Il prossimo passo? Abolire la Transustanziazione. E ciò sarà possibile solo se il “vetus ordo” sarà stato eliminato
di Stefano Ferri
Carissimo Aldo Maria Valli,
anni or sono mi trovai in una posizione di dissenso con il professor Giovanni Zenone relativamente alla legittimità di Bergoglio papa mentre era vivente Benedetto XVI: commentando un intervento di Zenone, scrissi che non era sufficiente vestirsi di bianco e affacciarsi alla finestra su piazza San Pietro per essere papa.
Confesso che il libro di Cionci Il codice Ratzinger più che mettermi in testa dei dubbi aveva rafforzato, con argomentazioni plausibili, quelli che già avevo, anche se le sue conclusioni mi parevano abbastanza fantasiose.
Il mio metro di giudizio? Eccolo:
Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero (Mt 12:33).
Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo (Lc 6:44).
E come sappiamo che il frutto è cattivo?
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (Gv 15:4-5).
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli (Gv 15:8).
“Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre (Mt 12:50).
Questo è il secondo elemento di giudizio: fare la volontà del Padre porta frutti buoni.
E qual è la volontà del Padre?
Gesù riprese a parlare e disse: in verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa (Gv 5:19).
Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal Padre vostro! (Gv 8:38).
Gesù stesso ci dice qual è la volontà del Padre.
Non sono un teologo, non ho il patentino, ma leggo e studio la Bibbia da quarant’anni, da quando cioè mi sono riavvicinato alla Fede cattolica, e per me la parola di Gesù, come l’autentico Magistero della Chiesa ci ha trasmesso, è l’unica verità e su questa mi baso.
Durante il pontificato di Bergoglio tanti segnali di discontinuità con la Tradizione mi hanno lasciato perplesso e le prese di posizione durante la pseudo-pandemia Covid hanno dato il colpo di grazia all’idea che sul soglio di Pietro stesse un vero papa: la “scienza” degli uomini contava più della Fede, il pane consacrato, Gesù Cristo sacramentato, poteva essere portatore di malattie mortali, toccare Gesù non risanava (vedi emorroissa), ma faceva morire, e tutto questo detto dal successore di Pietro e da quelli degli Apostoli!
Poi sono arrivate le nomine di cardinali quanto meno discutibili e la rimozione di altri di provata fedeltà alla Chiesa. E qui, purtroppo, ho notato nel “popolo di Dio” una grandissima confusione, perché troppi pensano che la fedeltà alla Chiesa sia fedeltà a una persona e non alla Tradizione apostolica
Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! (Gal 1,8-9).
E adesso perché proibire la messa antica?
Tra le ipotesi che mi si sono affacciate alla mente questa mi pare la più probabile: la messa tradizionale in latino non è manipolabile, e invece loro, i neomodernisti, hanno bisogno di manipolarla.
Con la messa novus ordo abbiamo assistito a ogni abuso e ancora ne vedremo: uova di Pasqua, ingresso del celebrante in monopattino e in bicicletta, processioni offertoriali con giocattoli, non cristiani che ricevevano la comunione, adulteri e sodomiti benedetti… Chi più ne ha ne metta, e tutto è stato considerato lecito perché il rito si deve aggiornare e la dottrina si può e si deve adeguare ai tempi.
Ma questo è possibile solo con il novus ordo, non con il vetus.
È stato modificato il Gloria e nel Confiteor ci sono i fratelli e le sorelle, mentre prima il sacerdote si rivolgeva ai confratelli che lo assistevano e il popolo, rivolto al sacerdote, diceva Pater.
E lasciamo perdere il “tutti” (indistintamente) invece del “molti” nella consacrazione.
Con l’approvazione, o l’indifferenza, dei più, ora nel Padre nostro Dio ci può abbandonare alle tentazioni dimenticando che, invece, mette alla prova la nostra fede in vari modi, e di episodi in tal senso la Bibbia è piena: Abramo e Isacco, Mosè e la rupe, Giosuè e Gerico, Giobbe, Gesù nel deserto, la tempesta sedata, Pietro che cammina sulle acque. Non sta forse scritto che l’oro si prova nel crogiolo?
La frase del centurione “Signore non sono degno che tu venga nella mia casa” (ci stiamo preparando alla comunione, Gesù viene dentro di noi fisicamente) è diventata “Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa, beati gli invitati alla mensa del Signore”: dalla inabitazione all’allegra mangiata.
E ora prepariamoci al colpo finale: l’abolizione della Transustanziazione.
Nessuno se ne accorgerà, perché tutto rientrerà nel necessario aggiornamento della liturgia, ma questo sarà possibile solo se l’unico rito sarà il novus ordo.