La nostra solidarietà a monsignor Viganò / 8

Eccellenza monsignor Carlo Maria Viganò,

voglia accettare i nostri sentimenti di fattiva solidarietà per la maldestra e improvvida mossa di Bergoglio di tentare di trascinarLa davanti a una corte con la risibile e contraddittoria (“medice, cura te ipsum!”) accusa di scisma. La Sua tempestiva e obiettiva difesa, coerente e logica come solo può essere la verità fattuale, abilmente resa pubblica prima della scadenza bergogliana, pensiamo abbia già scardinato a priori l’impalcatura di menzogna su cui intendeva appoggiarsi. Un’azione che si ritorcerà senz’altro contro chi l’ha promossa, che darà a Lei ancora maggiore visibilità, farà aumentare la determinazione dei resistenti che su di Lei fissano lo sguardo, obbligherà i molti tiepidi alla scelta di campo.

Noi cercheremo di far convergere la nostra cerchia sulla difesa impostata dal benemerito e coraggioso Valli, ma in ogni caso sarà la Verità che Ella testimonia in tutto il suo splendore, con la sua forza intrinseca a operare nei cuori, salvare le anime e con esse la Santa Chiesa. Noi preghiamo affinché Iddio onnipotente si degni di conservarLa, ferro di lancia in questa orribile e demonica temperie e di radunare attorno a Lei una schiera di anime altrettanto intrepide.

Con filiale deferenza

Carlo Alberto Agnoli e Paolo Taufer 

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Caro Valli,

dopo il concilio, seguendo lo “spirito conciliare”, il vaticano cambiò le formule delle consacrazioni episcopali e sacerdotali. Fu un atto di una gravità estrema. Che necessità c’era di cambiare queste formule? Chi ci assicura che le consacrazioni effettuate con queste nuove formule siano valide? Monsignor Lefebvre (e non solo lui) sollevò con forza questa questione. La mia opinione è che monsignor Viganò debba intervenire su questa materia, di estrema gravità. “Pars tutior diligenda est“. Da semplice fedele, ignorante in materia, ritengo di essere perfettamente legittimato a dubitare della validità delle nuove consacrazioni, quanto meno per prudenza.

Lettera firmata

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Caro Valli

siamo rimasti molto turbati per tutto quello che sta succedendo a monsignor Viganò. Purtroppo il male a volte sembra avere il sopravvento, ma non dobbiamo mollare. Questo è ciò che succede ai seguaci di Cristo: hanno ucciso Lui, e anche noi dobbiamo seguirlo fino alla croce.

Preghiamo Maria che ci aiuti a stare sotto la croce come ha fatto Lei.

Non praevalebunt.

Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam.

Famiglia Bastia

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Gentile Aldo Maria Valli,

non ho titoli di studio che mi possano rendere capace di manifestare come vorrei la mia riconoscenza a monsignor Viganò. Esprimo comunque la mia vicinanza spirituale e umana per la penosa campagna denigratoria che si sta perpetrando nei suoi confronti. Manifesto a Sua Eccellenza tutta la mia stima e gratitudine, perché in questi anni bui della nostra Chiesa ho riconosciuto nella Sua parola il raggio di Sole della Grazia divina. A lei caro, Aldo Maria, e al Monsignore tutto il mio grazie per il Bene che diffondete a tutti. Che Dio vi benedica sempre.

Gianna Boschetto

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Caro Aldo Maria,

grazie dal profondo del cuore per la tua appassionata e totale lealtà a monsignor Carlo Maria Viganò. Virtù deriva da vir e la lealtà è una delle più nobili virtù virili.

Capiamo perciò perché in questa depravata, nichilista, edonista società la virilità, la forza virile, sia stata la più demonizzata. Di uomini deboli, corrotti, codardi, contro-natura i padroni possono fare quello che vogliono.

“La decadenza ha per simbolo l’indebolimento dei sentimenti virili e l’acre voluttà di indebolire se stesso, nel degradarsi, nello schernire tutto ciò che si credeva degno di ammirazione” (Vilfredo Pareto).

Cristina Vai

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Gentile Valli,

le sarei grata se volesse fa pervenire l’espressione più sincera della mia solidarietà a monsignor Viganò.

Maura, semplicemente cattolica

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Caro Valli,

tutto ciò che sta succedendo nella Chiesa mi sconcerta e mi confonde, ma in questa grande confusione monsignor Viganò è stato ed è per me una guida. Con schiettezza e puntualità sta mettendo in luce tutte le contraddizioni di una gerarchia della Chiesa che ormai ragiona e parla come il mondo. Non so quale sarà l’esito del processo che stiamo vivendo. Intanto esprimo solidarietà e vicinanza a monsignor Viganò. Senza di lui saremmo ancora più disorientati e abbandonati.

Ernesto

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