“Pride Mass” at Catholic Church Wounds the Sacred Heart

Cronaca di una preghiera di riparazione per una “messa gay”

di Christopher Jimenez

Al punto in cui siamo, alcuni di noi cattolici potrebbero ormai sentirsi insensibili all’idea dell’omosessualità all’interno della Chiesa. Sembra che ogni due giorni qualche seminarista, prete o vescovo gay esca allo scoperto con tanto di glitter e trucco sul viso. Dire che questi sono “tempi preoccupanti” è un eufemismo. Cosa sta succedendo? Cosa dovrebbero fare i fedeli cattolici? Come parlarne con gli altri?

Un amico e io abbiamo deciso di mettere in pratica il consiglio di Nostra Signora di Fatima: pregare un rosario in riparazione dei peccati del mondo. Domenica 23 giugno abbiamo quindi deciso di andare a Hoboken, nel New Jersey, alla parrocchia di Our Lady of Grace, dove si sarebbe tenuta una Pride Mass, una santa messa per l’orgoglio omosessuale. Contro questo vero e proprio sacrilegio, ci siamo sentiti spinti a offrire una testimonianza pubblica.

Siamo arrivati mezz’ora prima, per dare un’occhiata in giro. Sulle colonne della chiesa c’erano striscioni arcobaleno e sull’altare erano stati posizionati fiori di diversi colori, così da formare arcobaleni. Nostro Signore nel Santissimo Sacramento deve essersi sentito soffocare da tutto quel “gay pride” che si diffondeva nell’aria. Per me, almeno, è stato qualcosa di decisamente soffocante.

Nonostante la mostruosità di queste decorazioni, la chiesa aveva conservato la bellezza unica di una chiesa antica. I muri esterni in mattoni esprimevano forza e grazia; una scultura solenne della Sacra Famiglia ispirava profonda pietà; e la sola altezza del soffitto lasciava impressionati. L’autentica bellezza della chiesa era insomma rimasta inalterata, nonostante le vesti esterne del peccato.

Dopo aver pregato in silenzio fino all’ora di inizio della celebrazione, io e il mio amico siamo usciti per offrire le nostre preghiere di riparazione. Prima di recitare i misteri del rosario avevamo preparato alcune preghiere (qui una copia).

Per prima cosa, abbiamo rivolto un atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù per i nostri peccati. Poi siamo passati a un atto di riparazione al Cuore Immacolato di Maria per i peccati del mondo e in particolare per il sacrilegio a cui stavamo assistendo. In terzo luogo, abbiamo recitato una litania dell’umiltà così da offrire le nostre preghiere evitando il pericolo dell’autocompiacimento. Innanzitutto stavamo riparando per i nostri peccati, e poi per l’offesa arrecata da una messa sacrilega. Dopo di che abbiamo offerto una serie completa di decine con i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi.

Quando siamo usciti dalla chiesa per iniziare a pregare, abbiamo trovato un gruppo di cattolici che stavano protestando contro la “messa gay” sul marciapiede di fronte. Erano membri dell’associazione Tradizione Famiglia Proprietà e avevano striscioni, tamburi e perfino cornamuse. Abbiamo deciso di recitare le nostre preghiere accanto a loro ma non insieme a loro. Sebbene non dubiti della loro buona volontà, non eravamo convinti che gridare la parola “riparazione” dall’altra parte della strada fosse più efficace che recitare semplicemente il rosario ad alta voce.

Abbiamo dato un’occhiata ai partecipanti alla messa. Non erano molti. Per un “evento così importante”, com’era stato presentato, c’era poca gente. I partecipanti sembravano essere normali frequentatori della chiesa alla domenica, non persone con la testa arcobaleno e vestite da drag queen. Alcuni indossavano magliette dell’orgoglio, ma nessuno sembrava essere un incallito sostenitore queer. Mi sono chiesto se l’obiettivo di “invitare la comunità LGBTQ+ nella chiesa cattolica” fosse stato raggiunto. Almeno a prima vista, sembrava che alla comunità queer non importasse di partecipare.

Durante la messa, all’esterno della chiesa c’è stato un piccolo scontro con un automobilista che si è fermato, è sceso dalla macchina e ha incominciato a inveire contro di noi puntandoci il dito: “Dovreste vergognarvi di voi stessi!”. Non era certamente un modo per iniziare una conversazione. In ogni caso, due poliziotti di guardia davanti alle porte della chiesa (non so se fossero lì per sorvegliare la nostra protesta) si sono avvicinati all’uomo invitandolo a circolare. Uno degli agenti si è persino rivolto a noi scusandosi per l’incidente. Dio benedica i nostri poliziotti!

Quando la messa è finita, il mio amico ed io siamo rimasti lì con gli altri cattolici che protestavano mentre i partecipanti al rito se ne andavano. Molti hanno tirato fuori i loro cellulari e hanno incominciato a riprenderci con i telefonini. Evidentemente, vedere fedeli cattolici che cercano di difendere la verità è una rarità al giorno d’oggi. E almeno su questo punto posso essere pienamente d’accordo con i sostenitori woke.

Avevo in tasca un bel po’ di santini con la preghiera Memorare e una bella immagine della Vergine Maria. Io e il mio amico ci siamo guardati e abbiamo convenuto che dovevamo darne uno al prete. Dopo che ha commesso un sacrilegio così terribile, abbiamo pensato, ogni sia pur piccola preghiera tornerà utile per la sua anima. Abbiamo dunque attraversato la strada e ci siamo fatti largo tra le persone che uscivano dalla chiesa. Gli agenti di polizia si sono accorti di noi, ma ci hanno lasciato fare.

Davanti al prete mi sono presentato e ho detto: “Speravamo che potesse pregare questo Memorare con noi”. E lui, preso alla sprovvista, ha subito acconsentito: “Oh sì, conosco questa preghiera!”.

Emozionati, abbiamo dunque pregato il Memorare con il sacerdote. Curioso: abbiamo pregato un atto di riparazione con lo stesso sacerdote che aveva officiato il sacrilegio! Senza creare grande trambusto, e con una semplice immagine sacra, stavamo riparando l’atto malvagio appena commesso. Mi sono venute in mente le parole del nostro Signore: “Siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Matteo 10:16).

Dopo aver terminato la preghiera, il prete ci ha rivolto quello che sembrava uno sguardo sospettoso. Posso immaginare che cosa pensasse: “Questi due non sono gay…”. E non avrebbe potuto avere più ragione! Imbarazzato, ci ha salutati.

Avevamo compiuto la nostra missione, e con un “grazie, padre, Dio la benedica!” abbiamo lasciato la chiesa con un sorriso. In fondo, anche un evento scoraggiante come una “messa gay” può essere usato come occasione per glorificare Dio.

Fonte: crisismagazine.com

 

I miei ultimi libri

Sei un lettore di Duc in altum? Ti piace questo blog? Pensi che sia utile? Se vuoi sostenerlo, puoi fare una donazione utilizzando questo IBAN:

IT64Z0200820500000400192457
BIC/SWIFT: UNCRITM1D09
Beneficiario: Aldo Maria Valli
Causale: donazione volontaria per blog Duc in altum

Grazie!