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Analisi / Voto europeo. Pastori da una parte, pecorelle dall’altra

di Giuseppe Rusconi

Alcune considerazioni sul recente voto per il Parlamento europeo in Italia e a livello complessivo. La Von der Leyen, emula del Gattopardo siculo, cerca di salvarsi la poltrona. Il sondaggio sui cattolici francesi. Quanto hanno influito gli appelli episcopali sul voto dei cattolici italiani? I casi di Tarquinio e Pizzul.

Subito due domande. La prima: quanto si sono concretizzati nell’urna i consigli che La Civiltà Cattolica, la Cei e la Comece (vescovi dell’Ue) hanno dispensato agli elettori dell’area cattolica sia in Italia che negli altri 26 Paesi interessati?

La seconda: tra i firmatari dell’impegnativo Manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia qualcuno è stato eletto così da rappresentare a Bruxelles le chiare istanze ivi contenute?

La presa d’atto dei risultati non può che suggerire una risposta sostanzialmente negativa ai desiderata gesuitico-episcopali. Quasi dappertutto progrediscono in misura diversa le destre di ogni tipo, con elettori in forte disaccordo con le politiche di Bruxelles su temi fondamentali: dal surreale radicalismo ambientale con le sue pesantissime conseguenze su casa e auto al prospettato folle allargamento della guerra in Ucraina, con l’invio di militari di Paesi Nato e la possibilità concreta di colpire il territorio russo con armi occidentali (non a caso l’esito è stato catastrofico per il bellicoso Macron e la sua ruota di scorta Scholz). Non solo: il voto di molti elettori europei ha voluto punire l’ossessione del Grande Fratello di Bruxelles per i ripetuti tentativi di imbavagliare il dissenso (spesso bollato come ‘disinformazione’) e, in tal ambito, in particolare quello motivato da ragioni etiche in materia di vita, famiglia, educazione.

È vero che i risultati finali riguardanti la ripartizione dei seggi nel Parlamento europeo permetterebbero ancora in teoria la duplicazione della “maggioranza Ursula” dell’ultimo quinquennio. Ma sarà difficile per i popolari (gruppo confermatosi maggioritario, ma con alcuni nuovi innesti profondamente conservatori) non tenere conto di quanto accaduto in primo luogo in due Paesi fondamentali come Francia e Germania, con l’umiliazione del Président e del Bundeskanzler: l’algida Gattoparda teutonica, Ursula von der Leyen, checché ne dica, dovrà prevedibilmente adeguarsi al nuovo clima politico voluto dall’elettorato, sempre che riesca a conservare la poltrona (se avesse un minimo di pudore, si metterebbe da parte). È ipotizzabile possa cadere il veto all’ingresso nella maggioranza di una grossa fetta del mondo conservatore guidato da Giorgia Meloni (nei popolari crescono in ogni caso le voci in tal senso), il che sposterebbe indubbiamente a destra, con tutte le ricadute sulle decisioni concrete, la nuova Commissione. Soprattutto è ragionevole pensare che in tal caso le politiche Ue dovranno essere modificate (e non solo ritoccate) in tema di ‘transizione ecologica’, ambiente in genere, immigrazione, spinta al totalitarismo etico che mira all’indebolimento della centralità della persona umana e all’esaltazione libertaria di un individuo manipolabile ideologicamente a piacimento e secondo le esigenze del consumo.

Non sembra però che dei risultati elettorali tengano conto le prime reazioni episcopali. Si legge ad esempio nel comunicato della Comece di lunedì 10 giugno 2024: “I risultati preliminari mostrano che nel Parlamento europeo viene mantenuta una maggioranza filoeuropea. La maggioranza dei votanti ha espresso sostegno al progetto europeo e un forte desiderio di più Europa”. La Comece, appiattita come non mai sulla Von der Leyen e la sua trista compagnia, si esprime come se i favorevoli a questa Unione europea fossero i soli europeisti e implicitamente considera i critici di quest’ultima anti-europei. Giochi di parole che a dire il vero si configurano come approssimazione semantica o truffa linguistica.

In Italia si sa quel che è accaduto. Un successo inatteso nelle dimensioni per Fratelli d’Italia, e ancora più inatteso per il Pd e l’Alleanza Verdi Sinistra. Un buon risultato per Forza Italia-Noi moderati e una tenuta per la Lega. Pesante la sconfitta per il Movimento Cinque Stelle (con un beffardo 9,99%). Ancora più bruciante quella del cosiddetto Terzo Polo, frutto dell’alleanza elettorale mortifera di Italia Viva con i radicali (un errore macroscopico per Renzi) e del suicidio elettorale di Calenda. A questo punto per il Terzo Polo sarà dura riprendersi. Possiamo suggerire (pazza idea) a Renzi di lasciare la leadership a Maria Elena Boschi perché quest’ultima (non le mancano le capacità) cerchi di inserirsi come terzo incomodo – prevedibilmente apprezzato dalla nostra società massmediatica – tra Meloni e Schlein (può darsi però che l’ex-garrula ministra non nutra almeno per il momento una vocazione particolare per il martirio, pur glorioso.

In Italia non pare che l’appello pre-elettorale della Cei abbia prodotto effetti speciali. Il Turiferario (ex-)direttore Marco Tarquinio è stato eletto sì nella Circoscrizione Centro, grazie in particolare al voto romano (massiccio) di Sant’Egidio e della corrente che faceva capo al defunto David Sassoli; e tuttavia ha dovuto faticare per superare la tosta Alessia Morani (ora inviperita) conquistando così con 42144 preferenze l’ultimo posto disponibile nella lista del Pd per Bruxelles dietro Zingaretti, Nardella, Ricci, Laureti. Sarà in ogni caso interessante seguirne con attenzione il voto quando in aula si deciderà su temi etici, dei cosiddetti “diritti” cari alla Schlein: si allineerà – pur con facilmente prevedibili e annunciati maldipancia – alla maggioranza socialista, voterà contro oppure segnalerà un suo dissenso tramite una tartufesca astensione?

