di Gaetano Masciullo
La Contro-Rivoluzione è legata alla devozione dei Sacri Cuori. I rivoluzionari hanno dovuto prima distruggere la religione, poi la politica, l’economia, la società e solo infine giungere ad assediare la stessa natura umana, così il controrivoluzionario, dovendo ricostruire la Cristianità a partire dalla coscienza di natura per ritornare alla grazia della religione, ha ottenuto dal Cielo questi due grandi mezzi.
I Sacri Cuori ci parlano di Gesù e Maria, ma da una prospettiva particolare. Il cuore nel linguaggio biblico denota la volontà. Un cuore buono è una volontà di compiere il bene.
Per Mariam ad Jesum. Così per giungere alla carità bisogna passare per la porta stretta dell’umiltà, ma più in generale della temperanza, della quale l’umiltà è la dimensione più fondamentale. Infatti, san Tommaso d’Aquino definisce l’umiltà come la temperanza della volontà. Si capisce allora perché il Cuore di Maria è per noi il modello del cuore umile, cioè temperante nella volontà, in altre parole: sottomessa, o sarebbe meglio dire conformata e liberata dalla volontà divina. Colui infatti che vuole ciò che Dio vuole è il vero uomo libero.
L’umiltà è la prima virtù cristiana da esercitare, mentre la carità è la più grande, la meta ultima, virtù soprannaturale che in se stessa racchiude e perfeziona tutte le virtù, quelle naturali come quelle soprannaturali. La carità odia e fugge il peccato, purifica il cuore dell’uomo e lo rende capace di vedere Dio. Quale cuore pertanto arde di massima carità, se non quello dello stesso Cristo? Il Signore ci ha dato a modello del nostro cuore anzitutto il cuore suo, per ricordarci la santa meta. Quando poi la Rivoluzione è giunta alle sue tristi conclusioni, ecco che ci ha fornito il secondo mezzo, il Cuore della Madre, perché l’umanità è ormai quasi come un bambino, che ha dimenticato come camminare spiritualmente. Il bimbo ha bisogno, durante l’infanzia, più della madre che del padre. Il padre purifica, la madre nutre. Il cuore di Maria nutre e forma all’umiltà, il cuore di Cristo purifica e santifica nella carità.
Volete sapere cosa è la Rivoluzione in termini teologici? È l’Anticristo (così come la Chiesa sua nemesi è lo stesso Cristo). Infatti, è scritto: “L’Anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio” (1Gv 2, 22). Non solo il Padre, ma il Padre e il Figlio. Il Padre salva attraverso il Figlio, e con Lui e in Lui. Non c’è differenza tra il Figlio e la Chiesa, che misticamente partecipa integralmente al suo corpo, sangue, anima e divinità. Chi odia il Figlio odia la Chiesa, chi odia la Chiesa odia anche il Figlio, e ritiene che Dio voglia salvare senza l’uno e senza l’altra. Ed ecco che Dio non è più Padre, ma un anonimo orologiaio.
Chiunque è al servizio della Rivoluzione, sia egli uomo o donna, ragazzo o vecchio, laico o cardinale, egli è un Anticristo.
Mentre il diavolo e i suoi aguzzini – farisei e romani insieme – approntavano i flagelli, i chiodi, le spine, la lancia, la croce, ecco che Cristo già viveva interiormente le tre ore dell’agonia sulla croce nelle tre ore dell’agonia del Getsemani. Egli chiedeva solo il sostegno di tre eletti, non di tutti i suoi amici, solo tre, che fossero sufficienti a riparare e confortare il suo cuore già schiantato dalla carità, e che lo ricopriva di sangue da ogni poro, come segno di eccesso di quell’amore che tanto soffre perché tanto offre.
Allo stesso modo, mentre i rivoluzionari – novelli farisei – approntavano le peggiori sorti della società cristiana, Cristo mostrava quello stesso cuore trafitto a santa Margherita M. Alacoque, come preparazione, rifugio, riparo e soluzione dei mali che da lì a breve si sarebbero scatenati sul mondo. Così, da allora, il Cristo non cessa di eleggere e chiamare nuove anime che prontamente si uniscano alla perorazione del suo cuore per la salvezza eterna di tutte le anime.
La politica sta all’economia come la carità alla temperanza. Non è forse la politica una delle forme più alte di carità? Ma se non c’è carità, come potrà esserci un buon governo? Se non c’è carità nei governanti, da dove proverrà la tanto agognata tranquillità dell’ordine? E allo stesso modo, se non c’è temperanza, come potranno esserci progresso e prosperità? Guai dunque a noi, se disdegneremo queste pie devozioni, queste meditazioni dei santi Modelli del cuore nostro. I sacri Cuori di Gesù e Maria, sorgente di carità e umiltà, siano il nostro scudo e la nostra fortezza in questa battaglia terrena, che è la vita.