La nostra solidarietà per monsignor Viganò / 12

Caro Aldo Maria Valli,

il dado è tratto. Monsignor Viganò con il suo J’accuse ha rotto ogni indugio. C’è da tremare di fronte a quanto scrive l’arcivescovo: “Dinanzi ai miei Confratelli nell’Episcopato e all’intero corpo ecclesiale, io accuso Jorge Mario Bergoglio di eresia e di scisma, e come eretico e scismatico chiedo che venga giudicato e rimosso dal Soglio che indegnamente occupa da oltre undici anni”. Ma è proprio ciò che tanti fedeli avvertono da molto tempo. Ora chi seguirà Viganò? E come?

Non resta che associarsi alla sua richiesta di pregare incessantemente pro libertate et exaltatione Sanctæ Matris Ecclesiæ. Affinché gli usurpatori, smascherati, paghino per i loro delitti. E noi preghiamo ancor più intensamente per monsignor Viganò.

Ida

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Caro Valli,

dopo il suo potente J’accuse, monsignor Viganò è ancora di più il nostro punto di riferimento, l’unico pastore degno di questo nome in mezzo a una miriade di falsi pastori che sono autentici lupi.

Il monsignore scrive nel suo testo pubblicato da Duc in altum: “Sono convinto che tra i Vescovi e i sacerdoti vi siano molti che hanno vissuto e vivono ancor oggi lo straziante conflitto interiore di trovarsi divisi tra ciò che Cristo Pontefice chiede loro (e lo sanno) e ciò che colui che si presenta come Vescovo di Roma impone con la forza, con il ricatto, con le minacce. È oggi quanto mai necessario che noi Pastori ci svegliamo dal nostro torpore”.

Viganò si è svegliato, ma gli altri? Dove sono i cardinali in grado di mettere Bergoglio sotto accusa per eresia e scisma?

Preghiamo. Ce n’è tanto bisogno.

Gabriele Rossetti

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Caro Valli,

desidero esprimere il mio affetto e la mia vicinanza a monsignor Viganò, assicurando quotidiane preghiere anche da parte di mio marito e di tutti gli amici fraterni che pregano con noi.

Caro monsignore, non la dimentichiamo mai, come lei mai si dimentica di pregare per tutti noi semplici fedeli.

Con affetto e riconoscenza

Liana Bacchini e famiglia

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Caro Valli,

la situazione nella quale versa la Chiesa cattolica è un grande mistero. Gli uomini di Chiesa sembrano veramente impazziti. Così come è praticamente impossibile dialogare con una persona uscita fuori di senno, è impossibile dialogare con un qualsiasi esponente del clero ingabbiato in una visione distorta della realtà, all’interno della quale è impossibile comprendere la dottrina santa di Dio. “Quos vult perdere, Deus dementat“. È proprio così.

Monsignor Viganò ha partecipato per gran parte della sua vita a questo processo di dissoluzione, in maniera attiva o passiva. Solo da pochi anni ha aperto gli occhi sulla realtà. Penso che questa sua conversione interiore costituisca un vero miracolo, un prodigio inondabile. Il fatto che nessun esponente del clero abbia manifestato pubblicamente solidarietà a monsignor Viganò rivela con un’evidenza ancora maggiore il carattere prodigioso della sua testimonianza. Solo i fedeli più semplici gli stanno dimostrando una vicinanza commovente.

Tuttavia la sua vicenda è molto consolante, perché manifesta con chiarezza che Nostro Signore e la Vergine Santissima sono più che ma presenti, vicini. Dio continua ad agire potentemente sulle anime. Questo fatto ci dà una serenità infinita e ci infonde l’intima certezza che prima o poi i nemici interni della Chiesa verranno sconfitti.

La minaccia di “scomunica” da parte di Bergoglio e dei suoi compari è un fatto provvidenziale, di grande importanza, perché mette alla prova monsignor Viganò sollecitandolo ad agire con fermezza ancora maggiore. Nello stesso tempo l’incauta mossa degli innominabili ha permesso di comprendere con chiarezza chi è veramente dalla parte di Dio e chi invece, ipocritamente, vorrebbe servire due padroni, Dio e il mondo. Il Buon Dio trae il bene anche dal male. Rallegriamoci dunque, e manifestiamo continuamente la nostra gratitudine.

Edoardo Spagnuolo

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Gentile Valli,

grazie per aver pubblicato in questi anni gli interventi di monsignor Viganò! Lo stimo e mi dispiace di tanta persecuzione nei suoi confronti. Prego per lui. Volesse il cielo ce ne fossero tanti con il suo coraggio e la sua lucida intelligenza.

Suor Maria Laura

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Caro Valli,

tutta la mia solidarietà all’arcivescovo Viganò. Continuerò a seguirlo sulla via che il signore ci ha indicato, cioè seguendo ciò che Lui stesso ci dice nel Vangelo.

Apprezzo moltissimo ciò che ha fatto e sta facendo per la Chiesta.

Un caro saluto

Francesco Tamburrino

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Caro Aldo Maria Valli,

dopo il fragoroso e magnifico grido di accusa di monsignor Carlo Maria Viganò – che tocca con la sapienza e la forza di Dio tutte le questioni in causa – le obiezioni, i distinguo e le fughe dialettiche stanno a zero. Ricordo agli immemori che san Massimiliano Maria Kolbe nel 1919 assistette atterrito a una processione di massoni al seguito di un’immagine di satana che calpestava l’Arcangelo Michele. Arrivati sotto i palazzi vaticani, distribuirono volantini con scritto “Satana regnerà in Vaticano e il papa lo servirà”.

Ricordo che monsignor Marcel Lefebvre di venerata memoria disse: “L’essenza dell’Anticristo è il culto dell’uomo”. DIO va anteposto a tutto e a tutti, quindi anche al Papa che è un uomo.

Ricordo che le scarpe rosse del papa stavano a significare che il successore di Pietro cammina sul sangue dei martiri, non dei codardi e dei traditori che moriranno come tutti si muore.

Ricordo che un bambino di tredici anni, san José Sanchez del Rio, durante la persecuzione massonica in Messico, rispose così a sua madre che cercava di dissuaderlo dall’andare coi Cristeros: “Quale momento migliore per conquistare il Paradiso?”.

Ricordo infine ai tanti Don Abbondio che abbondano nelle gerarchie ecclesiastiche che amare Cristo vale tutte le pene del mondo e che inevitabilmente dopo l’ora più buia spunterà l’alba e noi che amiamo Dio più di noi stessi vinceremo perché omnia vincit amor.

A loro non resterà che la vergogna e il giusto castigo per l’eternità.

Cristina Vai

 

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