Pellegrinaggio a Covadonga. Il Vaticano vieta la santa messa “vetus ordo”
Si sta concludendo in Spagna, nelle Asturie, il quarto pellegrinaggio di Nuestra Señora de la Cristiandad, che ogni anno vede un numero sempre più alto di partecipanti, molti dei quali giovani e giovanissimi.
Come il pellegrinaggio da Parigi a Chartres, che quest’anno ha visto la partecipazione di più di ventimila persone, anche questo di Covadonga si caratterizza per l’amore alla Tradizione, tanto che la santa messa è celebrata secondo il vetus ordo. Ma quest’anno, alla vigilia dell’evento, gli organizzatori hanno ricevuto dal Vaticano un diktat: niente messa tradizionale nel santuario.
Ecco il comunicato degli organizzatori:
Cari pellegrini, tra pochi giorni ci vedremo nelle Asturie per la quarta edizione del pellegrinaggio di Nuestra Señora de la Cristiandad. Come ogni anno, saranno giorni di grande gioia e di profonda fede. Vogliamo informarvi che avremo una modifica rispetto allo scorso anno. Dall’arcivescovado di Oviedo ci hanno informato di aver ricevuto istruzioni dal Dicastero per il culto divino secondo le quali non si celebrerà la santa messa tradizionale a Covadonga. Vista questa novità, quest’anno la messa del terzo giorno verrà celebrata al mattino nel campo, prima dell’inizio della tappa. Questa circostanza non deve essere motivo di tristezza, ma deve incoraggiarci a perseverare nell’amore e nella devozione che professiamo per il Santo Sacrificio dell’Altare nel seno della Santa Madre Chiesa. All’arrivo a Covadonga avrà luogo il canto del Te Deum davanti al Santissimo Sacramento esposto solennemente e la consacrazione alla Beata Vergine a conclusione del pellegrinaggio. Madre nostra di Covadonga, salvaci e salva la Spagna!
Sotto il regime bergogliano il Vaticano si comporta come un’occhiuta agenzia di controllo pronta a colpire tutto ciò che sa di Tradizione e mostra vitalità cattolica. Così, visto che a Covadonga convengono cattolici disposti a farsi novantacinque chilometri di marcia per pregare e rendere omaggio alla Vergine Maria, ecco la mannaia.
Il pellegrinaggio si svolge annualmente da Oviedo al santuario della Vergine di Covadonga (dal latino Cova dominica, Grotta della Signora), un villaggio montano nelle Asturie. Qui nel 722, i cristiani vinsero la battaglia di Covadonga contro gli arabi, l’inizio della Reconquista, perché prima significativa vittoria cristiana contro gli occupanti musulmani della penisola iberica.
Il santuario sorge là dove la Vergine Maria apparve ai soldati cristiani incoraggiandoli prima della battaglia. Tutto molto politicamente scorretto.
A Covadonga è custodita la statua della vergine conosciuta come la Santina, patrona delle Asturie, conservata nella grotta dell’apparizione. Imponente la basilica di Santa María la Real de Covadonga, ultimata nel XX secolo in stile neoromanico.
Il pellegrinaggio da Oviedo a Covadonga (che si svolge intorno al 25 luglio, festa dell’apostolo Giacomo, patrono della Spagna) è organizzato da Nuestra Señora de la Cristiandad, gruppo di fedeli cattolici laici dediti alla celebrazione della Santa Messa secondo il vetus ordo.
Obiettivo del pellegrinaggio è la santificazione mediante le grazie richieste a Nostro Signore, per intercessione della Beata Vergine Maria. Per tre giorni i pellegrini offrono preghiere, sacrifici e mortificazioni, specie per la Spagna e il papa.
Spiegano gli organizzatori: “Cerchiamo di contribuire alla restaurazione di quello spirito del cristianesimo, secondo le possibilità e sempre con l’aiuto divino, che ha donato alla Chiesa e al mondo tanti santi, eroi e difensori della Fede. Momento centrale del pellegrinaggio è la messa secondo il rito tradizionale, a fondamento della vita cristiana”.
E infatti, puntualmente, Roma l’ha vietata.