“La presenza del papa tra i ‘grandi’ del sistema addolora, preoccupa e fa vergognare chi pensava che scegliere i poveri e la loro strada non fosse per farsi strada tra i potenti per diventarne il ‘cappellano’ e in definitiva il garante. Si tratta dell’esibizione di un tradimento nell’usare i volti e il silenzio dei poveri per poi accomodarsi alla mensa dei ricchi e dei potenti”.
Questo giudizio sferzante sulla presenza del papa al G 7 in Puglia è stato espresso [qui] da un religioso che opera in Africa, padre Mauro Armanino, missionario a Niamey, nel Niger.
Padre Mauro non le manda a dire. E, prendendo spunto dalla presenza del papa al G 7, spara ad alzo zero.
Aver accettato l’invito dei “grandi” è per lui l'”ennesimo e patetico tentativo di accompagnare, da cappellano di corte, il sistema attuale che, come il capitalismo di cui è l’espressione, è nato e cresciuto senza cuore”.
Questo pontificato “insondabile e ambiguo” è caratterizzato dalla tendenza a “giocare su tutti i fronti con la stessa spudorata disinvoltura”. Da un lato “incontrare e valorizzare i movimenti sociali”, “assumere i poveri come elemento trasformatore del sistema”, parlare di “periferie dalle quali dovrebbe sgorgare un mondo nuovo e una Chiesa che ascolta”; dall’altro celebrare “l’alleanza vaticana con il ‘capitalismo inclusivo’ che vede tra i suoi membri e promotori i più quotati magnati del capitalismo globalizzato”.
Ma non basta. “Con la manipolata crisi del Covid, l’attuale papa ha toccato quanto di peggio ci si sarebbe potuto attendere da un qualunque politico da strapazzo: l’obbligazione per tutto il personale dello Stato vaticano alla vaccinazione pena il licenziamento in tronco, il fermo invito fatto ai fedeli cristiani di vaccinarsi ‘come gesto d’amore’ e gli incontri più o meno ‘segreti’ con boss dell’industria delle vaccinazioni”, e “malgrado i danni occasionati e accertati, l’aumento della mortalità nei Paesi che più hanno somministrato i ‘vaccini’, non è mai sfuggita al papa una sola parola di attenzione per quanti hanno sofferto a causa delle suo fermo invito a vaccinarsi e tantomeno la richiesta ufficiale di perdono per essersi sbagliato di bersaglio”.
Secondo il missionario, “la parvenza ‘democratica’ di questo papato è contraddetta dai protagonismi nella vita pubblica quotidiana”, in cui Bergoglio “si esibisce in modo asfissiante fino a domandarsi se esiste ancora una conferenza episcopale italiana degna di questo nome”.
Ma ciò che proprio non va giù a padre Mauro è che con la sua presenza fisica al vertice del G7 (dove peraltro Russia e Cina non c’erano) il papa sia stato annoverato tra i potenti della terra. E poi per che cosa? Per parlare di intelligenza artificiale!
Conclusione: “Una Chiesa segno di contraddizione per gli imperi di oggi sembra essere passata di moda”.
Ho trovato queste valutazioni degne di nota per la loro schiettezza e per il fatto che arrivano da un uomo, un religioso, che ha scelto di condividere la sua vita con gli ultimi, tanto che l’articolo è firmato “dalla sabbia e dai poveri del Niger”.
Mi sono chiesto: Gesù sarebbe andato al G 7? Non lo so. Forse ci sarebbe andato e avrebbe fatto una delle sue sfuriate. O forse la domanda ha poco senso. Registro comunque con attenzione la considerazione di padre Mauro: “Accomodarsi accanto al potere di turno e allo stesso tempo prendere le difese dei poveri desta sospetto sull’autenticità e sincerità di chi gioca a dare spettacolo per il pubblico”.