Radaelli a monsignor Viganò: “Più che sul vizio di consenso punti sull’invalidità della rinuncia di Benedetto XV”
di Enrico Maria Radaelli
Carissimo Aldo Maria Valli,
raccolgo volentieri la richiesta che lei fa [qui] a monsignor Viganò: chiarire al più presto cosa pensa «dell’altra idea sostenuta da chi si è schierato per l’illegittimità di Francesco, e cioè che invalida sia stata la rinuncia di Benedetto XVI e dunque, di conseguenza, anche il conclave che ne è seguito».
Ebbene, la risposta di monsignor Carlo Maria Viganò si trova in una conferenza online da lui tenuta in inglese nel dicembre del 2023 [qui], e quindi va fatto sapere a tutto il mondo che egli ritenne persino «plausibile che la Rinunzia, per le criticità magistralmente evidenziate dal professor Enrico Maria Radaelli, abbia determinato una situazione precedente di irregolarità canonica tale da invalidarla e rendere nulla, con essa, anche l’elezione del Successore di Benedetto XVI».
Monsignor Viganò è chiaro: egli rileva che le criticità della Rinuncia evidenziate da chi le scrive la rendono invalida, sicché abbiamo una risposta alla sua domanda: il monsignore riconosce non solo che il conclave del 2013 è invalidato da un vitium consensus, ma, fatto ancor più grave, egli riconosce che è invalida la precedente Rinuncia di Benedetto XVI per una sua interna “criticità” che la rende nulla.
A questo punto, però, chiedo a monsignor Viganò: come mai sembra prediligere la via del vitium consensus anziché puntare sulla nullità secca della Rinuncia, dovuta a ben cinque variazioni della stessa, come dimostro con argomenti incontrovertibili nel mio saggio La Chiesa si è auto-scomunicata? [qui l’articolo di Duc in altum].
Ho fatto avere il libro a Monsignore su un piatto d’argento, perché la sua battaglia è la battaglia di tutta la vera Chiesa, è la battaglia della sopravvivenza dell’unica Chiesa santa, dell’unica Sposa di Cristo: noi solidarizziamo con l’eroico monsignor arcivescovo Carlo Maria Viganò e con la sua immensa virtù di fortezza, ma anch’egli è bene che, per il bene a tutti superiore, raccolga con larga sapienza, solido intelletto e largo consiglio le armi che gli si offrono per vincere, perché qui non deve vincere Tizio o Caio, ma la Chiesa, la Chiesa e solo la Chiesa.
Evviva monsignor Carlo Maria Viganò: noi tutti siamo dietro di lui, e lui, lancia in resta, sul Cavallo giusto, sul supercorazzato Purosangue della Rinuncia invalida e dunque nulla a causa di ben cinque vistose antievangeliche smagliature, con l’aiuto di Dio altissimo di certo sfonderà le mura malate, friabili, inconsistenti, della molto infernale antichiesa che ormai da troppo tempo gli si sta opponendo! «Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicassimo un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!» (Gal 1,8).
Forza Monsignore: siamo tutti con lei: lei è l’Apostolo, noi con lei siamo la vera e santa Chiesa, e a condurre lei e noi, vera e santa Chiesa, è Dio, la Sua Parola, il Suo Vangelo! Tutto il resto è solo anàtema. Infernale e putrido anàtema.