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Zuppi e i populismi. Ovvero, “ofelee fa el tò mestee”

Allora. Immaginate una fabbrica, e immaginate che vada male, molto male. I prodotti di questa fabbrica (mettiamo che siano bulloni), non li compra più nessuno e, nonostante la pubblicità su tv e giornali, la gente non se li fila. Solo uno sparuto gruppo di clienti ancora compra i bulloni della ditta, ma si tratta di percentuali infime e questi clienti sono quasi tutti vecchi, perché i giovani guardano altrove, a bulloni che funzionano molto meglio. Oltretutto, la ditta non riesce nemmeno più a trovare operai. Insomma, siamo al fallimento totale.

Ebbene, quando la ditta organizza un grande incontro (chiamato, mettiamo, Settimana sociale), e naturalmente il discorso inaugurale è affidato all’amministratore delegato, uno si aspetterebbe che, in una tale occasione, il capo parlasse dei suoi bulloni e dei serissimi problemi della ditta. E invece no. Sapete che cosa proclama il capo, nella solennità del momento? Ecco qua: “I gatti sono un pericolo! I gatti possono privarci della ortognatodonzia!”.

I gatti? L’ortognatodonzia?

E il bello è che tutti i giornaloni riprendono le parole del capo della ditta e ci fanno dei gran titoli contro i gatti. E tutti giù a dire che quel capo è proprio un grande capo. Come del resto è dimostrato dal fatto che il presidente della repubblica in persona è andato alla Settimana sociale, per condividere l’allarme lanciato contro i gatti dal capo della fabbrica di bulloni.

Solo alcuni osservatori, che operano per lo più nel buio di rifugi sotterranei, hanno l’ardire di commentare: “Ma perché il capo della fabbrica di bulloni si preoccupa dei gatti anziché dei bulloni? Dove pensa di andare il capo della fabbrica di bulloni continuando di questo passo? Non vede che i suoi bulloni non li compra più nessuno? Per quale misterioso motivo invece di occuparsi dei bulloni e della loro qualità tira in ballo i gatti?”.

Vabbè, mi fermo qui. Tanto ci siamo capiti.

Sostituire “capo della ditta” con “presidente della Conferenza episcopale italiana”.

Sostituire i bulloni con le parole di una Chiesa ormai del tutto irrilevante perché allineata con il mondo.

Sostituire i gatti con i populismi.

Sostituire l’ortognatodonzia con la democrazia.

E avrete l’accorato appello lanciato dal cardinale Zuppi e oggi su tutte le prime pagine: “I populismi sono un pericolo, possono privarci della democrazia!”.

Arma di distrazione di massa o cosa?

Forse il capo della ditta teme che se parlasse di bulloni, e non di gatti, nessuno lo metterebbe in prima pagina? Ma come farsi tali problemi quando la sua ditta è sull’orlo del baratro?

Forse qualche esperto di bulloni potrebbe dare la risposta.

Al momento, qui dal rifugio sotterraneo di Duc in altum (che è un rifugio ambrosiano) possiamo solo commentare così: “Ofelee fa el tò mestee!”*.

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*Traduzione per i non milanesi: “Pasticciere fai il tuo mestiere”.

Aldo Maria Valli:
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