di Valentina Lazzari
Caro Aldo Maria,
se prima la confusione era totale, ora, con la scomunica di monsignor Vigano, si ha la drammatica certezza che Lucifero mangi, dorma e straparli dal Soglio petrino assieme alla sua schiera di legioni sataniche. Il Vaticano è letteralmente un covo di vipere.
Chiedo al tirapiedi Tucho: era proprio necessario arrivare a tanto? E visto che uno dei suoi sforzi letterari s’intitola El arte de besar, si è forse lasciato ispirare dal bacio che il traditore Giuda Iscariota diede a Cristo?
Ma c’è qualcosa di ancor più tremendo in questo passaggio del Rubicone: tanti semplici fedeli chiedono formalmente di essere scomunicati essendo dello stesso parere di monsignor Viganò.
Ricordo che cosa s’intende per scomunica latae sententiae:
Nella scomunica latae sententiae si incorre per il fatto stesso di aver commesso il delitto. Allo scomunicato è proibito di celebrare la Messa e gli altri sacramenti; di ricevere i sacramenti; di amministrare i sacramentali e di celebrare le altre cerimonie di culto liturgico; di avere alcuna parte attiva nelle celebrazioni appena citate; di esercitare uffici o incarichi o ministeri o funzioni ecclesiastici; di porre atti di governo. Il senso della scomunica è comunque quello di essere una pena medicinale che invita al ravvedimento, quindi si resta sempre in attesa di un ritorno della persona alla comunione
Hanno capito Jorge e Tucho Iscariota che con questa Chiesa temporale eretica hanno messo in grave pericolo tante anime delle quali dovranno rendere conto? Hanno capito i Giuda Bergoglio e Fernández che lo stesso monsignor Viganò secondo loro non potrà più accostarsi ai Sacramenti, vitali per l’anima, unicamente per i loro mefistofelici appetiti?
Tu, Mr. B. Simia Dei e tu, viscido Tucho, afuera! Fuori!
E finisco così:
Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?
Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!