Pensieri sulla rinuncia di Benedetto XVI
Cari amici di Duc in altum, la questione della rinuncia di Benedetto XVI continua ad appassionare molti lettori, alcuni dei quali non mancano di inviare al blog le loro considerazioni. Tra le tante che ho ricevuto, vi propongo questa, che introduce un curioso parallelismo sul quale forse vale la pena di riflettere.
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di Stefano Torelli
Caro Valli,
Ecco un’apologo che, pensando e ripensando alla rinuncia di papa Benedetto XVI, si è creato nella mia mente.
Mettiamo che…
L’11 febbraio io scrivo la seguente dichiarazione, la leggo durante una riunione condominiale e i condomini subito la divulgano tra amici e conoscenti:
In considerazione dell’età che ho raggiunto, del fatto che dopo la scomparsa dei miei genitori mi trovo solo al mondo e dell’utilità non solo morale ma anche sociale del matrimonio, annuncio per il giorno 28 del corrente mese, a decorrere dalle ore 20, la mia unione con la signorina Tal dei Tali. Ne conseguiranno la nostra residenza comune e i corrispondenti diritti ereditari per l’interessata.
Il 28 febbraio, con un piccolo corteo di amici festanti e la signorina Tal dei Tali, parto dunque per la mia casa al mare, saluto tutti dal balcone e poco prima delle ore 20 ci chiudiamo in casa.
Domanda: si può dire che io mi sia realmente sposato con la signorina? Oppure ho solo annunciato la mia unione con lei? Da qualche parte c’è forse un atto di matrimonio?
Anche se, stranamente, mio fratello non contesta l’ingresso di una sconosciuta nell’asse ereditario, e anche se tutti i vicini ora sono concordi nel chiamarla Signora, si può dire che lei sia veramente mia moglie ed erede?
E poi: nell’annuncio ho parlato di “matrimonio” e “unione” come fossero sinonimi, ma lo sono davvero?
E se matrimonio c’è stato, che tipo di matrimonio è? Religioso? Civile?
Immaginiamo, inoltre, che fino alla mia morte io non pronunci mai in pubblico, nemmeno una sola volta, la frase “mi sono sposato”. E immaginiamo che quando il discorso cade sull’argomento io risponda solo cose del tipo “il mio stato civile è noto” oppure “non ho mai sposato nessun’altra donna”.
Bastano queste risposte per affermare che mi sono veramente sposato?
Ecco tutto.
Ogni riferimento a fatti o persone reali è, ovviamente, voluto.