Intanto di Tarquinio, sopravvissuto anche alla feroce guerra interna scatenatagli contro da certa nomenklatura piddina, non possiamo tacere una bellicosa dichiarazione – rilasciata ad Avvenire immediatamente dopo avere avuto la certezza dell’elezione – contro le possibili intenzioni dell’algida Gattoparda teutonica: “Il Pd sarà la forza-perno del  gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, dato molto importante visto che ci sarà da impegnarsi contro lo spostamento a destra dell’asse politico della Ue teorizzato e pianificato dalla signora Von der Leyen”Teorizzato e pianificato dalla Gattoparda? Può darsi di sì, ma in ogni caso voluto prima di tutto dagli elettori che lo hanno deciso democraticamente. Democraticamente, anche se alle orecchie di Tarquinio (come peraltro ha ampiamente dimostrato durante i lunghi anni alla direzione di Avvenire) l’avverbio suona male.

Al Nord-ovest Fabio Pizzul, una delle figure eminenti dell’Azione cattolica milanese e italiana, non è stato eletto, essendo risultato solo settimo nella lista Pd, pur raccogliendo 42563 preferenze e pur battendo volti noti come quelli di Emanuele Fiano (comunità ebraica) e dell’europarlamentare di lungo corso Patrizia Toia (anche lei cattodem). Insomma… tanto fumo e poco arrosto! I voti dei cattolici hanno continuato a premiare maggiormente il centrodestra, nonostante il gran movimento episcopale e delle sue emanazioni mediatiche (Avvenire in prima fila) e associazionistiche più ligie ai desiderata della Circonvallazione Aurelia.

Del resto segnaliamo che, secondo un sondaggio dell’istituto demoscopico Ifop per La Croix (campione di 2800 elettori, domenica 9 giugno 2024) il 42% dei cattolici praticanti francesi ha votato per la destra di Marine Le Pen (32%) o Marion Maréchal (10%). Privilegiando palesemente tra i temi prioritari quelli dell’identità nazionale, della sicurezza, dei rapporti con l’islam. Insomma: pastori da una parte, buona fetta del gregge dall’altra.

Quanto detto per la Francia vale anche in una certa misura per l’Italia. Come è dimostrato (e qui rispondiamo alla seconda domanda iniziale) dal successo ottenuto da diversi firmatari del Manifesto valoriale di Pro Vita & Famiglia, incentrato su tutela e promozione dei principi non negoziabili e contro un certo radicalismo ambientalista, l’iperdigitalizzazione e l’ipersessualizzazione dei minori.

Le priorità del Manifesto non coincidevano certo con quelle espresse negli appelli della Cei, appiattiti sostanzialmente sull’agenda cattodem. Ma gli elettori hanno premiato di più Pro Vita & Famiglia che non la Circonvallazione Aurelia. Di fronte a Marco Tarquinio che ce l’ha fatta (pur se per il rotto della cuffia) e al bocciato Fabio Pizzul troviamo una ventina di firmatari di centrodestra del Manifesto valoriale che sono stati eletti nelle liste di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia.

Certo, alcuni lo sono stati principalmente per il loro impegno sui temi del Manifesto; altri in primo luogo sono stati votati per motivi diversi, tra cui si possono poi ritrovare – pur se non preminenti nella loro azione politica – anche gli argomenti proposti da Pro Vita & Famiglia. Tutti hanno però firmato il Manifesto e conseguentemente sono chiamati a onorare il loro assenso con un comportamento coerente e cristallino durante la legislatura europea. Questo si aspettano da loro i tanti elettori che li hanno premiati con una preferenza eticamente pesante. La possibilità che, dato anche il loro numero tutt’altro che irrilevante, i firmatari eletti possano incidere sulle politiche del Parlamento europeo in materia di principi non negoziabili oggi indubbiamente esiste e non va sprecata.

Chi sono al momento i firmatari eletti o, in alcuni casi (per chi dipende dalle opzioni esercitate da altri compagni di lista e non ancora note), i possibili eletti?

Italia Nord Occidentale

Fratelli d’Italia: Carlo Fidanza 50802 preferenze, Mario Mantovani 39045, Pietro Fiocchi 19172, Mariateresa Vivaldini 18796, Paolo Inselvini 16846.

Forza Italia-Noi Moderati: Massimiliano Salini 36660

Lega: Roberto Vannacci 186886, Isabella Tovaglieri 39985

Italia Nord Orientale

Fratelli d’Italia: Elena Donazzan 63309 preferenze, Stefano Cavedagna 55351, Sergio Antonio Berlato 46098, Daniele Polato 31535. Forse Piergiacomo Sibiano 19375.

Lega: Roberto Vannacci 142704. Forse Paolo Borchia 23560, se Vannacci opta per l’elezione in un’altra circoscrizione.

Italia Centrale

Fratelli d’Italia: Nicola Procaccini 120891, Marco Squarta 54292, Antonella Sberna 48079, Francesco Torselli 42897.

Lega: Roberto Vannacci 115083, Forse Susanna Ceccardi 33605 se Vannacci opta per l’elezione in un’altra circoscrizione.

Italia Meridionale

Fratelli d’Italia: Denis Domenico Nesci 72675, Michele Picaro 55080

Lega: Roberto Vannacci 73000.

 

Aldo Maria Valli:
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