Il nuovo documento restrittivo verso il “vetus ordo” esiste e potrebbe arrivare presto. Dietro c’è il cardinale Parolin

di Diane Montagna

Dopo diverse indagini in merito a recenti notizie, siamo stati informati da fonti attendibili che un nuovo documento vaticano più restrittivo della Traditionis custodes esiste davvero, è sostenuto dal segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ed è stato presentato a papa Francesco.

Fonti ben informate hanno confermato che il nuovo documento, se pubblicato, proibirebbe a tutti i sacerdoti, ad eccezione di quelli appartenenti a istituti ex Ecclesia Dei approvati, di offrire il Santo Sacrificio della Messa nel vetus ordo, o vecchio rito come viene comunemente chiamato.

Inoltre, il documento proibirebbe ai vescovi di celebrare o autorizzare la celebrazione del vetus ordo nelle loro diocesi e sospenderebbe i permessi esistenti concessi dal Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti dopo Traditionis custodes.

Le fonti notano che le parrocchie personali gestite da istituti ex Ecclesia Dei (ad esempio, la Fraternità Sacerdotale di San Pietro o l’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote) sarebbero autorizzate a continuare. Tuttavia, non è chiaro se e in che misura i sacerdoti di questi istituti sarebbero autorizzati ad amministrare ai fedeli sacramenti come il battesimo, la cresima e il matrimonio nella forma tradizionale.

Pur sembrando “salvare e proteggere” gli istituti ex Ecclesia Dei, non è chiaro se in base al documento continueranno a essere permesse le ordinazioni diaconali e sacerdotali nel vtus ordo.

Genesi del nuovo documento

È stato riferito che nel febbraio 2023, poche settimane dopo la morte di Benedetto XVI, papa Francesco stava esaminando una bozza di documento che avrebbe ampliato e rafforzato il suo motu proprio Traditionis custodes del 2021. Il documento affermava che l’unica liturgia ufficiale del Rito latino è il novus ordo e regolava in modo rigoroso le comunità ex Ecclesia Dei.

Fonti vaticane dissero all’epoca che il documento, una costituzione apostolica, era già stato presentato a Papa Francesco alla fine di gennaio 2023 dai superiori del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, guidato dal cardinale Arthur Roche.

Il documento sarebbe stato scritto principalmente dal segretario del dicastero, l’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, O.F.M.

Tuttavia, secondo quel rapporto, il cardinale italiano Gianfranco Ghirlanda, S.J., ampiamente considerato a Roma il canonista preferito dal Papa, stava cercando di persuadere Francesco a promulgare una costituzione apostolica alternativa che a prima vista poteva sembrare più mite, ma che alla fine si è rivelata peggiore, cercando di seppellire una volta per tutte la liturgia latina tradizionale.

Con Roche e Ghirlanda in lizza per ottenere l’imprimatur del Papa, il documento si è arenato e un anno dopo era ancora in fase di stallo. Papa Francesco ha quindi affidato all’arcivescovo Viola la supervisione del documento all’inizio di quest’anno.

Il sostegno del cardinale Pietro Parolin

Secondo le fonti, l’arcivescovo Viola si è messo al lavoro su un nuovo documento, consultando, tra gli altri, il cardinale Victor Fernández, prefetto del Dicastero per la dottrina della fede.

Nella stesura del documento, l’arcivescovo Viola avrebbe avuto anche il sostegno e l’approvazione di tre figure chiave della Chiesa: il segretario di Stato vaticano e architetto dell’accordo segreto Vaticano-Cina, cardinale Pietro Parolin; il prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, cardinale Claudio Gugerotti; e il nunzio apostolico del Papa a Parigi, l’arcivescovo Celestino Migliore.

I lettori ricorderanno che il cardinale Parolin, consultore del Dicastero per il culto divino e del Dicastero per la dottrina della fede, appoggiò la Traditionis custodes. Infatti, in una riunione del gennaio 2020 presso l’allora Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Parolin affermò che gli istituti sacerdotali tradizionali rifiutano di accettare il cambiamento e non sono disposti a concelebrare. Parolin ha anche detto di condividere la preoccupazione, espresse da altri prelati riuniti in quell’occasione, per il fatto che questi gruppi sono popolari tra i giovani. All’inizio della riunione, il prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, il cardinale Giuseppe Versaldi, insistette sulla necessità di capire perché la Messa latina tradizionale attrae i giovani e affermò che molti dei giovani che partecipano al pellegrinaggio Parigi-Chartres hanno “ogni sorta di problemi psicologici e sociologici”. Il cardinale Parolin raccomandò quindi alla Congregazione di richiedere ai gruppi sacerdotali tradizionali di fornire un segno concreto di comunione che riconoscesse la validità del Novus Ordo e dimostrasse chiaramente che essi sono “nella Chiesa”.

Il cardinale Parolin, insieme al cardinale Gugerotti, è anche un protetto del defunto diplomatico vaticano cardinale Achille Silvestrini (1923-2019), membro di spicco del gruppo di San Gallo che fece pressioni per impedire l’elezione di Benedetto XVI nel 2005.

Gli stretti legami di Parolin con Silvestrini risalgono al 1986, quando Parolin entrò nel corpo diplomatico vaticano all’età di trentuno anni e Silvestrini era segretario per i Rapporti con gli Stati. Appena un anno dopo la morte di Silvestrini, il cardinale Parolin fu nominato presidente di Villa Nazareth, un centro educativo che, grazie agli sforzi di Silvestrini, è diventato un fulcro del potere ecclesiale progressista a Roma. Villa Nazareth è stata anche considerata la sede italiana del gruppo San Gallo e ha legami discutibili con la Cina.

Il cardinale Gugerotti, da parte sua, è stato per cinque anni (1997-2001) sottosegretario della Congregazione per le Chiese orientali durante i nove anni di prefettura di Silvestrini.

Ma nonostante il loro legame, si dice che i due cardinali siano in competizione per un altro importante aspetto: entrambi mirano al papato.

L’arcivescovo Migliore, settantuno anni, alleato del cardinale Parolin e diplomatico esperto, ha ricoperto diversi ruoli di rilievo, tra cui quello di osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa, sottosegretario per i rapporti con gli Stati e nunzio apostolico in Russia. Papa Francesco lo ha nominato nunzio apostolico a Parigi nel gennaio 2020.

All’inizio di questo mese, il sito tradizionale francese Pax Liturgique ha riferito che l’arcivescovo Migliore sta “facendo tutto il possibile per assicurare che la Traditionis custodes sia applicata in toto” e “sta alimentando le fiamme anti-tradizionali della liturgia dei vescovi francesi, insistendo in particolare sul fatto che la Messa tradizionale dovrebbe essere tollerata il meno possibile e che gli altri sacramenti, in particolare battesimi, matrimoni e cresime, non dovrebbero mai essere dati nella forma tradizionale”.

Se il documento sopra descritto dovesse essere pubblicato, sarebbe comunque coerente con le assicurazioni date da Papa Francesco agli istituti ex Ecclesia Dei approvati.

Sebbene ci sia stato riferito che non è stata fissata una data di pubblicazione, il rischio dell’arrivo di un nuovo documento, secondo le nostre fonti, è serio, reale e potenzialmente imminente.

Fonte: remnantnewspaper.com

 

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