Giochi olimpici o giochi Lgbtqia+?
La domanda viene spontanea.
Sentite qui: “Parigi 2024, le drag queen Minima Gesté, Miss Martini e Nicky Doll sfilano con la torcia olimpica. Sarà un’olimpiade straordinariamente inclusiva”.
Minima Gesté ha autorevolmente dichiarato: “So che la visibilità è ancora uno dei pilastri dell’accettazione della nostra comunità Lgbtqia+. Quindi avere una drag queen che porta la torcia è un enorme motivo di orgoglio”.
La comunità gay è contenta: “Le olimpiadi di Parigi saranno quasi certamente le più inclusive di sempre. Circa 190 atleti dichiaratamente Lgbtq+ hanno gareggiato a Tokyo, ma i numeri di Parigi potrebbero sfondare la soglia psicologica dei duecento atleti”.
Dai cinque cerchi all’arcobaleno il passo è breve. E naturalmente la signora sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha difeso la decisione di far portare la torcia alle drag queen, gesto che “celebra la diversità e l’inclusione durante un evento globale come le olimpiadi”.
Molto democraticamente, la signora sindaca – immaginiamo sempre all’insegna dell’inclusione – ha anche minacciato provvedimenti legali contro coloro che dovessero fare commenti offensivi o discriminatori nei confronti delle drag queen, perché in ballo ci sono “diritti umani e uguaglianza”. Come darle torto?
In risposta alle critiche, Minima Gestè attraverso i canali social “ha condiviso un messaggio di amore, accettazione e orgoglio per la propria identità, ribadendo il suo impegno nel combattere l’omofobia e la transfobia”. Ben detto.
Intanto il direttore artistico delle cerimonie di apertura e chiusura dei giochi, Thomas Jolly, dichiara: “Tuttə dovranno sentirsi rappresentatə”. Grande!
D’altra parte, apprendiamo che “Thomas, dichiaratamente queer e felicemente fidanzato con un altro Thomas, ha esplorato le tematiche Lgbtqia+ nel corso di tutto il proprio lavoro teatrale”.
Bene. Ci sentiamo rassicurati.
Buone olimpiadi a tuttə!