di pregare”.
Per il promotore del Rosario di via Ferraz il provvedimento è “assolutamente approssimativo”, “un’assurdità giuridica che mira solo a metterci a tacere”. Di qui la decisione di dosobbedire, perché “un cattolico deve temere Dio solo”.
Secondo Calderón le autorità “non hanno fornito un solo argomento legale per giustificare il motivo per cui non ci è permesso pregare. Non siamo stati informati né ci è stato permesso di discutere sulla decisione del Consiglio elettorale. Noi cattolici in Spagna siamo perseguitati da persone che usano tutti i mezzi a loro disposizione per proibirci di pregare, tanto nei consultori per aborti quanto sul sagrato di un santuario. Loro non sono stupidi e conoscono il potere della preghiera”.
Fonte: infocatolica.com